Mira
L’esposizione continua alle immagini produce unicamente alienazione e ne impedisce quella naturale assimilazione, spontanea e consapevole. Focalizzare l’attenzione su un unico ‘oggetto’ acuisce la capacità di osservazione, rende concretamente percettibile ciò che si offre allo sguardo.
Comunicato stampa
In quanti e in quali modi si può esercitare lo sguardo?
Guardare è un viaggio senza meta il cui unico fine è cogliere, nell’apparenza dell’ovvio, i dettagli reconditi dell’in-visibile. Esercitare l’occhio al vedere vuol dire costringere la mente ad un processo di rielaborazione dei dati sensibili. Quindi non mera divagazione ma ricerca: vedere per ri-visitare, per scoprire la realtà sensoriale densa di significati. L’esposizione continua alle immagini produce unicamente alienazione e ne impedisce quella naturale assimilazione, spontanea e consapevole. Focalizzare l’attenzione su un unico ‘oggetto’ acuisce la capacità di osservazione, rende concretamente percettibile ciò che si offre allo sguardo.
Antonio Lucifero e Mario Moscadello, ricercatori instancabili, sfruttano la fissità dell’immagine allo scopo di varcare la soglia della superficialità. Dunque ‘mirare’ ovvero ‘mettere a fuoco’, acuire la vista per rendere attento e puntuale lo sguardo e carpire, dall’insieme apparente, ogni singolo e significativo dettaglio.
Questo è il senso di Mira: fornire un’occasione, una modalità d’indagine della realtà tangibile.