Ilya & Emilia Kabakov

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA CONTINUA
Via Del Castello 11, San Gimignano, Italia
Date
Dal al

da lunedì a sabato, 10-13 / 14-19

Vernissage
14/05/2016

ore 18

Artisti
Ilya e Emilia Kabakov
Generi
arte contemporanea, personale
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Galleria Continua è lieta di ospitare nuovamente nei suoi spazi di San Gimignano una mostra personale di ILYA & EMILIA KABAKOV.

Comunicato stampa

Galleria Continua è lieta di ospitare nuovamente nei suoi spazi di San Gimignano una mostra personale di ILYA & EMILIA KABAKOV.

Ilya Kabakov, considerato il padre del Concettualismo russo, lavora in sodalizio artistico con la moglie Emilia dal 1988. Sin dall’inizio il lavoro dei Kabakov si è caratterizzato per una riflessione sulle problematiche sociali, culturali, politiche dell’Unione Sovietica, sulla portata tragica del tramonto delle ideologie ma anche, in senso più universale, sulla condizione umana e sullo smarrimento delle coordinate morali nell’età contemporanea. L’opera dei Kabakov ha una forte carica utopica che vede la fuga nell’arte e nell’immaginazione come possibile salvezza dalla quotidianità. “Durante tutto questo tempo abbiamo lavorato con delle idee, attorno all’immaginario e all’utopia. E crediamo veramente che l’arte, che ha un posto importante nella nostra cultura, possa cambiare il modo di pensare, sognare, agire, riflettere. Può trasformare il nostro modo di vivere” afferma Emilia Kabakov.

Negli anni Ottanta i Kabakov sviluppano una forma espressiva definita “installazione totale”. Di marcata struttura narrativa, l’installazione totale comprende elementi architettonici, pittorici, cinematografici, scenografici ed ha che fare con la possibilità da parte dell’opera d’arte di trasformare interamente lo spazio espositivo, considerando la stessa nozione di spazio come una componente plastica, flessibile e cedevole. Le installazioni, le sculture e la serie di opere pittoriche che Ilya & Emilia Kabakov presentano in questa personale, compongono un percorso che svela agli spettatori mondi inaspettati. Opere che mettono in crisi la relazione tra la realtà di tutti i giorni e il nostro sguardo, spingendolo in uno spazio magico dove, al mondo che conosciamo è concessa una seconda vita alimentata dai nostri sogni e dal nostro vissuto.

I Want to Go Back! (Reverse), è un’imponente figura femminile la cui ampia gonna si apre come un sipario invitando a entrare. All’interno ci accoglie l’inaspettato: un ambiente ovattato e tranquillo e un libro illustrato per bambini per intraprendere un viaggio a ritroso verso il mondo senza tristezza dell’infanzia. Su tema dell’infanzia torna anche I’ll Return on April 12… un cielo attraversato da nuvole bianche, una sedia e gli abiti e le scarpe dell’uomo che si è appena librato in quel cielo; “tuffandomi in quel mondo blu e luccicante ho provato nuovamente la pienezza dell’esistenza, proprio come allora, nel mio meraviglioso passato”, racconta l’uomo, quando bambino, guardava mare e cielo confondersi senza distinzione.

La figura dell’angelo ricorre spesso nel lavoro dei Kabakov, che sia l’angelo custode o l’angelo caduto che predice la perdita della spiritualità e la dominazione del materialismo. Più che una figura religiosa, l’angelo è nell’arte dei Kabakov l’allegoria alla felicità e alla saggezza. In mostra, occupato nell’esercizio quotidiano di migliorare se stessi, How to Make Yourself Better. “Come diventare migliori? Più buoni, più onesti? Bisogna costruire due ali di tela incerata bianca… bisogna indossare le ali, isolarsi nella propria stanza e rimane assolutamente in silenzio per 5-10 minuti, quindi dedicarsi alle propri abituali occupazioni… Dopo due-tre settimane, l’azione delle ali bianche comincerà a manifestarsi con sempre maggiore forza” spiegano gli Ilya e Emilia Kabakov.

Il bianco ha per i Kabakov un significato particolare: da un lato simboleggia un grande, infinito vuoto, il Nulla, così come lo vedeva il Suprematismo, dall’altro indicare qualcosa di trascendente, forse addirittura di mistico e religioso. La superficie astratta e vuota, incorniciata da avvenimenti umani fa riferimento al ruolo dell’oblio collettivo, ma anche alla pittura di icone, dove il bordo incornicia preziosamente l’immagine sacra a cui resta indissolubilmente collegato. Il bianco contiene in sé tutti i colori e riflette la luce più di ogni altro, motivo per cui possiede la maggiore luminosità. Il bianco incornicia e ritaglia la serie di quadri ad olio su tela presentati in questa mostra.

Completa il percorso espositivo The Arch of Life. L’opera comprende cinque sculture che rappresentano le diverse fasi dell'esistenza umana: una testa che nasce da un uovo; una persona a quattro zampe che indossa una minacciosa maschera di leone; una persona che trasporta sulle spalle una cassa che emette luce; una bloccata nell’impossibilità di oltrepassare un muro; e, infine, una persona spossata da un peso insostenibile.

Ilya Kabakov (Ucraina 1933) e la moglie Emilia (Ucraina 1945) vivono e lavorano a Long Island (New York, Stati Uniti). Le loro opere fanno parte delle collezioni permanenti di prestigiosi musei, tra cui il MoMA di New York, la Tate di Londra ed il Centre Pompidou di Parigi e sono state esposte, tra l’altro, presso lo Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington DC, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e lo Sprengel Museum di Hannover. Nel 1992 partecipano alla IX edizione Documenta a Kassel (Germania), nel 1993 rappresentano la Russia alla 45° Biennale di Venezia, nel 1997 alla Whitney Biennial di New York. I Kabakov hanno inoltre realizzato numerose importanti commissioni pubbliche in tutta Europa e hanno ricevuto molteplici riconoscimenti e premi, tra cui il Praemium Imperiale Award a Tokyo nel 2008, l’Oskar Kokoschka Preis a Vienna nel 2002 e il Chevalier des Arts et des Lettresa Parigi nel 1995. Nel 2004, sono diventati i primi artisti russi viventi le cui opere siano state esposte all’Hermitage di San Pietroburgo. Nel 2012 lo Sprengel Museum di Hannover ospita un loro grande retrospettiva, nel 2014 espongono al Grand Palais per Monumenta, nel 2015 partecipano alla Echigo Tsumari Art Triennale a Niigata in Giappone dove The Arch of Life diventa opera permanente. A ottobre 2016 la Tate Modern di Londra inaugurerà una loro mostra personale.