Corrispondenze d’arte

Informazioni Evento

Luogo
CIVICO MUSEO REVOLTELLA - GALLERIA D'ARTE MODERNA
Via Armando Diaz 27, Trieste, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni ore 10-19, chiuso il martedì

Vernissage
30/09/2011

ore 21

Biglietti

Intero 6,50 € - Ridotto 4,50 € - Ridotto speciale gruppi scolastici: 2,70 € cad.

Generi
arte contemporanea, collettiva

In mostra una selezione di progetti d’arte contemporanea studiati o adattati ad hoc per gli spazi del Museo, che presenta alcune delle ricerche artistiche piu’ interessanti del territorio.

Comunicato stampa

Il 2011 segna il ritorno dell'arte contemporanea al Museo Revoltella di Trieste con l'iniziativa “CORRISPONDENZE D'ARTE - Interventi d'arte contemporanea a colloquio con il Museo Revoltella”, organizzata dal Museo Revoltella e dal Comune di Trieste – Assessorato alla Cultura. L'iniziativa verrà inaugurata venerdì 30 settembre alle ore 21. Il vernissage sarà un vero e proprio evento dove performance di danza verticale, arte e musica contemporanea si fonderanno per offrire agli ospiti divertimento e cultura. Perché cultura oggi non vuol dire fatica e noia, ma soprattutto stimoli diversi e comunicazione. Una mostra, aperta al pubblico fino a domenica 4 dicembre, divertente da immaginare anche come una “caccia al tesoro” che porta il visitatore alla scoperta di una ventina tra opere, interventi e progetti speciali: installazioni, giochi di luce e colore, artigianato, fotografia, musica, dislocati dal piano terra alle sale del sesto piano del Museo. Curata da Lorenzo Michelli e dal Direttore del Museo Maria Masau Dan, l'iniziativa propone una vivificante e nuova relazione tra la prestigiosa istituzione e alcune delle ricerche artistiche più aggiornate e interessanti del territorio: Carlo Andreasi, Ludovico Bomben, Chris Gilmour, Stefano Graziani, Odinea Pamici, Anna Pontel, Paolo Ravalico Scerri, Sergio Scabar, Manuela Sedmach, Mario Sillani Djerrahian, Antonio Sofianopulo, Michele Spanghero e Elisa Vladilo per le opere e gli interventi; Cooperativa Cassiopea, Massimo Gardone, Fabrizio Giraldi, Studiocinque per i progetti speciali.

Uno spazio è riservato anche ai ragazzi del progetto Artefatto, un percorso avviato dal Comune di Trieste e finalizzato alla valorizzazione dei giovani talenti e alla promozione e allo sviluppo dell’arte giovanile. A Corrispondenze d'Arte Artefatto allestirà uno spazio per "raccontare" sette anni di attività attraverso i manifesti che hanno promosso la loro iniziativa, realizzati dai giovani artisti, una rassegna di immagini e cataloghi delle mostre. Tra gli artisti risuona il nome di Sarah Revoltella, artista, scrittrice e regista veneta; un cognome che rimanda ad un legame profondo con il Museo confermato dalla sua lontana parentela proprio con il barone Pasquale Revoltella, una delle figure più rappresentative della società triestina dell'Ottocento, che lasciò alla città, oltre a molti altri beni, la sua casa e tutte le opere d'arte, gli arredi e i libri che conteneva. La singolarità della mostra risiede nella selezione di progetti d'arte contemporanea studiati o adattati ad hoc per gli spazi così unici di questo Museo che non solo accoglie, conserva, valorizza le opere d'arte, ma è esso stesso un'opera d'arte che nel rapporto tra la casa ottocencesca del barone, che lo ha concepito, e l'ampliamento del secondo Novecento di Carlo Scarpa, trova la sua cifra inconfondibile.

Molte sono le ricerche scientifiche elaborate dal Museo Revoltella in questi anni che si sono concretizzate nella realizzazione di mostre e in produzioni editoriali di alto profilo. Tra i campi di ricerca frequentati vi è sicuramente anche quello dell'arte contemporanea, attraverso incontri, eventi e mostre di diversa matrice. Si ricordano, ad esempio, le mostre realizzate con il marchio “Revoltella Contemporaneo” che ha visto il susseguirsi tra il 2002 e il 2006, di personali (Livio Schiozzi, Manuela Sedmach, Odinea Pamici, Mario Sillani Djerrahain, Giorgio Valvassori, Antonio Sofianopulo), di collaborazioni con le gallerie private e naturalmentele grandi mostre dedicate agli artisti americani: James Rosenquist, Jim Dine, Jean Michel Basquiat e David Byrne che hanno aperto il Museo al panorama internazionale.

