Ipercorpo 2012
Articolo 1. Questa edizione del festival ruota attorno alla collezione Verzocchi, strettamente aderente al tema del lavoro, per ipotizzarne uno sviluppo con critici, storici dell’arte e del teatro, scrittori e artisti, tutti nati tra la fine degli anni Sessanta e gli Ottanta.
Comunicato stampa
Che cosa io faccio delle condizioni. Che cosa le condizioni fanno di me.
Dopo sei anni di esperimenti attorno ad una forma festival si riparte con la sensazione che tutto sia da rifare di nuovo. Ma è veramente possibile coglierne degli aspetti inediti?
Inedita è la collaborazione ideativa con un giovane critico e curatore d’arte contemporanea, Davide Ferri, che negli anni ha lavorato con continuità sul medium pittura.
Inedito uno sfondo così preciso come quello della collezione Verzocchi, tale da chiamarci ad organizzare un bando per la scelta dei progetti, fatto inedito anch’esso.
Inedito un confronto con una parola che avverto così pericolosa: lavoro. Se ne percepisce il pericolo non tanto per l’ampiezza dei significanti quanto per la loro corruzione entro frasi e declinazioni di pensiero immediatamente strumentalizzabili.
Inediti alcuni artisti invitati e, si scoprirà, anche l’inedito di altri già conosciuti dal pubblico di Ipercorpo. Tutti comunque scelti tentando di costruire un caleidoscopio di azioni a partire da questa parola: lavoro.
Inedito infine riscontrare che, nonostante la storica prima apertura dell' Ex-Deposito ATR Savonarola avvenuta nel 2011, dove sono state mostrate chiaramente le potenzialità di un luogo per il contemporaneo e la ricerca in ambito performativo, le condizioni economiche non sono cambiate, sono anzi peggiorate sul fronte istituzionale. Questo ci obbliga a reagire nella velocità e nella fuga in avanti. Ci obbliga a vivere il nostro lavoro culturale come qualcosa di soggetto ad un atto predatorio. E riguarda tutti coloro che, attraversando questi spazi, li rendono vivi insieme a noi. Ci impone un perenne stato di allerta. Si può parlare di una pratica?
Claudio Angelini
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Articolo 1 - Una tavola rotonda
La collezione Verzocchi è strettamente aderente ad un tema, il lavoro, ed è anche il ritratto di un’Italia che non c’è più, un paese di pescatori, contadini, sarte, merlettaie, mondine, fabbri, che si muovono in un paesaggio agreste e semi urbanizzato: in costruzione. Ad esempio gli operai di Enzo Morelli lavorano a nuove strade, la fornace di Orfeo Tamburi è a cielo aperto, a margine della città che va espandendosi; il ponte di Anselmo Bucci è un progetto visionario che unisce le due sponde di un piccolo paese di campagna.
Ho pensato spesso a come sarebbe oggi, a distanza di più di cinquant’anni, una collezione di opere di artisti della mia generazione che parlano di lavoro. È possibile ipotizzare uno sviluppo della collezione Verzocchi facendo i conti con uno scarto temporale così ampio? E che cosa accadrebbe se quello scarto lo si traducesse in parole, e in un racconto per immagini?
Primo passo di un progetto più ampio la tavola rotonda getta idealmente le fondamenta per il lavoro a venire (una mostra, ma anche una serie di incontri che si svolgeranno in aprile) ed è divisa in due momenti: il primo è un tentativo di ripercorrere il filo della storia della collezione, dei rapporti tra committente e artisti, tra la collezione e la città che la ospita.
La seconda parte invece, a cui partecipano critici, storici dell’arte e del teatro, scrittori e artisti, tutti nati tra la fine degli anni sessanta e gli ottanta, ruota attorno ai problemi del lavoro culturale oggi e alla sua rappresentazione. Gli invitati alla tavola rotonda operano all’interno dei luoghi di produzione culturale (musei, case editrici, teatri, università) o hanno animato il dibattito sul lavoro attraverso piattaforme di discussione come TQ, Il Quinto Stato, Teatro Valle Bene Comune.
La collezione Verzocchi, distante pochi passi dall’Ex deposito Atr, si situa così come contraltare e come orizzonte storico sul quale proiettare dialetticamente il filo di questo discorso.
Nel corso della giornata si svolgerà inoltre una performance di Italo Zuffi.
