Il vetro per l’aperitivo
Attraverso una selezione di opere e materiali che include réclames, affiches, locandine, manifesti, menu, calendari, grafiche pubblicitarie, insegne metalliche e ceramicate, logo, ma anche creazioni di design e oggetti legati al momento dell’aperitivo come bicchieri griffati con i vari logotipi, sotto-bicchieri e porta-ghiaccio, bottiglie per il seltz di grande ricercatezza d’immagine, vengono affrontate le varie trasformazioni del piacere del brindisi, dalla Belle Époque al periodo déco e dalla ripresa post-bellica della “dolce vita” fino al contemporaneo happy hour: un fenomeno che assume i valori del “rito sociale”.
Comunicato stampa
Gesto antico, il brindisi è da sempre associato al vetro, che lo ha accompagnato nella sua evoluzione sociale: da iniziale strumento funzionale il calice conquista inesorabilmente una sua puntuale specificità formale traducendo tutti quei mutamenti che incidono sull’impianto per così dire scenografico dell’azione. Il brindisi rimarrà sempre un’esternazione celebrativa, ma mutano le forme del bicchiere assecondando gusti, tradizione e anche, nel ‘900, le follie dell’avanguardia artistica – futurista in particolare – che molto prese a cuore questo rito. Ospitata in Sala Brandolini dal 12 marzo al 29 maggio e realizzata in collaborazione con il M.A.X. Museo di Chiasso, la mostra “Il vetro per l’aperitivo. Trasformazioni del brindisi. Storie di vetro e di carta”, a cura di Gabriella Belli, Nicoletta Ossanna Cavadini e Chiara Squarcina, focalizza l’estetica del bicchiere per l’aperitivo e il suo protagonismo nella nuova forma di comunicazione globale: la pubblicità. Attraverso una selezione di opere e materiali che include réclames, affiches, locandine, manifesti, menu, calendari, grafiche pubblicitarie, insegne metalliche e ceramicate, logo, ma anche creazioni di design e oggetti legati al momento dell’aperitivo come bicchieri griffati con i vari logotipi, sotto-bicchieri e porta-ghiaccio, bottiglie per il seltz di grande ricercatezza d’immagine, vengono affrontate le varie trasformazioni del piacere del brindisi, dalla Belle Époque al periodo déco e dalla ripresa post-bellica della “dolce vita” fino al contemporaneo happy hour: un fenomeno che assume i valori del “rito sociale”. Una comunicazione pubblicitaria caratterizzata da forme e colori accattivanti: spiritelli avvolti in bucce di arancia, bottigliette che saltano e corrono, orsi che bevono l’aperitivo, fantini a cavallo di bottiglie che si accompagnano a bicchieri e contenitori in vetro dalle più svariate forme. Si delinea così una vera e propria storia della comunicazione di grandi aziende, quali Branca, Campari, Carpano, Cinzano, Cynar, Martini che affidarono la loro immagine ad artisti illustri come Marcello Dudovich, Leonetto Cappiello, Gino Boccasile, Fortunato Depero, Adolf Hohenstein, Franz Laskoff, Mario Gros, Achille Luciano Mauzan, Leopoldo Metlicovitz, Erberto Carboni, Jean D’Ylen, Carlo Fisanotti, René Gruau, Giuseppe Magagnoli detto Maga, Plinio Codognato, Marcello Nizzoli, Ugo Nespolo, Franz Marangolo, Aldo Mazza, Pino Tovaglia, Lora Lamm, Armando Testa e Giovanni Venturino.Catalogo Silvana Editoriale, 2015, bilingue italiano/inglese, a cura di Gabriella Belli, Giovanni Renzi, Nicoletta Ossanna Cavadini, con saggi dei curatori e di Antonio d’Avossa, Marco Gusmeroli, Chiara Squarcina, a corredo un’appendice documentaria con un ricco apparato iconografico e le biografie di artisti, grafici e cartellonisti.