La luce nel frutteto

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE ACCORSI
Via Po 55, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a venerdì 10.00-13.00; 14.00-18.00
Sabato e domenica 10.00-13.00; 14.00-19.00

Vernissage
25/09/2015

no

Biglietti

L’ingresso all’esposizione è gratuito per i visitatori del Museo di arti decorative.

Generi
arti decorative e industriali

Più di 500 foglie, intrecci di bande stagnate a comporre cestini come se fossero di giunco, oltre i tre mesi di lavoro: sono questi alcuni numeri necessari per ricreare una natura immersa nella luce. Le sale della cucina e anti cucina del Museo Accorsi – Ometto saranno difatti protagoniste di una installazione che le trasformerà in un frutteto luminoso.

Comunicato stampa

Più di 500 foglie, intrecci di bande stagnate a comporre cestini come se fossero di giunco, oltre i tre mesi di lavoro: sono questi alcuni numeri necessari per ricreare una natura immersa nella luce. Le sale della cucina e anti cucina del Museo Accorsi – Ometto saranno difatti protagoniste di una installazione che le trasformerà in un frutteto luminoso. Negli ambienti saranno esposte cinque sculture luminose raffiguranti alberi da frutto (pero, susino, nespolo, ciliegio e mandarino), un agrifoglio ed una serie di cestini colmi di frutta realizzate da Armando Vocaturi, in collaborazione con il figlio Enrico. Si tratta di un doveroso omaggio per un artista / artigiano – come si ama definire – di cui quest’anno ricorrono i cinquant’anni di attività.
Le cinque sculture possono indubbiamente rappresentare, per dimensioni e difficoltà esecutive, la summa del lavoro artistico di Vocaturi. Gli alberi difatti, di oltre i due metri di altezza per un diametro di circa un metro e mezzo, sono realizzati a perfetta imitazione naturale e sono dettagliati sin nei minimi particolari: frutti, colori, movimento delle fronde, tutto quanto è scrupolosamente riprodotto, con un fine ultimo che non è pedissequa copiatura, ma comprensione dell’oggetto raffigurato, nel rispetto della sua armonia per la realizzazione un oggetto “altro”, perfettamente sovrapponibile a quello originale.
La lavorazione al ferro battuto segue una antica tradizione fatta di processi assai lunghi e laboriosi, che Armando Vocaturi padroneggia a fronte della sua lunga esperienza e passione, trasmessa al figlio Enrico: basti pensare all’albero di pere, composto da oltre 600 foglie e da 60 pere, mentre la base, realizzata con una struttura in ferro piena di piombo, è rivestita con una lamiera battuta ad imitare il suolo. Una tradizione fatta di pazienza e sacrificio, prima di poter vedere il risultato finale, che permette all’artefice di contrarre un dialogo serrato e personale tra il materiale grezzo e la fantasia creatrice, tra la manualità e l’ingegno, seguendo una vocazione artistica che nelle opere di Vocaturi traspare in modo evidente.
L’arte del ferro è un mestiere antico, che si realizza tramite pochi e semplici strumenti, essenziali, rimasti immutati nel corso dei secoli. Per Armando Vocaturi l’incontro con il metallo avviene abbastanza presto. Nato a Cassano allo Ionio (CS) nel 1934, sin da ragazzo è affascinato dalla lavorazione dei metalli. A venticinque anni si trasferirà a Torino, dove presto inizierà a lavorare in una bottega di via Po specializzata nella lavorazione del ferro battuto. Qui saprà distinguersi per la grande abilità tecnica oltre che per un raffinato gusto estetico, che lo porterà ad aprire una bottega tutta sua e a collaborare per committenze importanti (istituti bancari, teatri) e soprattutto per il celebre antiquario Pietro Accorsi, che lo aiuterà ad affinare il suo gusto estetico, a distinguere il bello dall’ordinario.