Impuri Tour

Informazioni Evento

Luogo
BIBLIOTECA COMUNALE
Via Togliatti 37 50055 , Lastra a Signa, Italia
Date
Dal al

aperta durante l'orario di apertura della biblioteca
dal martedì al venerdì 9-13, 15-19; lunedì e sabato 9-13

Vernissage
15/02/2014

ore 11

Generi
arte contemporanea, doppia personale
Loading…

Impuri Tour è un progetto che nasce come estensione nomade e portatile della mostra svoltasi tra settembre e novembre 2013 a Pontassieve.

Comunicato stampa

Parte il 15 febbraio 2014 dalla Biblioteca di Lastra a Signa l'Impuri Tour dell'artista fiorentina Sandra Tomboloni e collettivo Homeless#2013, grazie all'ospitalità della rassegna Biblioart a cura di Andrea Lemmi.

Impuri Tour è un progetto che nasce come estensione nomade e portatile della mostra svoltasi tra settembre e novembre 2013 a Pontassieve. In questa occasione Sandra Tomboloni, supportata da un collettivo di associazioni e singoli (nominato poi collettivo Homeless#2013) ha dato vita a Homeless#2013-Oggetti senza tetto, una mostra-progetto patrocinata dal comune di Pontassieve e dalla Regione Toscana, in cui i temi dello spreco e dell'emarginazione sono stati messi al centro della discussione. L'intervento dell'artista non si è limitato a una semplice mostra o installazione ma è andato a sondare il territorio, chiamando in causa la cittadinanza, e in particolar modo le scuole, che hanno partecipato con grande impegno ai laboratori didattici organizzati dalle associazioni Arte in Erba, Mooma e Spazio Off.
Prendendo a pretesto la tematica dello spreco l'artista ha coinvolto da subito anche l'azienda di smaltimento rifiuti Aer di Pontassieve, che ha messo a disposizione del progetto tutti gli oggetti raccolti in discarica. Perché buttare via le cose, perché abbandonarle - ci chiede Sandra Tomboloni - a volte lo si fa anche con le persone, le si abbandonano solo perché non ci piacciono più. La Tomboloni ha portato tutti a riflettere su queste tematiche partendo proprio dalla poetica che da sempre è il fondamento della sua ricerca. I suoi lavori nascono spesso da oggetti trovati per strada, abbandonati vicino ai cassonetti solo perché hanno dei piccoli difetti o non sono più di moda. Lei invece li recupera, li accoglie, li veste di nuova vita ricoprendoli di stoffa, pongo e colore, e facendoli diventare gli ospiti d'onore, i protagonisti più attesi.

Da subito Sandra Tomboloni ha pensato a questo progetto come a un'opera pronta ad accogliere il contributo di tutti e per andare incontro a tutti. Allora si è pensato di fare in modo che il lavoro non si fermasse lì e che il cantiere rimanesse in qualche maniera aperto. E' stato così costruito il carretto di Impuri Tour con gli stessi oggetti recuperati dai cassonetti e dalla discarica. Un carretto fatto di pancali, pezzi di legno, un asse da stiro abbandonata e un vecchio monopattino a fare da timone. Un carretto pronto ad accogliere, accanto ad alcune delle opere della Tomboloni, le idee di tutti, i disegni fatti dai ragazzi durante i laboratori, i pensieri di chi è passato per caso dalla mostra, un commento lasciato sul blog. Un carretto per portare in giro un messaggio e per raccoglierne di nuovi.

In questa prima fase il carretto di Impuri Tour andrà in alcune biblioteche della Toscana con il suo carico di domande e di stimoli. Verranno messi a disposizione tante idee e spunti per coinvolgere anche le famiglie e le scuole.
Il progetto è accompagnato da una fanzine sulla quale via via sono stati appuntati disegni, frasi, riflessioni, testi di canzoni sui temi dello spreco, dell'emarginazione e dell'uguaglianza, e una versione del blog www.homeless2013.tumblr.com stampata e pronta a fare da diario di bordo e guida.
Una nuova fanzine sarà creata per accompagnare Impuri Tour e diventerà, insieme al carretto, il punto di raccolta di tutto il nuovo materiale.
A maggio il carretto tornerà a Pontassieve con il suo preziosissimo carico!

