50 anni senza Giorgio Morandi

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO DOCUMENTAZIONE ARTI VISIVE
Via Mazzini 97, 58100 , Grosseto, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 17 alle 20 e su prenotazione

Vernissage
14/06/2014

ore 17,30

Biglietti

ingresso libero

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Una nuova occasione per ribadire come l’opera morandiana, con la sua elegia tonale e la sua sobrietà introversa e allucinata, appaia anche in questi decenni di turbolenza e disincanto come una fonte di ispirazione e un riferimento sicuro e luminoso.

Comunicato stampa

Giorgio Morandi è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi pittori del Novecento italiano. Le sue celebri nature morte, nate nella solitudine della bolognese Via Fondazza e divorate da una luce mentale e metafisica, sono state sempre amate dagli artisti e dagli scrittori prima che dalla critica, anche la più avveduta. Per questo motivo l’Hotel Art di Via Margutta in Roma, da sempre attento alla storia e all’attualità delle arti, ha deciso di ricordare Morandi nel cinquantesimo anniversario della sua morte. Lo ha fatto commissionando a 8 artisti, le cui opere arricchiscono la collezione d'arte esibita nei suoi spazi, un lavoro di piccolo formato (cm.40x40) che evocasse la dimensione espressiva del maestro. Gli artisti sono tutti celebri: i pittori Gioxe De Micheli, Paolo Giorgi, Daniela Pasti Augias, Ruggero Savinio, Marco Seveso, Duccio Trombadori, il fotografo Raniero Botti e lo scultore Giuliano Vangi.
La mostra dedicata all'“attualissimo inattuale” si sposta oggi in Maremma, accolta nei preziosi locali che il Comune di Grosseto e la Fondazione Grosseto Cultura hanno destinato al loro Centro Documentazione Arti Visive (CEDAV). Una nuova occasione, quindi, per ribadire come l’opera morandiana, con la sua elegia tonale e la sua sobrietà introversa e allucinata, appaia anche in questi decenni di turbolenza e disincanto come una fonte di ispirazione e un riferimento sicuro e luminoso.

Gli artisti

Raniero Botti, architetto ed interior-design, è fotografo a tempo pieno. Le sue ricognizioni, divenute mostre apprezzatissime, rimandano fotografie di un mondo in perpetua mutazione e di una modernità insonne e fibrillante. Le sue opere indugiano con sapienza e grande sensibilità interiore sulla realtà, regalando emozioni forti e durature.

Gioxe De Micheli, milanese, è figlio del celebre critico Mario De Micheli. Pittore lirico ed evocativo, immagina la realtà immersa in atmosfere di sottile magia, nelle quali affiorano velate allusioni del malessere umano e civile che ormai quasi sovraintende la condizione dell’uomo e i suoi destini. Invitato alla Quadriennale romana del 1986, nel 1994 dipinge un grande trittico per il Palazzo di Giustizia della sua città.

Paolo Giorgi, toscano di nascita e romano d’adozione, è autore di un lavoro denso di riferimenti letterari e musicali. Pittore di assorti interni e di sospese ed enigmatiche dimensioni, Giorgi produce opere in cui l’intimismo più umbratile e assorto si coniuga con i colori evocati dalla stagione d’oro della pittura olandese. Invitato a tre edizioni della Quadriennale di Roma e al Premio Suzzara, ha allestito una sua opera nelle Corderie dell’Arsenale per la 54° Biennale di Venezia.

Daniela Pasti Augias, nei saggi che dedicano al suo lavoro Claudio Strinati o Vito Mancuso, è pittrice che “coltiva un sogno delicato e intimo”. Un ciclo fortunato di suoi grandi quadri è approdato al romano Museo di Castel Sant’Angelo. Nei suoi suggestivi dipinti si può cogliere la vertigine del reale, la dimensione recondita delle cose e una sottile ma impietosa indagine sul Tempo.

Ruggero Savinio, romano, racconta in un suo scritto (è anche scrittore a pieno titolo) che apprese i primi rudimenti della pittura dal celebre zio: Giorgio De Chirico. Oggi, Savinio è uno degli artisti più interessanti del panorama internazionale, dotato di una singolarissima e inimitabile vocazione ai forti richiami della cultura romantica. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna gli ha dedicato una mostra antologica e nel 1986 è stato onorato del Premio Guggenheim.

Marco Seveso, nativo di San Remo, approda giovanissimo a Torino. Sviluppa la sua forte ispirazione nel clima del Realismo Esistenziale degli anni Sessanta e Settanta, con modi ispirati a Francis Bacon e Giacometti. Segnalata da Mario De Micheli, la sua opera si è successivamente misurata con un personale simbolismo in cui le immagini oniriche e surreali si fondono con un forte e innato sentimento del racconto.

Duccio Trombadori, di Antonello, nipote di Francesco. Scrittore, poeta, saggista, critico d’Arte apprezzatissimo, docente di Estetica alla Sapienza romana è anche un ottimo pittore. La sua presenza all’ultima Biennale veneziana è la chiara testimonianza che i suoi piccoli quadri en plain air, inondati di lucido incanto e di quiete interiore, riscuotono anche il consenso della critica più esigente.

Giuliano Vangi è unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi scultori viventi. Il suo lavoro si trova nel nuovo ingresso ai Musei Vaticani, nel Presbitero della Cattedrale di Padova, nel Duomo di Pisa e nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Una potente coerenza con la grande tradizione plastica porta i suoi lavori ad essere collocati anche in Giappone dove, di fronte al Monte Fuji, un museo a lui dedicato ospita una “città sotterranea” popolata dalle sue creazioni.