Adele Lo Feudo – Adele e Adele

Informazioni Evento

Luogo
ROSSO CINABRO
Via Raffaele Cadorna 28, Roma, Italia
Date
Dal al

da lunedì a venerdì 11.30 - 19:30

Vernissage
19/09/2011
Artisti
Adele Lo Feudo
Curatori
Cristina Madini
Generi
arte contemporanea, personale
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Adele Lo Feudo è una narratrice per immagini, con una chiara vocazione per il racconto. Ha una pittura libera da schemi sintattici e rappresentativi precostituiti e un’illustrazione corposa accentuata da molta energia cromatica.

Comunicato stampa

Incontro Adele Lo Feudo per la prima volta ad agosto in galleria. La temperatura è elevata e il caldo insopportabile, lei con i suoi lavori è appena arrivata da Perugia. Lavoro nelle arti visive da molto tempo. Potete non credermi, ma è dura. Continuo però ad amare questo mondo come se per me fosse ancora tutto da scoprire, e quando scopri qualcosa di nuovo e vitale, allora, tutto il resto non conta. Sei solo tu e l'epifania dell'arte che ancora una volta si rinnova.
Adele porta con se 18 opere e tanta energia da travolgere chiunque. Scarta qualche pacco e mi rendo subito conto che è impossibile guardare questi lavori e non riflettere per un momento sul loro significato.
Adele Lo Feudo è una narratrice per immagini, con una chiara vocazione per il racconto. Ha una pittura libera da schemi sintattici e rappresentativi precostituiti e un’illustrazione corposa accentuata da molta energia cromatica. Adele Lo Feudo propone in pittura ciò che ricerca, percepisce, vede, sente nello spazio interno, lacerti e residui di sogni, di apparizioni, taccuini della memoria. Usa l’arte come banco di prova, proiezione dei nodi psichici, che come per magia si sciolgono, si liberano dalle tensioni e trovano risposte alle domande insorgenti della vita. Dipinge per dare una forma alle sue emozioni. Dipinge per conoscersi. Dipinge per capire cosa governa la sua filosofia della vita. Questa sete le ha fatto scoprire che l’amore è il più meraviglioso strumento iniziatico. Questa visione, comune a tutti i grandi sistemi esoterici, la ritroviamo nell’alchimia, nel tantrismo, nella kabbala e nei nostri giorni nel Surrealismo. L’amore esalta la magia trasformatrice del sentimento e implica l’aspirazione a condividere una più grande libertà, una giustizia reale, una fratellanza universale.
Adele Lo Feudo nel suo percorso ha evitato ogni forma di dogmatismo, ha capito che non esiste una verità assoluta. Ha accettato le contraddizioni dell’esistenza, e anzi, ha saputo trarre forza dalle loro tensioni.
Mi viene in mente Spinoza per la nozione che “l’amore è letizia e che la letizia è il passaggio dell’individuo da una minore ad una maggiore perfezione”, chiarendo che il desiderio “non è altro che la stessa essenza dell’essere”.
Adele riflette su come l’universo ricostruisce la nostra poetica, tentando di capire prima se stessa per tentare soltanto dopo di “cambiare la vita” (Rimbaud).
Adele utilizza l’amore come uno strumento di conoscenza perché è l’unico sentimento che permette di capire se stessi attraverso la comprensione dell’altro. Soltanto identificandosi con l’altro, infatti, si può scoprire la propria doppia natura. Da qui il passo è breve per trovarsi nel tema del dualismo, in una “dualità non duale” come risultato del processo d’individuazione, per Jung.
Il tema del doppio è universale, lo si riscontra sia a livello cosmologico, dove l’essere umano (il microcosmo) è il riflesso dell’universo (il macrocosmo), sia a livello ontologico, dove nella Donna è riflessa l’immagine archetipica dell’uomo (l’animus) e nell’uomo, quello della donna (l’anima). In tempi moderni l’indagine della psiche ha confermato l’intuizione dell’uomo della preistoria che già aveva capito che l’essere umano è parte d’un tutto riflesso in se stesso.
Il risultato del lavoro di Lo Feudo è una rappresentazione doppia dell’esistere, colma di presenze. Sogno e realtà, materia e spirito, di questa tensione è fatta tutta l'opera di Lo Feudo; non certo irrimediabile dicotomia, ma come indistinguibile unità del creato.
Adele affronta ‘Il Doppio che abita in noi’ esplorato da Freud e Jung, da Rimbaud nell’intuizione: ‘Io sono un altro’, e da Duchamp espressa nell’epitome del “rinvio speculare”. L’ambizione di Lo Feudo è la stessa di quella del poeta che ambisce a “sanare il mondo” con una concezione olistica, perché questa implica una profonda partecipazione alle sorti dell’umanità, del nostro pianeta, della sua fauna e della sua flora.
Come in un cerchio si ritorna a Spinoza che ha creduto nell’unità dell’Uno che contiene il Due, quest’unità che abolisce ogni soluzione di continuità tra la vita e la morte, la donna e l’uomo, lo spirituale e il materiale, l’amore e l’erotismo.

Parallelismi sono stati fatti tra la visione olistica del Tutto e gli ultimi sviluppi della fisica quantistica. Nel 1964 il fisico J.S.Bell pubblicò le prove del suo teorema secondo il quale le particelle subatomiche sono connesse fra loro in modo che trascende lo spazio e il tempo così che qualsiasi cosa avvenga a una particella influisce sulle altre con effetto immediato senza bisogno di tempo per essere trasmesso. Gli effetti di cui parla Bell rivoluzioneranno il nostro modo di comunicare e di interagire. Potremmo forse comprendere come i nostri pensieri e sentimenti (campi energetici) influiscono sulla realtà assai più di quanto immaginiamo oggi.
Vorrei anche ricordare due artiste: Frida Kahlo e Niki de Saint Phalle che sono state le sue guru (nel significato sanscrito della parola: Maestro ispiratore) Frida per l’esternazione del suo Io, nell’ambito di un surrealismo sperimentato con vigore, una pittura di getto, e da Niki un input di un Nuoveau Réalisme. Ambiti chiari e forti che l’hanno portata ad utilizzare nelle sue opere oltre alla divisione netta della tela anche gli oggetti più disparati e impensabili: piume, decori, viti, borse, foto, stoffe, cerotti, catene, ferri, molle.

Adele Lo Feudo nasce a Cosenza nel 1967. Pittrice di matrice surrealista, dopo una Laurea in Giurisprudenza si avvicina alle discipline artistiche che la appassionano di più diventando Architetto d’Interni e insegnando per sette anni nel settore del Design. Completa la sua formazione artistica nel 2009. La sua attività lavorativa si svolge prevalentemente in Italia. Vasta è la produzione che assorbe quasi completamente la creatività dell’artista. Vive e lavora a Perugina

A cura di Cristina Madini