Vladimir Asmirko – Solovski: il cieloin terra

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO MOCENIGO - CENTRO STUDI DI STORIA DEL TESSUTO E DEL COSTUME
Santa Croce 1992, Venezia, Italia
Date
Dal al
Vernissage
19/05/2013
Artisti
Vladimir Asmirko
Generi
fotografia, personale
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Mostra fotografica dell’artista russo Vladimir Asmirko presso La Casa del Cinema Pasinetti a Venezia. Nella stessa occasione verrà proiettato il film documentario dell’artista “In Giappone, in cerca di…Russia”.

Comunicato stampa

In occasione del 10° Anniversario della Comunità russo-ortodossa “Sante Donne Mirofore” di Venezia, sabato 18 maggio si inaugura la mostra fotografica dell’artista russo Vladimir Asmirko presso La Casa del Cinema Pasinetti a Venezia. Nella stessa occasione verrà proiettato il film documentario dell’artista “In Giappone, in cerca di…Russia”

Il cielo del Nord si specchia nel mare e questo mare viene chiamato Bianco. Oltre l’orizzonte, sono sparse sei grandi isole e una decina di isolotti minori: l’arcipelago di Solovki, o semplicemente Solovki, come lo chiamano gli abitanti. La terra e il cielo sembrano toccarsi in questo posto. Inferno e Paradiso. Più di mille anni prima della nascita di Cristo, su queste isole furono erette delle costruzioni in pietra. Nel XV secolo vennero ad abitarvi dei monaci ortodossi e, nel XVI secolo, adoperando i massi e i mattoni già esistenti sul posto, vi fu costruita una poderosa fortezza monastica, un monumento unico dell’architettura russa e patrimonio dell’UNESCO. Nel 1920, dopo la Rivoluzione, il monastero venne chiuso e l’intero arcipelago di Solovki fu trasformato in una prigione a cielo aperto. Solovki divenne il primo lager speciale di questo genere e fu chiuso nel 1939. I prigionieri erano di varia estrazione, principalmente ricchi nobili, prelati ortodossi e cattolici, ingegneri, scienziati, scrittori. In tutto, centomila persone, di cui circa la metà morì. Forse per questo, o perchè il circolo polare Artico è molto vicino – appena 150 Kilometri – nei Solovki la natura ha qualcosa di particolare e vi regna un silenzio insolito.
Scrive l’artista “Ho compiuto due viaggi ai Solovki, entrambe le volte d’estate, quando, nel Nord della Russia, non fa mai notte. Il tramonto non è che un breve, luminoso crepuscolo, seguito quasi subito dal sorgere del sole. Come l’essere umano che inspira e poco dopo espira, sembra quasi che la Natura segua lo stesso ritmo”.Il tempo che divide il calare e il sorgere del sole, qui, in capo al mondo, è permeato da una quiete mistica. Le strida dei gabbiani in lontananza, come granelli di sale, sottolineano il sapore del silenzio,. Oggi, tra le mura dei monasteri risuonano di nuovo le preghiere e le isole accolgono visitatori da ogni angolo del mondo, monaci, pellegrini, turisti. Vi si respira e ci si sente in modo speciale. Che sia la terra di Solovki a volgersi al cielo, o che sia il cielo a chinarsi così vicino, l’effetto è il cielo in terra.
Vladimir Asmirko, nelle parole della critica d’arte Ekaterina Kim “è fino in fondo un artista fotografico russo, in grado di cogliere e trasmettere esperienze non verbali che nascono dentro quando si guardano paesaggi perfetti, pietre che racchiudono pagine di storia, o persone che hanno vissuto vite lunghe e complesse.
Oggi abbiamo l’opportunità di percepire il suo modo di vedere i Solovki, un luogo che riassume la storia russa e, soprattutto, la storia della fede russo-ortodossa. Nel silenzio di Solovki, colto con sorprendente precisione dall’obbiettivo di Vladimir, si incontrano memorie dei secoli passati e preghiere sincere. Nessuna città, nessuna vicenda del mondo moderno potranno mai narrare tanto sulla Russia, quanto un antico monastero nel Nord del Paese.
Le immagini offrono allo stesso tempo paesaggi e simboli. Una barca solitaria, delle antenne satellitari, qualche mattone buttato in un canto: riflessi di tratti riconoscibili della vita a Solovki. Allo stesso modo, ha un significato simbolico il colore rosso, spennellato qua e là nelle fotografie. Rosso è il colore del sole, portatore di vita e, insieme, nell’iconografia russo-ortodossa, un segno di sacrificio, di morte purificatrice, che apre le porte alla vita eterna e alla gioia. Una gioia che possiamo provare anche noi, in parte, dinnanzi a monumenti di architettura e d’arte tra i più belli”.

Vladimir Asmirko è nato nel 1963 nell’isola di Sakhalin, all’estremo oriente della Russia, oltre settemila chilometri da Mosca e appena duecento dal Giappone. Ha iniziato la carriera fotografica a Vladivostok, presso gli studi documentaristici “DalTelefilm”. Ha poi lavorato per il dipartimento dell’Estremo Est del canale nazionale TV Rossìa, ha preso parte a svariati progetti per il canale nazionale TV – ORT e ha realizzato numerosi filmati documentari per i canali TV Kultura e Russia Today. Ha girato in Siberia, in Cina, in Giappone, nella taigà dell’Ussuri, nelle isole Kurili e nella penisola di Kamchàtka e successivamente in India, Siria, Francia e Italia. Espone le proprie collezioni fotografiche a cominciare dal 2000. Mostre individuali come “Foglie dal giardino d’India”, “Crisantemi di Yamato”, “Fiabe del vecchio castello”, “Un tempio chiamato Russia”, “India – Russia. I templi ci parlano”, “Geografie di viggio”, “Una manciata di sabbia”, “Immagini della Vergine” e “Una città, un poeta, un cielo”, “Russia: il sacro e il mistero” sono state allestite in oltre venti città in Russia, Ucraina e Kazakhstan, a Vilnius in Lituania e, di recente, in Francia, a Parigi, in Svizzera, a Lugano, e in Italy, a Venezia, Montepulciano,Vercelli e Matera. Vladimir Asmirko vive e lavora a Mosca.