Giacomo Manzù – La morte del Partigiano
L’opera Morte del Partigiano, rilievo in gesso di Giacomo Manzù che – grazie alla generosa donazione di Gabriella Scimè – entra a far parte delle raccolte d’arte del museo.
Comunicato stampa
Giovedì 18 aprile, alle ore 11:30, presso lo Spazio ParolaImmagine della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo si terrà la conferenza di presentazione dell’opera Morte del Partigiano, rilievo in gesso di Giacomo Manzù che – grazie alla generosa donazione di Gabriella Scimè – entra a far parte delle raccolte d’arte del museo.
Intervengono:
Franco Tentorio – Sindaco del Comune di Bergamo
Mario Scaglia – Presidente GAMeC
M. Cristina Rodeschini – Responsabile Accademia Carrara e GAMeC, Direttore
Sarà presente:
Gabriella Scimè – Donatrice dell’opera
Fino al 2 giugno 2013 il bassorilievo sarà esposto nell’ambito della Collezione Permanente, Spazio Caleidoscopio, in una mostra – a cura di M. Cristina Rodeschini – che presenta alcune delle numerose interpretazioni date da Manzù del tema della morte del partigiano. Saranno in mostra, oltre al gesso donato, un disegno del 1977 e la medaglia realizzata per Bergamo nel 1975 per celebrare il trentennale della Liberazione. Completano l’esposizione alcune fotografie di Jacopo Ferrari del Monumento alla Resistenza, realizzato da Manzù nel 1977 e ambientato nel centro della Bergamo moderna.
Ogni immagine di Manzù è una memoria personale, frutto di profonde emozioni, che nutre di continuo le ideazioni dello scultore. In tutto il suo lavoro si riconoscono tracce sensibili delle forti suggestioni ricevute dalla vita.
Il tema accennato in un disegno può riemergere a distanza di tempo, con la stessa freschezza di un inizio. Un modo di operare che interessa anche il bassorilievo in gesso che entra a far parte della collezione della GAMeC: dalla metà degli anni Quaranta alla fine degli anni Settanta, infatti, Manzù ha più volte elaborato e riproposto il tema della Morte del Partigiano, attraverso variazioni che documentano una graduale umanizzazione del soggetto, con il ringiovanimento della presenza femminile e l’ossessivo studio del corpo maschile, ora nudo, ora vestito.
Il bozzetto in gesso è l’antecedente della realizzazione in bronzo del 1957, voluta dal Comune di Valenza Po, per ricordare il sacrificio dei propri giovani durante la Resistenza. Un commosso intervento a due mani: Giacomo Manzù, per l’ideazione plastica, e Salvatore Quasimodo, per il testo poetico, cooperavano nell’umanissima celebrazione dei caduti partigiani. Il bronzo di Manzù con la Morte del Partigiano, esposto nell’aprile del ‘57 a Milano nella galleria d’arte La Colonna, è la componente figurativa di una lastra murata in Palazzo Pellizzari, sede del Municipio di Valenza, iscritta nella metà superiore dal testo poetico di Salvatore Quasimodo.
Manzù e Quasimodo rinunciarono al compenso per devolverlo a favore degli orfani dei partigiani valenzani. Il modello in gesso del bassorilievo di Manzù, conservato dai Partigiani di Valenza Po, fu donato a Capitano Gigi, nome di battaglia di Luigi Scimè (Racalmuto, Agrigento 1907 - Torino 2006), per i suoi novant’anni, nel 1997.
La famiglia del comandante partigiano, nel destinare con generosità quest’opera a Bergamo, contribuisce alla restituzione della storia di un’immagine, alla comprensione dei percorsi ideativi del suo celebre autore, alla ricostruzione di un’avventura d’arte dal profondo significato civile.