Andy Warhol – Spring Pop Milano
Diventata ormai un punto di riferimento per gli amanti della “Popular Art”, la galleria milanese espone circa trenta lavori che gettano uno sguardo più ampio sulla produzione di Warhol, focalizzandosi non solo sulle serigrafie più famose, ma anche su opere spesso introvabili sul mercato italiano, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche che private.
Comunicato stampa
Nel segno della continuità e di un’attività espositiva che ha sempre proposto alcune tra le più importanti opere del capostipite della Pop Art, la galleria AICA Andrea Ingenito Contemporary Art di Milano presenta dall’11 maggio al 25 giugno la mostra Andy Warhol. Spring Pop Milano.
Diventata ormai un punto di riferimento per gli amanti della “Popular Art”, la galleria milanese espone circa trenta lavori che gettano uno sguardo più ampio sulla produzione di Warhol, focalizzandosi non solo sulle serigrafie più famose, ma anche su opere spesso introvabili sul mercato italiano, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche che private.
La Pop Art nasce negli anni ’60 dall’incontro tra arte e mass media. La cultura americana del dopoguerra è affollata e dominata da immagini che provengono dal cinema, dalla pubblicità, dai rotocalchi. L’Immagine si erge ad allegoria di una nuova dimensione del quotidiano.
L’opera di Warhol appare come un inventario di queste immagini che le fa assurgere a veri e propri simboli.
Il percorso espositivo comincia dagli acetati: opere uniche che rappresentano la fase embrionale del processo creativo di Warhol. L’artista infatti usava questo tipo di tecnica come base per le sue serigrafie: oggi, sono considerati delle icone in divenire, punto privilegiato da cui guardare il modus operandi dell’artista americano.
Tra i pezzi forti della mostra anche la cartella completa di undici serigrafie più cover della serie Flash – November 22, realizzate tra 1963 e il 1968 all’indomani dell’omicidio di J.F.Kennedy, e alcuni disegni a carboncino che si presentano come un’occasione unica per approcciarsi in maniera differente al lavoro di Warhol: il disegno a carboncino si allontana infatti dalle superfici colorate, cifra distintiva dell’artista, e si avvicina a un fare artistico più artigianale, manuale.
Presenti in esposizione anche Uncle Sam, del 1981, alcune Marilyn, Camouflage, alcuni ritratti (opere uniche), e Vesuvius, del 1985, nato dall’incontro tra Warhol e il gallerista napoletano Lucio Amelio, opera poi diventata tra le icone più amate della città.
Una parte delle opere esposte negli spazi milanesi sarà ancora visibile per tutto il periodo estivo a Capri, nella centralissima Via Le Botteghe, dove, dal mese di aprile, è stata inaugurata la terza sede della galleria, dopo Napoli e Milano.