Mathilde Rosier / T.J. Wilcox

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Via Alessandro Stradella 7, Milano, Italia
Date
Dal al

martedì - sabato h. 10.00-13.00 | 15.00-19.30

Vernissage
20/11/2014

ore 19

Artisti
T.J. Wilcox, Mathilde Rosier
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Seconda mostra personale dell’artista francese Mathilde Rosier e terza personale dell’americano T.J. Wilcox.

Comunicato stampa

Raffaella Cortese è lieta di presentare la seconda mostra personale dell’artista francese Mathilde Rosier.

Nei film, nelle performance, nelle installazioni e nei dipinti di Mathilde Rosier, tutte le storie nascono dalla danza e dalla musica. Il suono, la mimica del corpo e i disegni simbolici fanno in modo che le narrazioni non abbiano bisogno delle parole: il lavoro sfugge alle descrizioni razionali e alla comprensione immediata, pur rimanendo ancorato al reale.

La mostra di Mathilde Rosier subisce l’influsso della sua esperienza tra danza e gestualità, in relazione alla rappresentazione narrativa dello spazio e del tempo. Dopo aver dedicato buona parte della sua pratica artistica indagando una possibile fusione del mondo animale con l’essere umano, la sua ricerca più recente è focalizzata sulla figura umana e in particolare sulla rappresentazione del movimento. Negli ultimi lavori è evidente la volontà di infondere forza vitale ai dipinti e ai collage, strettamente legati alle sue performance in cui il suono, il corpo e l'azione diventano elementi inscindibili.

Una serie di collage di grande formato, raffiguranti dei danzatori, saranno la cornice della performance che Rosier presenterà all’opening della mostra nello spazio di via Stradella 4. I corpi dei danzatori sono frammentati da ritagli, i cui contorni si riferiscono a movimenti precedenti o successivi. Le figure dei ballerini diventano quelle di acrobati: è da questo concetto che Rosier ha iniziato a lavorare sull'arte del cadere.
La nozione di caduta implica una perdita del comune senso di percezione, una confusione che porta a un momentaneo smarrimento d’identità personale e collettiva, anche in relazione alla condizione socioeconomica attuale in Francia e non solo. Ma la mancanza di equilibrio come momento di disturbo può anche essere l'occasione per una rinnovata comprensione e una sorta di guarigione: è solo una questione di attitudine alla caduta.

In galleria, al numero 7, saranno esposte opere su carta realizzate in dimensioni reali per consentire a chi guarda di immedesimarsi nella caduta degli acrobati, affinché il rapporto con l’opera diventi più fisico che intellettuale.

Mathilde Rosier (FR, 1973) vive e lavora a Berlino. Recenti mostre e performance sono state ospitate da: Galleria d'Arte Moderna di Milano (2014, a cura di Francesco Bonami), Dortmunder Kunstverein (2012), Kunstverein Hannover (2012), Kunstpalais Erlangen (2011), Camden Arts Centre di Londra (2011), Museo Abteiberg Mönchengladbach (2011), Serpentine Gallery (2010), e Museo Jeu de Paume di Parigi (2010, a cura di Elena Filipovic).

Raffaella Cortese è lieta di presentare la terza personale dell’americano T.J. Wilcox.

Il lavoro di Wilcox presenta un particolare interesse per il racconto soggettivo e i modi in cui la storia è sempre in divenire, tessuta di eventi, mito, memoria, associazioni, e il bombardamento di informazioni che tutti noi riceviamo ogni giorno.
T.J. Wilcox è conosciuto principalmente per i suoi film in super 8 convertiti in video, per le video proiezioni in 16 mm, per i collage e le installazioni incentrate su alcuni personaggi famosi e le loro storie patinate, talvolta drammatiche e strazianti. La realtà incontra la finzione (a volte le fantasie o la storia dell'artista) nei ritratti magnificamente inquietanti di personaggi quali Maria Antonietta, Marlene Dietrich, lo Zar Nicola di Russia o la Marchesa Luisa Casati. Questa tipologia di ritratto ritorna nel suo lavoro anche nei soggetti meno famosi, come gli amici più stretti, il custode del palazzo in cui ha lo studio e il suo amato Bulldog francese. I film sono frammentari, con soggetti e temi spesso romantici e decadenti, e gli straordinari aneddoti raccontati spesso confondono biografia e autobiografia, abbracciando il carattere romantico e di evasione del cinema.

Per la sua mostra in galleria, Wilcox presenterà per la prima volta il film The Tales of Hoffmann, con musica e voci del Metropolitan Opera di New York. Lo stesso Metropolitan Opera proietterà questo lavoro prima della prossima rappresentazione internazionale dei Tales of Hoffmann, che verrà trasmessa in simultanea in più teatri, in Italia e nel mondo, nel 2015. Inoltre, saranno presentati nuovi lavori creati appositamente per questa mostra e strettamente legati al nuovo film di Wilcox, in particolare una serie di light box e dei collage tecnica mista su carta.

L’ultimo film di T.J. Wilcox deriva, in parte, dal suo amore per l'opera di Jacques Offenbach I racconti di Hoffmann, del 1881, a sua volta ispirato ai racconti di E.T.A. Hoffmann; il lavoro dell’artista trae inoltre spunto dal dibattito su questi racconti (in particolare di Freud nel suo saggio del 1919 Il Perturbante) e dal film del 1951 (I racconti di Hoffmann) di Michael Powell e Emeric Pressburger. Questo nuovo progetto ha dato a Wilcox, da sempre un estimatore del loro lavoro cinematografico, l'occasione per tentare di inserire nella sua pratica artistica il loro concetto di "film composto", in base al quale tutti gli elementi che compongono il film sono analizzati nel dettaglio, ma è la combinazione di questi elementi a rendere il tutto un insieme armonioso.
L’animazione ha spesso avuto un ruolo importante nei film di Wilcox, ma con questo nuovo progetto l'artista ha realizzato il suo primo lavoro interamente d’animazione, utilizzando una notevole varietà di tecniche e di personaggi antropomorfizzati.

T.J. Wilcox (1965, Seattle Washington) vive e lavora a New York. Ha studiato alla School of Visual Arts di New York e all’Art Center College of Design di Pasaneda. Recentemente ha avuto un’importante personale al Whitney Museum of American Art (2013-2014). Ha esposto in numerosi musei tra cui lo Stedelijk Museum di Amsterdam (2007), il Museum Ludwig di Colonia (2006), e ancora il Whitney Museum of American Art (2000, 2004).