Francesco Arena – Sette uno quattro
La Galleria Raffaella Cortese è orgogliosa di inaugurare la nuova stagione espositiva con la personale di Francesco Arena. L’artista italiano realizzerà, per la sua prima mostra in galleria, tre progetti inediti e ideati per i tre spazi espositivi, il cui numero civico darà il titolo alla mostra: sette, uno, quattro.
Comunicato stampa
La Galleria Raffaella Cortese è orgogliosa di inaugurare la nuova stagione espositiva con la personale di Francesco Arena. Lartista italiano realizzerà, per la sua prima mostra in galleria, tre progetti inediti e ideati per i tre spazi espositivi, il cui numero civico darà il titolo alla mostra: sette, uno, quattro.
Nello spazio al n. 1 saranno in mostra tre sculture in bronzo lucidato, autoritratti dellartista in cui viene sottolineata la lunghezza della sua barba dopo 57, 110 e 210 giorni di crescita. Il trascorrere del tempo è un elemento che ritorna spesso nella poetica di Arena e che in molti casi rimanda allimmaginario dellartista o a eventi storici che hanno segnato il nostro passato recente. Nello specifico, 57 sono i giorni tra i due attentati di Capaci e via DAmelio; 110 giorni è la durata dellultimo soggiorno di Nietzsche a Torino; 210 i giorni corrispondenti alla durata della prima guerra del Golfo.
Lo spazio al n. 4 sarà diviso da una nuova parete che creerà due locali separati. In ognuno dei due locali sarà presente solo una lastra di granito, incastonata a unaltezza di 2 m e 30 cm. Sulla lastra sarà incisa una scritta tratta da un pensiero di Susan Sontag (unremitting banality and inconceivable terror). In questa definizione interminabile banalità e inconcepibile terrore lintellettuale americana sintetizza e profetizza la descrizione della nostra epoca. Francesco Arena dà forma al concetto espresso da Sontag attraverso questa scultura che divide e unisce al contempo i due ambienti dello spazio espositivo.
Infine, al n. 7 sarà ospitata uninstallazione composta da numerose sculture in DAS, realizzate a mano da Arena, che rappresentano i 57 angoli e i 58 spigoli presenti nella sua casa pugliese. Ciascun angolo o spigolo è composto da tre segmenti. La somma della lunghezza di questi segmenti moltiplicata per il numero degli angoli e degli spigoli ha come risultato 91 metri che è la somma dellaltezza dei due Buddha di Bamiyan distrutti dai talebani nel 2001. Lutilizzo del DAS, materiale che si modella con le mani e che non va cotto, è un riferimento alle macerie delle sculture afghane, dalla mano dell'uomo costruite e distrutte.
Le tre opere ideate per la mostra, anche se apparentemente diverse, hanno dei punti di contatto sia formali che concettuali.
In tutte le opere è presente il concetto di taglio (nella tacca che segna la lunghezza della barba nelle sculture di bronzo, il taglio nel muro in cui è installata la lapide e lidea di frazionamento degli spazi insita per natura negli spigoli e negli angoli) e un costante riferimento temporale (i giorni che passano nella crescita della barba; il tempo descritto dalla Sontag e leternità, purtroppo distrutta, delle sculture dei Buddha).
Inoltre i tre lavori sono una riflessione sul concetto di monumento, che da sempre interessa allartista, una riflessione sul suo essere e sulla sua funzione, partendo dai materiali usati e dal continuo gioco di rimandi tra la sua storia personale e la storia universale che tutti noi conosciamo.
Francesco Arena nasce a Torre Santa Susanna, Brindisi, nel 1978. Vive e lavora a Cassano delle Murge, Bari.
Tra le sue mostre personali ricordiamo: 2014, 3 Ludwig reflections and 1 horizon, NoguerasBlanchard, Madrid; 2013, Onze mille cent quatre-vingt sept jours, Frac Champagne-Ardenne, Reims; 2012, Trittico 57, Project Room, Museion, Bolzano; Orizzonte con riduzione di Mare, Monitor, Roma; 2011, Comè piccola Milano, Peep Hole, Milano; 2010, Art Statement, Art Basel, Cratere, De Vleeshal, Middelburg NL; 2008, 3,24 mq, Nomas Foundation, Roma.
