Carlo Guarienti – Opera grafica

Informazioni Evento

Luogo
MIG - MUSEO INTERNAZIONALE DELLA GRAFICA
Piazza Guglielmo Marconi 3, 85030 , Castronuovo Sant’Andrea , Italia
Date
Dal al

Mar-Dom:
17:00 - 20:00

Vernissage
06/12/2015
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Carlo Guarienti
Generi
personale, disegno e grafica
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Mostra antologica dedicata all’Opera grafica di Carlo Guarienti, allestita nelle sale del museo e accompagnata dal suo Presepe archeologico che, insieme al Presepe arcobaleno e all’Albero di Natale di Salvatore Cuschera e al Presepe dischiuso di Bruno Conte, sistemati nella chiese dell’antico centro storico del paese, faranno da cornice ai presepi della sempre più ricca collezione del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, allestiti lungo un percorso itinerante che si snoda tra i vicoli del Rione Manca.

Comunicato stampa

Castronuovo Sant’Andrea si prepara, anche quest’anno, come ormai da tradizione, a vivere le festività natalizie all’insegna dell’arte e della cultura, proponendo un calendario ricco di appuntamenti di grande richiamo, volti a scandire l’attesa del Santo Natale.

Domenica 6 dicembre 2015, a partire dalle ore 18.30, nella Chiesa Madre di Santa Maria della Neve, per iniziativa del MIG Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” – Atelier “Guido Strazza” – Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, della Pro Loco e della Parrocchia, si terrà la cerimonia inaugurale della mostra antologica dedicata all’Opera grafica di Carlo Guarienti,

allestita nelle sale del museo e accompagnata dal suo Presepe archeologico che, insieme al Presepe arcobaleno e all’Albero di Natale di Salvatore Cuschera e al Presepe dischiuso di Bruno Conte, sistemati nella chiese dell’antico centro storico del paese, faranno da cornice ai presepi della sempre più ricca collezione del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, allestiti lungo un percorso itinerante che si snoda tra i vicoli del Rione Manca. Completeranno il ricco cartellone il Ricordo di Giovanni Scheiwiller e i I racconti di Ille e Guido Strazza.

L’antologica dell’opera grafica di Carlo Guarienti, continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le mostre dedicate a Mirò, Degas, Renoir e Gentilini, Bonnard e Strazza, Matisse e Accardi, Dufy e Ciarrocchi, Picasso e Consagra, Calder e Melotti, Ben Shann e Maccari, la Secessione di Berlino, Pechstein e Bucci, Zadkine e Perilli, Bernard e Raphael, Marcoussis e Assadour, Goetz, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino Marini e Azuma.

A proposito di Carlo Guarienti (Treviso, 1023), del quale vengono presentati, per la prima volta in Italia, 110 fogli datati 1942-2014, Vittorio Sgarbi scrive: “è un pittore difficile, tentato da mille stimoli, che esordisce realista inquieto nel 1949, facendo parte del gruppo “I pittori della realtà”. Il suo momento più espressivo è negli anni settanta e ottanta, quando diventa pittore di geometrie, geometrie mentali, che sono anche dei solidi, il cubo, la sfera, la piramide, ma sempre con riferimento a una realtà sensibile concreta, un sogno che non è mai indistinto, confuso con elementi di mostruosità che contraddicano l’esperienza razionale. Nella sua vicenda umana era intervenuta una tragedia, la morte di una figlia, e la sua opera, che soprattutto nella fase surrealista era stata articolata con figurazioni magiche e fantasie a popolare spazi rigorosi, neorinascimentali, con un richiamo costante alla grande tradizione pittorica italiana, improvvisamente si disanima. Non vi appaiono più figure, esseri umani, bensì solidi, linee, numeri, segnali stradali, forse per un richiamo alla Pop Art e quindi alla contemporaneità, che sembra entrare in questi spazi algidi. Nelle opere di Guarienti troviamo quello che la pittura metafisica aveva voluto rappresentare, fin dai propri inizi, con la ricerca di De Chirico: una dimensione essenziale, totalmente purificata, di puro pensiero, che viene a distillare e quindi a distanziare l’emotività. Il suo realismo invade anche il campo della grafica, coltivata da Guarienti instancabilmente e con immutata passione mostrando grandi doti tecniche e grande capacità di interpretare le poesie degli amici raccolte in preziosi libri d’arte: Pieyre de Mandiargues, Raffaele Carrieri, Goffredo Parise, Giovanni Arpino, Giorgio Soavi, André de Rache, Julio Cortazar, Maria Luisa Spaziani, Alda Merini, Cesare Vivaldi.
La Cappella di Sant’Andrea Avellino ospiterà, invece, il Presepe archeologico di Carlo Guarienti realizzato lo scorso anno. Scrive Giuseppe Appella: “Sull’onda di un ricordo di Alberto Savinio che nel 1952, su “Stile”, annunciava la ricomparsa di un presepio che certamente risaliva ad almeno mille anni prima, e ben sapendo come in mano agli artisti il presepe abbia subito il fascino della contaminazione, Guarienti è tornato a chiedersi: il vero presepio com’era? Immediata, la decisione di muovere il proprio pensiero per dove Savinio sarebbe dovuto andare, di portarsi sul luogo dove il presepio era stato trovato, di cercare di rintracciarne i diversi pezzi o i piccoli frammenti, depositati qui e là, tutti di una stessa mano eppure composti di svariati materiali, di iniziare la composizione del presepio dissepolto, copia o falso che fosse, archeologico ma verosimile, fatto della stessa sostanza lavica di quello citato da Savinio, negli spazi dove i vulcani non avevano mai avuto dimora”.

Il percorso dei grandi presepi d’artista continua nella Cappella di San Filippo Neri, nella quale verrà allestito il Presepe arcobaleno di Salvatore Cuschera. Un arcobaleno di colori, dove ogni luce è una piega trasferita all’interno dei personaggi del presepio, ha invaso Maria e Giuseppe e da questi l’intero cerchio magico in cui ruotano i protagonisti nel quale Salvatore Cuschera ha travasato tutta la sua esperienza di scultore e di ceramista. Avvezzo a mettersi alla prova, si è immerso nelle qualità del legno, incantato dalle sue diverse tipologie (pioppo, acacia, betulla, ontano, rovere) e dal piacere di poter usare l’accetta come il maglio, quindi senza tradire il suo temperamento da faber che sente il ferro come il più idoneo ad esprimere il senso dello spazio. Ne consegue che senza tradirlo, il suo stile subisce una ulteriore maturazione e diviene decisamente astratto pur richiamando le immagini canoniche del presepe. All’ingresso del Museo, verrà collocato l’Albero di Natale di Cuschera che, nella forma e nei colori, si riallaccia allo stile del presepe.