Ritorno alle miniere dei Faraoni

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Via Accademia Albertina, 15, Torino, TO, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni: 10 – 19 Chiuso il martedì

Vernissage
21/01/2012

ore 17.30

Biglietti

€ 5,00 intero - € 2,50 ridotto

Generi
documentaria, fotografia

Vista la ricchezza e il valore della documentazione storica reperita su una vicenda di emigrazione dei minatori e tecnici minerari piemontesi e veneti nelle miniere d’Egitto, è stata progettata una mostra fotografica corredata di testi esplicativi, documenti e vecchi attrezzi del lavoro minerario.

Comunicato stampa

Sabato 21 gennaio, ore 17,30, sarà inaugurata, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, via Giolitti 36, la mostra “RITORNO ALLE MINIERE DEI FARAONI. Lavoratori italiani dalle Alpi al deserto”.

Vista la ricchezza e il valore della documentazione storica reperita su una vicenda di emigrazione dei minatori e tecnici minerari piemontesi e veneti nelle miniere d’Egitto, è stata progettata una mostra fotografica corredata di testi esplicativi, documenti e vecchi attrezzi del lavoro minerario.

L’esposizione, realizzata in pannelli in tela per poter essere riallestita in altre sedi sia italiane che estere, tratta in quattro sezioni tematiche gli aspetti più significativi di quel mondo che ha visto trascorrere insieme, italiani ed egiziani, il tempo del lavoro e quello del riposo, mescolando le abitudini di vita di regioni diverse d’Italia con quelle della comunità locale.
Attraverso le fotografie viene mostrato come sia stato naturale che le genti si aggregassero e che volentieri si facessero riprendere insieme, a dimostrazione che fra loro, fra persone pur di posizione e cultura diverse, non esistevano barriere tali da separarne le vite.

Alla realizzazione partecipano, in qualità di organizzatori o di aderenti e collaboratori enti pubblici e istituzioni culturali più vicini alla specifica vicenda migratoria e all’attività mineraria, quali, dal lato piemontese, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, la Comunità Montana Valchiusella, i Comuni di Brosso, Alice e Pecco; per parte veneta, la Provincia e il Comune di Belluno, la Comunità Montana Agordina, il Bim, i Comuni di Agordo, Taibon, Rivamonte Agordino, La Valle, Rocca Pietore, Falcade, Gosaldo e Voltago, il Museo Etnografico della provincia di Belluno, l’Archivio Fotostorico Feltrino.
Inoltre prende parte attiva al progetto la Fondazione per le Società di Mutuo Soccorso piemontesi (organismo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte finalizzato alla valorizzazione del patrimonio storico del mutualismo); ciò in quanto nella vita dei lavoratori – e a maggior ragione di quelli di miniera – molta parte hanno avuto proprio le Società di Mutuo Soccorso, che hanno garantito aiuto e protezione ai loro soci, anche se lontani. Sono perciò incluse nel progetto le antiche Società di Mutuo Soccorso dei Minatori di Brosso, di Rivamonte e di Lentiai, ancora oggi esistenti e attive. Partecipano inoltre il Centre de Documentation sur les Migrations Humaines e dell’Associazione Convivium, con sede in Lussemburgo.
Il Progetto Scientifico è a cura di Bianca Gera e Renza Pellegrini, l’allestimento e la grafica sono a cura di Maria Bruno e Katia Sosso.

All’inaugurazione di Sabato 21 gennaio, ore 17,30, verranno eseguite musiche ispirate all’Egitto, suonate all’arpa da Sara Terzano.

In chiusura della mostra, il 4 marzo alle 17,30, sempre al Museo di Scienze Naturali si terrà un incontro a più voci su alcuni temi particolari trattati nell’esposizione, quali le caratteristiche architettoniche del “villaggio italiano” degli emigrati a Kosseir e l’utilizzo dei fosfati estratti dai nostri minatori. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare il progetto “La storia maestra di vita. L’esempio del passato per il futuro delle migrazioni”, in cui attraverso l’emigrazione degli Italiani a Kosseir verranno esaminati e messi in luce gli aspetti che hanno portato ad una pacifica e feconda convivenza tra popolazioni di origine diverse.