L'ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA

Il percorso di Corrispondenze d'arte ha inizio nel vasto atrio del Museo, con un intervento di luce di Elisa Vladilo che mette in relazione i suoi colori con il fascinoso spazio museale. Quasi un vestito per una delle pareti dell'ingresso che si trasformerà di giallo, arancio e rosa, colori puri che aprono la percezione umana alla sfera emotiva e evocano in modo ironico e ludico un Belfagor del Museo Revoltella. Dopo un inizio esplosivo si passa al piano terra dove si incontra il cannone di Chris Gilmour. Il suo è prima di tutto, un lavoro sul materiale ammettendone uno solo, il cartone, quello classico degli imballaggi, più un secondo, la colla, ma con mera funzione fissante. Gilmour lo plasma, lo trasforma, ne tira fuori un potenziale espressivo insospettabile e lo porta a esaltarsi in sculture di un realismo che lascia senza parole. Sempre al piano terra, sul tavolo della biblioteca del Barone, si eleva la montagna di carta pesta di Anna Pontel la cui vetta cerca la luce del lampadario; una montagna che è metafora di conoscenza, ma anche luogo nel quale l'artista ama rifugiarsi per cercare serenità, rianimarsi e rinnovarsi. Il percorso prosegue salendo al primo piano del baronale, dove il visitatore incontra due opere di un'intimità profusa dagli ambienti privati del Barone.

Sergio Scabar, propone nello studio del Barone, alcune sue opere,collocate sugli arredi originali , come sempre intense e meditative, mentre Ludovico Bomben ci mostra le sue Lacrime di vetro, un'opera prodotta nel 2010 in occasione della mostra “Elaborare il lutto” (Magazzini del Sale – Venezia). Una boccetta in vetro che contiene le sue lacrime, prodotta in un particolare momento della sua vita in cui decise di conservare l’aspetto formale del suo dolore. Si sale al secondo piano, nella sala da ballo con Michele Spanghero e la sua opera trasparente Geisttanz. L’architettura del salone non viene modificata visivamente, se non con l'inserimento di alcuni elementi simbolici, ma subisce una trasformazione acustica con i rumori rielaborati elettronicamente che provengono da vari punti del pavimento della sala. Presenze invisibili e una danza fantasma che evocano, come in un sogno, gli antichi balli tenutisi nel palazzo, quasi il pavimento stesso avesse trattenuto la memoria dei passi di danza che lo avevano solcato un tempo. Dalla sfarzosità del palazzo del Barone si passa al rigore degli spazi recuperati da Scarpa. Siamo al quarto piano, uno spazio denso di emozioni, che profuma di Ottocento, ricco di opere di grande passionalità in contrasto con la leggera e graffiante ironia di Antonio Sofianopulo con la sua pittura quasi fiamminga e la poesia del video di Paolo Ravalico Scerri, le cui immagini sono accompagnate da alcune sonate di Domenico Scarlatti, eseguite dal pianista concertista Luigi Gordon Lovisoni. Il video ci accompagna in un simbolico viaggio nella natura ricco di suggestioni, tra sentimenti panici e profumi evocativi e nostalgici.

Il quadro di Jean Geoffroy Les affamées offre lo spunto per l'intervento di Odinea Pamici. Una super-borsa della spesa eseguita con carta di allumino - materiale caro all'artista - riempita di generi alimentari che fa da contraltare all’opera di Geoffroy, senza rinunciare ad un tocco di ironia. Un lavoro effimero con un risvolto sociale. Dopo la mostra, infatti, il cibo sarà donato al Banco Alimentare, che abitualmente distribuisce i prodotti a 8000 enti a sostegno di chi oggi è meno fortunato di noi, e la borsa che lo contiene sarà riciclata. Si sale ancora e si arriva al quinto piano, vicino alla terrazza panoramica. La luce che filtra all'interno del museo si fa più intensa. E' qui che il visitatore può trovare i fiori di Sarah Revoltella, che traducono la sua fiaba e le narrazioni degli abiti sonori del progetto speciale realizzato dalla Cooperativa Cassiopea. Un'atmosfera delicata, leggera e trasparente nella quale si inseriscono alla perfezione anche le opere di Manuela Sedmach. I dipinti della Sedmach “sono luoghi in cui l’inizio dell’esistenza e la fine si compenetrano in un unisono assoluto” (Rosetta Gozzini). E poi c'è il brillante intervento di Fabrizio Giraldi che con Cornici, espone a fianco di dipinti, di un secplo fa, immagini fotografiche di oggi tratte dai suoi recenti reportage in India e lo fa utilizzando cornici simili a quelle delle opere del museo per inquadrare frame fotografici di differenti storie contemporanee.

Nella zona dell'open space sono ospitati tre interventi. Il primo di Studio5 con oggetti di alto artigianato ispirati al Museo stesso, e le produzioni di due fotografi: Stefano Graziani con le sue raffinate giustapposizioni di elementi naturali ed artificiali ad inscenare una narrazione fantastica e Carlo Andreasi, che affronta il tema del viaggio come stratificazione di esperienze e di immagini. Il viaggio all'interno della singolare esposizione termina al sesto piano del Museo. Inserita, tra le opere della collezione, vi è l'opera di Sillani Djerrahian che cita, in una grande installazione, esplicitamente Rotko, grande maestro di pittura del 900. Ma il colpo d'occhio, sempre all'ultimo piano è per l'estesa opera di Massimo Gardone Skylight. L'artista posiziona le sue foto in orizzontale, i lucernari sul suffitto fanno filtrare la luce zenitale che si riversa sulle immagini trasformandole di continuo tra bagliori opalescenti. Le geometrie asimmetriche sul soffitto rompono lo spazio, la proiezione di luce sul pavimento da vita alla germinazione dei fiori che come in una pozza d'acqua ci restituiscono il colore del cielo.