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Una collettiva sul nudo e sulla fotografia erotica per indagare le sue forme e i suoi mezzi aggiornati al 2011.
Comunicato stampa
Come sua seconda mostra la ONO Arte Contemporanea propone una collettiva sul nudo e sulla fotografia erotica per indagare le sue forme e i suoi mezzi aggiornati al 2011.
Immagini Rated R, vietate ai minori quindi, in cui seni, vagine e peni vengono glorificati per la loro stesa natura, colti nell’atto sessuale o autoerotico. Immagine che sono però altre rispetto ai tanti nudi, femminili o maschili che siano, da cui siamo bersagliati ogni giorno e che ci vengono sottoposti dai media nel nostro quotidiano.
Se infatti dall’immagine del corpo nudo non si può prescindere in arte così come in natura, bisogna però constatare che dalla seconda metà del novecento e dalla liberazione sessuale del ’68 in poi, il corpo è diventato protagonista dell’arte nella sua manifestazione più sfacciatamente erotica. L'immagine di una fellatio entra nelle nostre case non essendo più relegata alla sfera del voyerismo ma con la dignità dell'opera d'arte.
Tralasciando le tematiche sociali e di genere, quello che ci preme sottolineare è come il mezzo fotografico e la sua diffusione siano stati fondamentali per questo processo. Tecniche come la Polaroid e successivamente il digitale sembrano prediligere il nudo e anzi diventano suo primo mezzo di rappresentazione, da una parte per una più facile accessibilità, dall’altra per la sua natura più diretta ed intima.
Abbiamo quindi voluto presentare una selezione più ampia e diversificata possibile di giovani artisti che trattano più esplicitamente la fotografia erotica.
Come già detto, l’avvento del digitale ha effettivamente reso possibile ed accessibile alle masse la rappresentazione del corpo. Chiunque in possesso di una macchina digitale si è sentito finalmente libero di immortalare il proprio o l’altrui corpo nudo per esibirlo con un’autonomia prima impensabile. Ma il passo da questo linguaggio a quello veramente artistico è più complesso di quanto non si creda. Il nudo per assurgere al livello di arte deve passare da oggetto a soggetto, e questo è quello che accade negli artisti che andiamo a proporre.
Le forme di questa rappresentazione sono le più diverse e vanno da un approccio più intimista come nei lavori di Davide de Vitis a risultati più pop come nelle opere della tedesca Angela Hechtfisch o quelli più fetish del duo Rosario Gallardo.
Il corpo eroticizzato può subire però anche modificazioni così ora si tramuta in manichino come nelle opere del canadese Jerome Abramovitch, ora in sagoma di cartone come per sottrarsi all’atto sessuale come nella serie “The Substitute” di Dawn Woolley.
Se l’erotismo è anche naturalmente parte del nostro quotidiano ecco che allora alcuni fotografi lo interpretano con realismo del tutto contemporaneo come nel caso di Sturat Sandford o di Valentina Bianchi dove è l’ambiente domestico a fare da padrone o ancora negli scatti di Maurizio di Iorio dove ordinario e straordinario si uniscono in un linguaggio alla Terry Richardson.
Ma il corpo per essere celebrato nella sua dimensione sessuale è anche messo in posa, studiato ed inscenato senza cadere in meccanismi pubblicitari o da fotografia di moda. Ecco quindi i lavori di Michael Meyersfeld e di Mario Zanaria che lo coglie nei suoi paini-sequenza, Fox Harvard lo veste di una patina quasi cinematografica fatta di squallide stanze di motel e letti disfatti e Michelle Elaina ne mette in scena l’aspetto di gioco di ruoli in un’ottica tutta femminile.
Dobbiamo poi citare anche il lavoro di Ivano Salonia e Ana Rita Sousa, in arte il collettivo Iloveyouwhenyousmile, che immortalano la bellissima Nattie Harris, affascinate modella dalla vita ancora più affascinate fotografata dai più grandi artisti del nudo contemporaneo.
Al primo piano invece proponiamo una serie di opere di artisti che affrontano il nudo con i media più diversi, dalla scultura al disegno passando anche per la fotografia tutti legati da una cifra più classica che però non di meno è attraversata da un una corrente di eroticità inquieta che percorre i corpi sempre protagonisti della scena.
Così artisti come Samorì, Schmidlin o Aron Demetz che da sempre fanno del corpo la loro ricerca sono in grado di infondere alle loro opere una sensualità silenziosa ma potente.
Quando è il disegno il medium prescelto la linea scorre veloce ed incisiva, come nei disegni automatici di Ugo Dossi, dove la sessualità inconscia emerge nella sua forma più forte.
I lavori di Gianfranco Salis ci rimandano invece indietro nel tempo a quelle icone che con il proprio corpo hanno fatto non solo la storia del nudo ma anche della nostra cultura contemporanea.
Ancora il corpo nudo non è necessariamente presente nella sua interezza ma, come nei lavori di Vittorio Gui, può essere colto anche solo nel viso, sineddoche dell’estasi dell’amplesso ed è ancora più potente a causa di questa sua negazione.