Marco Gastini – Nel volo… sospeso
Marco Gastini, torinese anch’egli, per primo ha accettato la sfida di allestire una sua mostra in questa situazione spaziale stimolante ma contrassegnata stavolta anche dalla memoria di un altro artista. Due grandi quadri del 2010 – Nel volo… sospeso I e II, appesi al soffitto uno di spalle all’altro – si collocano al centro esatto del perimetro di una stanza senza pareti, eredità di Giulio Paolini, che la progettò in scala rispetto al salone per il suo intervento.
Comunicato stampa
In occasione del ciclo di mostre nella Sala Napoleonica, l’Accademia di Belle Arti di Brera, nelle figure del suo Presidente Salvatore Carrubba, del Direttore Gastone Mariani e della Commissione Cultura dell’Istituzione (formata da Marco Meneguzzo, coordinatore, Francesca Alfano Miglietti, Claudio Cerritelli, Giacinto Di Pietrantonio, Alberto Garutti, Flaminio Gualdoni, Laura Lombardi, Franco Marrocco, Elena Pontiggia, Remo Salvadori), ha invitato Marco Gastini a pensare una propria mostra in relazione all'opera progettata nel 2010 da Giulio Paolini per l'apertura di questa rinnovata serie di iniziative.
La Sala Napoleonica è un prestigioso spazio neoclassico adibito a mostre, convegni, incontri, sin dalla sua prima ideazione, dalla fine del XVIII secolo. La Commissione Cultura dell’Accademia ha ideato un progetto a lungo termine, volto a valorizzare non solo lo spazio, ma il pensiero di una scuola d’arte così prestigiosa. L’accademia di Brera aveva chiesto a Paolini non solo di regalare una sua mostra all’istituzione e alla città, ma soprattutto di pensare e di realizzare una struttura fisica espositiva che andasse oltre la sua mostra, che potesse essere utilizzata per altri artisti e altre rassegne, pur mantenendo la riconoscibilità del suo intervento progettuale: questo per dimostrare didatticamente a studenti, docenti e pubblico la possibilità di un’interazione diversa tra le varie componenti del sistema dell’arte.
Marco Gastini, torinese anch’egli, per primo ha accettato la sfida di allestire una sua mostra in questa situazione spaziale stimolante ma contrassegnata stavolta anche dalla memoria di un altro artista. Due grandi quadri del 2010 - Nel volo... sospeso I e II, appesi al soffitto uno di spalle all’altro – si collocano al centro esatto del perimetro di una stanza senza pareti, eredità di Giulio Paolini, che la progettò in scala rispetto al salone per il suo intervento. Fuori da questo volume geometrico ed essenziale, si trovano due plexiglas del 1970, sui quali le macchie di pittura di piombo sembrano appena essersi raggrumate. Le due grandi tele al centro, così come l’artista è uso agire nell’ultimo decennio, sono “colpite” da lastre d’ardesia infisse sulla superficie, come se vi fossero state lanciate da un ciclope, sino a formare una composizione spaziale di fatto tridimensionale, mentre, le opere leggere, aeree perché trasparenti, degli anni Settanta, con la loro convessità e la loro posizione sul perimetro della struttura sembrano evidenziare il peso, la pressione atmosferica che “gonfia” la loro forma in maniera evidente, rendendo al contempo “corporea” la definizione paoliniana dello spazio. In questo chiasmo concettuale Marco Gastini ha vinto la sua prova e ha inverato nei fatti il progetto dell’Accademia per il Salone Napoleonico.
Marco Gastini è nato nel 1938 a Torino, dove vive e lavora. Dalla seconda metà degli anni sessanta, sviluppa un’originale ricerca artistica sulla pittura, inizialmente attraverso una riflessione sui suoi elementi essenziali, poi reintroducendo colore e materiali tradizionalmente eterodossi, che generano un rapporto di equilibrio dinamico fra la tela e lo spazio circostante e suscitano nello spettatore una forte tensione emotiva. Ha esposto i suoi lavori nelle più importanti città italiane e all’estero, e, fin dagli anni ottanta, grandi musei gli hanno dedicato mostre retrospettive (si ricorda quella ospitata nel 2001 dalla Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e dalla Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco di Baviera); le sue opere si trovano in prestigiose collezioni pubbliche e private.