Public Program – Donna De Salvo su Andy Warhol
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ospita, nell’ambito della mostra Andy Warhol. Due capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti a cura di Fabio Belloni, una conferenza di Donna De Salvo, Deputy Director for International Initiatives e Senior curator presso il Whitney Museum of American Art di New York, tra le maggiori studiose ed esperte del lavoro di Andy Warhol.
Comunicato stampa
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ospita, nell’ambito della mostra Andy Warhol. Due capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti a cura di Fabio Belloni, una conferenza di Donna De Salvo, Deputy Director for International Initiatives e Senior curator presso il Whitney Museum of American Art di New York, tra le maggiori studiose ed esperte del lavoro di Andy Warhol.
De Salvo, curatrice della mostra retrospettiva Andy Warhol — From A to B and Back Again in corso al Whitney Museum of American Art, discuterà della carriera dell’artista, dell’eredità e della costante influenza della sua opera nel contemporaneo. Servendosi della mostra come punto di partenza, la conferenza affronterà gli aspetti meno conosciuti del percorso di Warhol, guardando ai rivoluzionari esperimenti su pellicola, al suo impegno nella lettura della storia dell’arte così come delle nuove tecnologie, fino al suo persistente interesse per l’astrazione.
Andy Warhol — From A to B and Back Again è la più grande mostra monografica ad oggi realizzata, comprendendo più di 350 opere, molte delle quali esposte insieme per la prima volta. In corso al Whitney Museum of American Art fino al 31 marzo 2019, la mostra sarà successivamente presentata al Museum of Modern Art di San Francisco e all’Art Institute di Chicago.
De Salvo sarà inoltre in conversazione con Carolyn Christov-Bakargiev per discutere del particolare legame che unisce Andy Warhol alla poetica e alla storia del protagonista della pittura metafisica, Giorgio de Chirico.
Biografie
Donna De Salvo è Deputy Director for International Initiatives e Senior Curator presso il Whitney Museum of American Art di New York. Entrata a far parte del museo nel 2004, nel 2006 è stata nominata Chief Curator, incarico che ha ricoperto fino al 2015. Durante questo incarico, De Salvo ha supervisionato il programma artistico del museo, rivestendo un ruolo fondamentale per la progettazione del nuovo edificio del Whitney e guidando il team curatoriale nel realizzare la grande mostra inaugurale, America Is Hard to See (2015). Attualmente si occupa di condurre gli sforzi del museo nel definire e nel comunicare una nozione ampliata di arte negli Stati Uniti, sia a livello nazionale sia internazionale. Inoltre, organizza mostre e allestimenti della collezione, co-dirige il Painting and Sculpture Acquisition Committee e sovrintende il progetto di catalogo ragionato dei film di Andy Warhol. Le mostre che ha curato o co-curato al Whitney includono: Andy Warhol—From A to B and Back Again (2018—in corso), Hélio Oiticica: To Organize Delirium (2017), Open Plan: Michael Heizer (2016), Open Plan: Steve McQueen (2016), Sinister Pop (2012—2013), Roni Horn aka Roni Horn (2009-2010), e Lawrence Weiner: AS FAR AS THE EYE CAN SEE (2007-2008).
Nota esperta di arte degli anni Sessanta, e in particolare di Andy Warhol, De Salvo è stata Adjunct Curator per l’Andy Warhol Museum ed è stata curatore di Andy Warhol: Disaster Paintings, 1963 (Dia Art Foundation, 1986); Andy Warhol: Hand-Painted Images, 1960-62 (Dia Art Foundation, 1987); Hand Painted Pop: American Art in Transition 1955-1962 (LAMoCA, 1992),”Success is a Job in New York”: The early art and business of Andy Warhol, (Grey Art Gallery, 1989); e di una retrospettiva sul lavoro dell’artista tenuta alla Tate Modern (2002). Dal 1981 al 1986, De Salvo è stata curatore alla Dia Art Foundation, dove ha lavorato a stretto contatto con diversi artisti, tra cui John Chamberlain, Walter De Maria, Donald Judd, Cy Twombly e Andy Warhol. Ha lavorato come Senior curator alla Tate Modern; come Curator-at-Large, Wexner Center for the Arts; e come Robert Lehman Curator, The Parrish Art Museum. Ha ricevuto il premio Alfred H. Barr Jr. dalla College Art Association.
Andy Warhol, nato a Pittsburgh nel 1928 da una coppia di immigrati cecoslovacchi, a diciassette anni si iscrisse al Carnegie Institute of Technology frequentando i corsi di disegno e arti decorative. Nel 1949 giunse a New York dove iniziò a lavorare come illustratore per riviste di moda e agenzie pubblicitarie. Al 1960 data la conversione alla pittura. Un paio di anni dopo l’artista ricorse alla serigrafia, tecnica che oltre all’impersonalità dell’esecuzione gli consentiva di riprodurre l’immagine in un numero potenzialmente infinito di esemplari mantenendo inalterata la qualità di partenza. “Il motivo per cui dipingo in questo modo – dichiarò nel 1967 – è che voglio essere una macchina e che sento che quando faccio una cosa come se fossi una macchina ottengo il risultato che voglio. Penso che tutti dovremmo essere macchine”. Nel 1963 Warhol trasferì lo studio in un grande loft sulla 47esima Strada e lì, grazie a una schiera di collaboratori, allargò la propria attività creativa. Nella Factory – nome dato al proprio laboratorio – nascevano opere serigrafiche, ma anche fotografiche e filmiche. L’iconografia era decisamente ampia: temi di morte violenta (le vittime di un incidente aereo, la sedia elettrica usata come pena capitale), le celebrità hollywoodiane (Marilyn Monroe, Elvis Presley, Liz Taylor) oppure i più tipici prodotti alimentari della civiltà americana (le bottiglie della Coca Cola, le scatole della zuppa Campbell’s). Negli ultimi anni l’artista si dedicò anche alla televisione e all’editoria. Contemporaneamente iniziò a rivisitare le grandi opere del passato (da Leonardo a de Chirico) collaborando anche con gli artisti dell’ultima generazione. Morì nel 1987 in seguito ai postumi di un’operazione chirurgica.