Stefano Arienti – Ragamala
Sintesi tra varie arti e multiculturalismo ispirano e divengono pretesto per Stefano Arienti per la creazione delle nuove opere che l’artista ha realizzato appositamente per questo progetto da S.A.L.E.S.
Comunicato stampa
Sabato 30 Novembre 2013 alle ore 16.00 Galleria S.A.L.E.S. è orgoliosa di inaugurare Ragamala quinta mostra personale di Stefano Arienti in galleria.
Ragamala che letteralmente significa “ghirlanda di raga” è una parola presa a prestito dala terminologia della musica classica indiana.
Sintesi tra varie arti e multiculturalismo ispirano e divengono pretesto per Stefano Arienti per la creazione delle nuove opere che l’artista ha realizzato appositamente per questo progetto da S.A.L.E.S. I nuovi lavori si inseriscono in modo armonico all’interno della pratica di Arienti, che negli ultimi anni ha trovato consolidamento attorno alla produzione di grandi opere installative, attraverso cui l’artista modula il proprio dialogo con i luoghi istituzionali dell’arte (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, 2012) – in particolare il museo – e con quei luoghi più legati alla cultura in senso lato, come il teatro (Teatro La Fenice Venezia, 2012) o la chiesa (realizzazione dell’altare per la Chiesa di San Giacomo Maggiore, Sedrina - BG).
Ragamala è anche il titolo della grande installazione che Stefano Arienti ha realizzato nella sala centrale della galleria. Si tratta di un lavoro a parete composto da circa millecinquecento custodie di CD di album di musiche dal mondo oltre a quasi lo stesso numero di custodie di CD vergini, con cui l’artista riempie gli spazi interstiziali dell’installazione.
Questo lavoro riprende l’opera Custodie Vuote, presentata da Stefano Arienti alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia in occasione della sua mostra personale del 2012. Con Ragamala negli spazi di Galleria S.A.L.E.S. l’artista amplia e ridefinisce l’opera presentata a Venezia, sperimentando nuove modalità installative.
L’installazione accoglie il pubblico in un ambiente volutamente lasciato vuoto, riempito solo alle pareti, in cui gli spettatori si muovono come all’interno della navata affrescata di una chiesa. E in effetti Ragamala ricorda un affresco o un mosaico, sia per le caratteristiche tecniche, sia per le sua note di coralità, di universalità e il suo carattere quasi didattico – un’opera che è anche una raccolta, un archivio di saperi mobili alla pari di precedenti lavori in cui l’artista esplora il luogo della”Biblioteca”.
Nella project room della Galleria sono esposte alcune nuove opere della tipologia dei poster traforati. Questa tipologia di lavori, tipico nell’ambito della più vasta produzione dell’artista, presenta in questa occasione la particolarità di essere tutti poster a carattere religioso, raffiguranti personaggi della tradizione devozionale devozione cattolica ed induista.
Come scrive Arienti:“Sia i CD che i manifesti sono materiali della cultura di massa che ora si stanno avviando ad un ruolo marginale, ma allo stesso tempo sono testimoni ancora diffusi delle culture del mondo”
Arienti, grande erede della tradizione concettuale italiana, esplora rapporto tra arte popolare e massificazione, senza uscire dai confini/dal quadro della pratica artistica ma riportando sempre questa ricerca sul piano di un’elaborazione formale interna rispetto al fare creativo.