Liliana Moro – Moi
Moi è il titolo dell’opera che Liliana Moro presenta nel mezzo della navata centrale della ex-chiesa di San Francesco. Si tratta di un lavoro sonoro concepito per l’occasione, in cui le parole dell’artista evocano la presenza del movimento di due corpi e procedono seguendo una partitura ritmica di pause e di accelerazioni.
Comunicato stampa
Siamo davvero liberi?
XVIII Corso Superiore di Arti Visive
Dal 2 al 25 luglio 2012
Liliana Moro
Moi
5 luglio 2012
Conferenza di Liliana Moro
ore 18.30
Fondazione Antonio Ratti – Villa Sucota Via per Cernobbio 19, Como
mostra di Liliana Moro
inaugurazione ore 20
Spazio Culturale Antonio Ratti (ex-chiesa di San Francesco) Largo
Spallino 1, Como
Il 5 luglio, alle ore 18.30, si terrà la conferenza, aperta al pubblico, di
Liliana Moro presso la sede della Fondazione Antonio Ratti. Seguirà
l’inaugurazione di Moi, personale di Liliana Moro, presso lo Spazio
Culturale Antonio Ratti (ex-chiesa di San Francesco) in Largo Spallino,
1 a Como.
La mostra sarà visitabile fino al 12 settembre 2012, da martedì a
domenica, dalle 16.00 alle 20.00.
Come ogni parola, Moi è prima di tutto un suono. Potrebbe essere un
verso, un’espressione onomatopeica, ma anche la prima persona
singolare in francese, il pronome“Io”.
Moi è il titolo dell’opera che Liliana Moro presenta nel mezzo della
navata centrale della ex-chiesa di San Francesco. Si tratta di un lavoro
sonoro concepito per l’occasione, in cui le parole dell’artista evocano la
presenza del movimento di due corpi e procedono seguendo una
partitura ritmica di pause e di accelerazioni. È apparentemente la
descrizione di un’azione, ma nel pubblico che l’ascolta produce
un’inconsueta sensazione di dilatazione e di contrazione della
percezione e della comprensione del testo e del tempo più in generale.
In Moi il pubblico passa dall’essere osservatore a - una volta che è
entrato nel cerchio sonoro - osservato dagli altri.
La voce di Liliana Moro parla di un’azione performativa. Ma, una volta
uscito dal cerchio, dove il suono non è più intellegibile, per gli spettatori
è inevitabile domandarsi se quel testo, in fondo, non parli proprio di sé.
Come ogni anno il corso, diretto da Annie Ratti e curato da Andrea
Lissoni, offre un calendario di conferenze aperte al pubblico, tenute
da relatori provenienti da diversi ambiti della cultura internazionale.
Il 10 luglio è previsto un incontro con Toni Negri dal titolo Siamo
davvero liberi?, mentre il 12 luglio Arto Lindsay terrà una conferenza
dal titolo Proud Beggars.
Tutte le conferenze si terranno alle 18.30 presso la sede della
Fondazione Antonio Ratti, Villa Sucota, Via per Cernobbio 19, Como.
Il 19 luglio si terrà Corso Aperto.
In questa occasione gli artisti partecipanti al corso presenteranno i
propri percorsi di ricerca e i loro lavori.
I venti giovani artisti che parteciperanno alla diciottesima edizione
del Corso Superiore di Arti Visive sono: Franco Ariaudo (Italia),
Béatrice Bailet (Francia), Filippo Berta (Italia), Roberta Busechian
(Italia), Giulia Cenci (Italia), Delphine Chapuis Schmitz (Francia),
Eleonora Di Marino (Italia), Alessandro Di Pietro (Italia), Kevin
Gallagher (USA), Martino Genchi (Italia), Helena Hladilová
(Repubblica Ceca), Eduardo Navarro (Argentina), Serena Porrati
(Italia), Luca Pucci (Italia), Carlo Spiga (Italia), Cosimo Veneziano
(Italia), Ninni Wager (Finlandia), Matthew Wilson (USA), Reece
York//Ben Rodin (Australia).
Liliana Moro nasce nel 1961 a Milano, dove vive e lavora.
Nel 1989 fonda, insieme a altri artisti, lo Spazio di Via Lazzaro Palazzi a
Milano che chiuderà nel 1993.
Incontrando i lavori di Liliana Moro si ha la percezione che sia presente
solo ciò che è strettamente necessario. Suono, parole, sculture, oggetti
e performance, compongono un mondo che “mette in scena” una realtà,
allo stesso tempo, cruda e poetica. Sono territori di un’esperienza
individuale (quella dell’artista ma soprattutto dello spettatore) che
invitano ad andare oltre ciò che è visibile. La riduzione all’essenziale
intesa come attitudine, pratica e posizione, non è il risultato di una
ripresa del linguaggio minimal, si tratta piuttosto di una modalità che
l’artista mette in atto sia quando sceglie di impiegare tecniche
elaborate, sia quando sceglie di utilizzare materiali esistenti o oggetti
d’uso comune.
Liliana Moro ha esposto in importanti mostre collettive internazionali, tra
cui: Documenta IX, Kassel (1992); Aperto XLV Biennale di Venezia
(1993); Castello di Rivoli, Torino (1994); Quadriennale, Roma
(1996/2008); Moderna Museet, Stoccolma (1998); PS1, New York
(1999); De Appel, Amsterdam (1999), e Biennale di Valencia (2001). Ha
inoltre tenuto mostre personali presso Galleria Emi Fontana, Milano;
Greta Meert, Bruxelles; MUHKA, Anversa e Fondazione Ambrosetti,
Brescia.
Liliana Moro ha recentemente esposto presso L’Istituto Italiano di
Cultura, Los Angeles (2008) e la Fabbrica del Vapore, Milano (2008),
ed ha partecipato a importanti collettive, tra cui Italics, Palazzo Grassi,
Venezia (2008); Focus on Contemporary Italian Art, Mambo, Bologna
(2008); Save Venice, Magazzini del Sale, evento collaterale della 53.
Biennale di Venezia (2009) e Celebration, Institution, Critique, Galleria
Civica di Trento (2009).