Ha preso parte anche a numerose mostre collettive, tra cui: 2015, Triennale, Milano; Nero su Bianco, American Academy, Roma, Anche le sculture muoiono, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze; 2014, Liberdade em movimento, a cura di Jacopo Crivelli Visconti, Fundação Iberê Camargo, Porto Alegre, Brasil; 2013, Vice Versa, Padiglione Italia, 55 Biennale di Venezia, Venezia; 2012, La storia che non ho vissuto. Testimone indiretto, a cura di Marcella Beccaria, Castello di Rivoli, Rivoli (TO), Sotto la Strada la Spiaggia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, Lanza una roca y a ver que pasa / Throw a Rock and See What Happens, a cura di Juan Canela, La Casa Encendida, Madrid; 2011, Pleure qui peu rit qui veut Premio Furla 2011, Palazzo Pepoli, Bologna.
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20 anni di attività
La Galleria Raffaella Cortese è lieta di annunciare, con l'occasione, il suo ventesimo anno di attività.
Inaugurata nel maggio del 1995 con una mostra di Franco Vimercati nella sede in Via Farneti 10, la galleria si è fin da subito imposta nella scena artistica milanese grazie alla sua programmazione di ricerca rigorosa e dinamica, con una spiccata attenzione alluniverso femminile. Ciò è testimoniato dalla collaborazione con numerose artiste donne di generazioni diverse, spesso pioniere nella loro pratica artistica, che si sono negli anni affermate a livello mondiale ottenendo prestigiosi riconoscimenti internazionali.
È il caso, ad esempio, di Joan Jonas, che quest'anno rappresenta gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia, e delle sudamericane Ana Mendieta e Anna Maria Maiolino, che ha inaugurato la sua personale giovedì 30 aprile, proprio in occasione dei ventanni di attività.
La galleria si è da sempre dedicata a proporre in Italia alcuni nomi della scena artistica americana, tra cui Barbara Bloom, Zoe Leonard, Roni Horn, William E. Jones, Martha Rosler, Kiki Smith, Jessica Stockholder, James Welling e la già citata Joan Jonas.
Oltre allattenzione per larte al femminile, la galleria ha sempre coltivato un interesse per alcuni artisti europei, e in particolare dellEuropa dellEst, caratterizzati da una ricerca artistica sobria e minimale (Silvia Bächli, Miroslaw Balka, Jitka Hanzlová) e, recentemente, per alcuni artisti latinoamericani (Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Alejandro Cesarco) le cui opere indagano spesso il concetto dellidentità, tematica condivisa, sebbene a latitudini differenti, dalla coreana Kimsooja e dallitaliano Marcello Maloberti. Un altro tema ricorrente esplorato dagli artisti rappresentati dalla galleria è la contaminazione tra arte visiva e letteratura, come ad esempio nel caso di T.J. Wilcox, Alejandro Cesarco, Helen Mirra e Roni Horn.
Parlando poi della generazione più giovane, è necessario ricordare Yael Bartana, di cui si è appena conclusa la mostra in due spazi della galleria, Karla Black, Alejandro Cesarco, Keren Cytter, Michael Fliri e Mathilde Rosier e la recentissima nuova collaborazione con lartista italiano Francesco Arena.
Crescente è limpegno nel promuovere sulla scena nazionale e internazionale gli artisti rappresentati, tanto che la galleria ha aperto, lo scorso settembre, un terzo spazio espositivo accanto alla sede storica di Via Stradella 7 e alla più recente al n. 1 della stessa via, inaugurata nel 2012.
I tre spazi aperti a Milano, tutti nella stessa via, riconfermano limportanza per Raffaella Cortese di una dinamica vita di galleria con un costante investimento sul territorio, pur tuttavia non trascurando limprescindibile presenza alle maggiori fiere internazionali quali Art Basel, Frieze, Fiac, Artissima e Miart.