Ghirri | Barbieri | Jodice – Atlanti
Inaugura alla Galleria Bianconi la mostra “Atlanti – Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Francesco Jodice”, una produzione della galleria pensata per appositamente per Expo 2015.
Comunicato stampa
Inaugura il 24 giugno alla Galleria Bianconi la mostra “Atlanti – Luigi Ghirri, Olivo Barbieri, Francesco Jodice”, una produzione della galleria pensata per appositamente per Expo 2015.
Curata da Walter Guadagnini, la mostra riunisce - fino all'8 settembre - tre maestri della fotografia italiana ed europea, appartenenti a tre generazioni diverse, accomunati dalla riflessione sui temi dell'immagine riprodotta e della fotografia come innesco al viaggio intellettuale e poetico, prima ancora che fisico. In mostra verrà esposto, per la prima volta da molti anni, l'intero corpus di una delle opere-chiave della fotografia degli anni Settanta, “Atlante” di Luigi Ghirri del 1973; venti immagini – provenienti da una prestigiosa collezione privata – che rappresentano un giro del mondo fatto attraverso la macchina fotografica e le pagine di un atlante, con straordinaria lucidità mentale e sensibilità poetica. A proposito del suo rapporto con gli album di famiglia e con gli atlanti, lo stesso autore ha scritto :”Questi due libri, così diffusi, così apparentemente scontati, contenevano le categorie del mondo e lo rappresentavano come io lo intendevo. L'interno e l'esterno, il mio luogo e la mia storia, i luoghi e la storia del mondo”.
A partire da queste immagini e da queste riflessioni, si dipanano sulle pareti della galleria le opere di Olivo Barbieri, tratte da una delle sue prime serie, i “Flippers”, realizzata nel 1977/78. Anche in questo caso, l'immagine popolare, banale e apparentemente consumata dall'uso, si trasforma, grazie allo sguardo del fotografo, in un sorprendente universo di forme e colori, di memorie individuali e collettive, di figure che costringono a riflettere sul nostro rapporto con le immagini e con le cose. Riferendosi ai “Flippers”, Barbieri sottolinea :”Attraverso quegli oggetti e le immagini che li animavano è possibile ridisegnare la storia del secolo passato, c'è tutto l'immaginario della modernità, dai cow boy alla fantascienza, dai dinosauri ai Beatles, dalle pin up ai clown, dal deserto alla città tentacolare...”.
Infine, il più giovane dei tre, Francesco Jodice, prosegue su una strada analoga, lavorando però in una chiave esplicitamente politica, cercando nelle immagini del mondo, nelle riproduzioni che riempiono la nostra quotidianità, i segni di un discorso del potere che passa anche – e forse soprattutto - attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Tratte dai cicli “What We Want” e “Primo Lavoro” (quest'ultimo presentato in anteprima alla Galleria Bianconi lo scorso anno), le immagini di Francesco Jodice sono affascinanti e a prima vista enigmatiche, svelando solo in un secondo momento la loro autentica natura, ribadendo quell'ambiguità della fotografia e del suo rapporto con il reale che è uno dei tratti comuni fondamentali della ricerca di questi tre autori.