Laura Bassi e le altre filosofesse di Bologna
Il percorso espositivo mette al centro la straordinaria vicenda umana e intellettuale di Laura Bassi (Bologna, 1711-1778), collocandola nel contesto sociale e culturale del Settecento, non solo bolognese, ma italiano. Il titolo della mostra vuole sottolineare che il caso di Laura Bassi, per quanto eccezionale, non fu tuttavia unico.
Comunicato stampa
Il percorso espositivo mette al centro la straordinaria vicenda umana e intellettuale di Laura Bassi (Bologna, 1711-1778), collocandola nel contesto sociale e culturale del Settecento, non solo bolognese, ma italiano. Il titolo della mostra vuole sottolineare che il caso di Laura Bassi, per quanto eccezionale, non fu tuttavia unico.
Il Settecento fu chiamato il “secolo delle donne” per la nuova visibilità e influenza culturale che le donne dei ceti privilegiati seppero conquistare grazie a inediti costumi sociali come i salotti e le conversazioni miste e alla maggiore diffusione dell’istruzione femminile. Il tema degli studi delle donne divenne oggetto di un grande dibattito che percorse tutto il secolo, soprattutto in Italia.
Il ruolo centrale di Prospero Lambertini, prima come arcivescovo di Bologna, poi come papa Benedetto XIV, nella promozione dei riconoscimenti ufficiali a donne filosofe, matematiche, anatomiste, come Laura Bassi, Maria Gaetana Agnesi, Anna Morandi, permette di iscrivere le loro storie nel quadro del cosiddetto cattolicesimo illuminato.
In questo panorama Bologna occupa un posto particolare.
Fu infatti l’unica città dell’Europa settecentesca dove alcune donne ebbero la possibilità di ottenere lauree e incarichi di insegnamento nell’università e diventare socie di una prestigiosa accademia scientifica.
Laura Bassi, proclamata nel 1732 dottoressa in filosofia, lettrice (onoraria) di Filosofia universa, socia (onoraria) dell’Accademia delle scienze, fu la prima di un piccolo gruppo di laureate e/o lettrici, da Cristina Roccati a Anna Morandi, da Clotilde Tambroni a Maria Dalle Donne.
Un altro aspetto importante che la figura di Laura Bassi, donna e scienziata, bene rappresenta è il carattere ‘socievole’ della scienza settecentesca. Le grandi questioni teoriche e gli esperimenti (soprattutto quelli sull’elettricità e sul vuoto) suscitavano interesse anche in ambienti esterni alle università e alle accademie, come i salotti dell’élite aristocratica e intellettuale. Laura Bassi non faceva eccezione.
La casa che condivideva con il marito Giuseppe Veratti, fornita di un aggiornato laboratorio, divenne un noto luogo di incontri, esperimenti e dibattiti frequentato da ospiti locali e da forestieri di passaggio. Fu anche per 30 anni la sede della scuola dove la dottoressa Bassi svolgeva corsi annuali di fisica sperimentale, anche per aggirare il divieto di tenere normali lezioni pubbliche nell’Archiginnasio, impostole da senato causa sexus, a causa del suo sesso.
Laura Bassi partecipava tuttavia assiduamente anche a ricerche ed esperimenti che si svolgevano nell’Istituto delle Scienze e delle Arti di Palazzo Poggi, ed esponeva pubblicamente i loro risultati nelle dissertazioni presentate nell’Accademia delle scienze, di cui era socia onoraria dal 1732 e accademica Benedettina dal 1745.
L’Istituto fondato nel 1711, per volontà del suo ideatore, il generale e scienziato Luigi Ferdinando Marsili, del Senato e del papa Clemente XI, era il motore della vita scientifica della Bologna del Settecento. Grazie alla sua attività, Bologna divenne un importante polo scientifico, un modello per gli altri centri italiani e un punto di riferimento. In questo contesto, italiano ed europeo, va vista l’attività scientifica di Laura Bassi, che era anche personalmente in contatto epistolare con importanti scienziati, da Lazzaro Spallanzani ad Alessandro Volta.
Le ricerche di Laura Bassi erano ispirate ai principi della filosofia naturale di Newton. Nei suoi programmi d’insegnamento dava grande risalto agli esperimenti dell’Optiks sulla luce e i colori, che usava ripetere con grande abilità per gli studenti e per i semplici “curiosi”.
La sua aggiornata formazione matematica è documentata dalle quattro dissertazioni accademiche pubblicate nei Commentarii dell’Accademia delle scienze, purtroppo le sole giunte fino a noi. Le altre 28, di cui abbiamo notizie e titoli sono andate perdute. La mostra di Palazzo Saraceni è divisa in 7 sezioni, tra biografia e contesti locali, panorama europeo e storia della scienza. Nelle diverse sezioni sono esposti alcuni ritratti, tra i quali si citano quelli di Laura Bassi del pittore Carlo Vandi e quello del cardinale Lambertini di Giuseppe Maria Crespi.
Tra i documenti più significativi ricordiamo: 4 diplomi di Accademie, le tesi di Filosofia e quelle sull’acqua discusse da Bassi per ottenere la laurea e la cattedra.
Verranno inoltre esposti testi esemplari del dibattito settecentesco sugli studi delle donne e opere di Maria Gaetana Agnesi, Madame du Châtelet, Clotilde Tambroni e, naturalmente i 2 volumi dei Commentarii dell’Accademia delle Scienze che contengono dissertazioni di Laura Bassi. Completano la mostra alcuni strumenti scientifici settecenteschi e una scultura in carta appositamente ideata dalla scenografa Claudia Botta che rappresenta Laura Bassi realizzata da Valentina Carcupino.