Non si tratta di un lavoro che nasce dal nulla; è piuttosto il frutto di un percorso di vita compiuto da Sandra Tomboloni, in lei arte e vita coincidono. Come un’ attivista sociale lavora in maniera tale da coinvolgere tutti coloro che si avvicinano ai suoi lavori in questa riflessione, ognuno da un contributo può essere un contributo creativo, di manovalanza, poetico o materiale. Lo scopo è fare un‘esperienza tutti assieme in materia di esclusione sociale, come nel caso della sua ultima mostra Homeless da cui è nato un blog homeless2013.tumblr.com. Lei stessa ha un passato di esperienze che l’hanno portata a conoscere la dimensione della marginalità, del vivere ai confini delle strutture sociali. Ma invece di farsi annientare da esse, come sovente accade, ne ha tratto desiderio di impegno a favore degli ultimi, unito a una forza espressiva diretta e capace di essere immediatamente comprensibile.
Per dare la dimensione di questo vissuto, come base della sua cifra espressiva, assieme agli oggetti trovati in discarica Sandra ha messo nel carretto anche le sue opere: le sue caratteristiche forme di pongo piene di tantissimi personaggi. Al fine di coinvolgere il pubblico in maniera concreta, Sandra Tomboloni invita chiunque a mettere un oggetto sul carretto. Un gesto semplice, ma che lega la sua storia a quella di tante altre persone e che, al tempo stesso, ci rende tutti coscienti di quanto abbandoniamo nella nostra vita quotidiana.
Mentre componeva l’opera Sandra vi ha anche aggiunto un riferimento ideale al dramma siriano, esemplificato nella disperazione di tanta povera gente costretta a mangiare carne “impura”, il maiale (lo è per i musulmani), pur di sfamarsi. Le persone che hanno partecipato a questo progetto ne sono uscite piene di entusiasmo. Crediamo che questo accada per l’impegno alla condivisione di Sandra, che non desidera più lavorare come un singolo artista, ma proprio come animatrice di tanti gruppi, si direbbe quasi di piccole comunità. (Stefania Gori)

Homeless#2013 è un progetto corale di scambio e collaborazione, che trova ragion d'essere nel coinvolgimento capillare delle persone. Sandra Tomboloni ne è artefice e regista, ma nel lavoro sono confluite sensibilità, punti di vista e competenze diverse, che hanno dato origine a interazioni fertili e aperture. Homeless#2013 è anche un progetto "senza tempo", che non si riduce allo spazio fisico e temporaneo di un'esposizione: un lavoro in progress che mira ad attivare connessioni e riflessioni potenzialmente senza fine. (...) Una sorta di “cantiere" basato sui concetti di alterità, sensibilità, differenza e apertura, che promuove la possibilità di guardare al circostante in maniera più ampia e complessa da un punto di vista estetico ma soprattutto etico. Un viaggio fisico che si nutrirà e si arricchirà dell'esperienza e dello sguardo di quanti vorranno in vario modo contribuire. (Elena Magini)

La spazzatura, l’espulsione il rifiuto, la cosa buttata via RI GETTATA (cioè non buttata via una sola volta, ma per sempre) è stato ed è il fondamento del mio lavoro, ma soprattutto della mia vita. Ho vissuto la strada come si respira l’aria, ho visto cose, case, persone, animali e fiori gettate in marciapiedi o stazioni ferroviarie. Vite buttate come oggetti in una discarica, veri e propri ostelli della miseria, aspettando di essere giustiziati da un inceneritore, vero e proprio strumento mortuario. L’espulsione di ciò che non ci piace perchè non è assimilabile in una società di indifferenza. Per me invece le cose, le vite buttate sono lo scrigno del tesoro, e… stanno lì, sul marciapiede, pronte ad essere colte come si raccolgono i fiori. E io vedo loro come invitati, come attori principali sul palcoscenico della vita, o come primi cittadini della REPUBBLICA DELLA FANTASIA dove, come veri e propri ospiti d’onore, sono i più attesi. Una sedia zoppa, raccolta nella pancia di un cassonetto, pronta per la pena di morte, e invece salvata, sprigiona la sua essenza trasformandosi in una o più città visibili, invisibili, dove tutte le brulicanti umanità hanno cittadinanza, o specchi che diventano veri e propri alveari dove tutti sono api regine! Sedie che diventano troni regali, vecchie coperte impreziosite che cingono grandi cose, quasi morte per l’ indifferenza. Per questo ho voluto che tutto partisse dal basso immaginando una casa pubblica fatta scoppiare da questi ospiti d’onore, per ricordare a noi stessi che non siamo uno spreco. (Sandra Tomboloni)