Davide Ferri
Sabato 22 settembre - Interventi di:
David Beronio (Chiavari, 1972), regista teatrale e co-fondatore di Teatro Akropolis, da anni un punto di riferimento internazionale per il teatro contemporaneo di ricerca a Genova.
Luca Bertolo (Milano, 1968), artista. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha esposto recentemente in spazi come Nomas Foundation, Roma 2012; Arcade, Londra 2012; Spazio A, Pistoia 2011.
Cecilia Canziani (Roma, 1976), curatrice e critica d’arte. È membro fondatore di 1:1 Projects e dal 2008 è co-direttrice di Nomas Foundation, Roma.
Michele Dantini (Firenze, 1966), critico d’arte, saggista e professore associato di storia dell’arte contemporanea presso l’Università del Piemonte Orientale. Collabora regolarmente con Il Manifesto, Doppio Zero, Alfabeta 2.
Davide Franceschini (Roma, 1975), storico dell’architettura, fotografo e attivista. È tra i membri fondatori della coalizione Il Quinto Stato.
Vincenzo Latronico (Roma, 1984), scrittore e critico d'arte. Ha pubblicato due romanzi (Ginnastica e rivoluzione, 2008, e La cospirazione delle colombe, 2011) e un testo teatrale (Linee guida sulla ferocia, 2009), sempre con Bompiani. Scrive di arte su Domus, Flash Art e Frieze.
Silvia Mei (Lucca, 1982), ricercatrice in performing arts, curatrice indipendente e critica militante per le testate online cultureteatrali.org e paneacqua.info. Secondo un'ottica multilineare si occupa di teatro e di danza nelle loro relazioni novecentesche e contemporanee.
Claudio Spadoni (Ravenna, 1944), critico e storico dell’arte. Dal 2002 è direttore artistico del Mar – Museo d’Arte Città di Ravenna e, dal 2012, co-direttore di Artefiera, Bologna.
Clemente Tafuri (Genova, 1974), scrittore, co-fondatore e regista di Teatro Akropolis. I suoi romanzi sono pubblicati da Einaudi e tradotti all'estero.
Serena Togni (Forlì, 1975), storica dell’arte. Collabora da dieci anni con realtà pubbliche e private nell’ambito della ricerca, la divulgazione e la didattica dell’arte, in particolare per le collezioni permanenti e le mostre temporanee dei Musei San Domenico di Forlì.
Elena Volpato (Venezia, 1973), curatrice e critica d’arte. Nel 1999 ha dato vita alla Collezione video della GAM-Galleria d’Arte Moderna di Torino, di cui è tuttora curatore. Suoi articoli sono apparsi su saturno, Mousse Magazine
Italo Zuffi (Imola, 1969), artista. Utilizza scultura, performance, video e scrittura. Dal 2011 è guest-lecturer in performance e scultura all’Accademia di Belle Arti dell’Aja. Il suo pensiero è da tempo attratto dai concetti di Competizione, Tremolio, e Fede Rustica.
Il programma completo è sul sito.
Ufficio Stampa Nazionale:
Mara Serina / Iago Studio
[email protected]
Ufficio Stampa Territoriale:
Paola Francia / Red Paper
[email protected]
LUOGHI
Deposito ATR, Piazzetta Girolamo Savonarola n.6 - Forlì (FC)
Fabbrica delle Candele, Piazzetta Corbizzi n.30 - Forlì (FC)
BIGLIETTI
Serata di apertura alla Fabbrica delle Candele: ingresso gratuito
Ingresso unico per ogni serata Deposito ATR: 12 euro
L’ingresso comprende l’accesso a tutte le installazioni ed i concerti.
Per gli spettacoli, dato il numero limitato di posti, si procederà ad esaurimento posti con prenotazione nella serata stessa di spettacolo.
NON VERRANNO ACCOLTE PRENOTAZIONI TELEFONICHE O WEB NEI GIORNI PRECEDENTI LE SERATE DI SPETTACOLO
Richiesta informazioni: 347.3169141 o [email protected]
WORKSHOP
I workshop si terranno alla Fabbrica delle Candele in Piazzetta Corbizzi 30 - Forlì (FC)
Atelier per lo spettatore_Evidentia condotto da Silvia Mei è ad iscrizione gratuita
Scuola temporanea del corpo sottile_How to grow a lotus condotto da Francesca Proia, iscrizione 90 euro a persona
Per info e iscrizioni: tel 338.7561112 o [email protected]