L’Osservatorio della cultura della Commissione Europea delinea i tratti della città ideale

Il progetto promosso dalla Commissione Europea fornisce dati sulle città in cui la cultura determina lo sviluppo sociale ed economico del territorio. I risultati, consultabili online, rappresentano uno strumento per politici e operatori del settore per comparare e migliorare il proprio lavoro

Quando si parla di piani di sviluppo urbani e territoriali sempre più spesso un ruolo centrale oggi è dato alla cultura, la cui funzione è sempre più determinante per la crescita di una città si che si tratti di un piccolo centro o di una metropoli. Strumento, risorsa o asso nella manica, un’intelligente politica culturale può contribuire allo sviluppo sociale di una città, alla crescita economica e alla formazione di nuovi posti di lavoro. Queste sono le premesse sulle quali poggia lo studio condotto e recentemente presentato dalla Commissione Europea, The cultural and creative cities monitor 2017 (l’Osservatorio della cultura e della creatività urbana), uno strumento che fornisce dati comparabili sui risultati ottenuti dalle città europee in ambito culturale e creativo.

UNO STRUMENTO PER LO SVILUPPO CULTURALE

L’Osservatorio è il risultato di un progetto di ricerca svolto su 168 città di 30 paesi europei, sviluppato dal Centro comune di ricerca della Commissione Europea. Le città interessate allo studio sono state esaminate sotto gli aspetti della vivacità culturale, dell’economia creativa e del contesto favorevole, fattori che secondo l’Osservatorio caratterizzano una “città culturale e creativa”. I dati della ricerca sono disponibili online, sotto forma di strumento e piattaforma che consente agli utenti di esaminare le città selezionate e di ottenere maggiori informazioni sui loro risultati. Il progetto rappresenta inoltre uno strumento fondamentale per politici e responsabili del settore culturale per identificare i punti di forza locali e gli ambiti da migliorare, prendendo esempio dalle altre città in lista. Nelle classifiche generali, stilate in base alla grandezza delle città, per la categoria “XXL” al primo posto si piazza Parigi, seguita da Monaco, Praga e Milano. Nella categoria “L” ritorna di nuovo l’Italia, stavolta al quinto posto con Firenze, preceduta da Edimburgo, Karlsruhe, Utrecht e Norimberga. “Il mio obiettivo è porre la cultura e la creatività al centro dell’agenda strategica europea”, spiega il commissario europeo per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport Tiro Navracsics. “In un momento di grandi trasformazioni sociali e di concorrenza globale sempre più aspra tra le città, dobbiamo guardare al di là delle fonti tradizionali di crescita e benessere socioeconomico ed esaminare il ruolo della cultura in città dinamiche, innovative e ricche di diversità”. L’Osservatorio mostra che la città europea culturale e creativa “ideale” sarebbe un mix tra le città che registrano i migliori risultati per ciascun indicatore di riferimento. Questa città avrebbe, per citare solo alcuni esempi, le sedi e le strutture culturali di Cork in Irlanda, l’attrattiva, la partecipazione culturale e i posti di lavoro creativi di Parigi, la proprietà intellettuale e l’innovazione di Eindhoven, l’apertura e la tolleranza di Glasgow, la qualità della governance di Copenaghen.

LA PECULIARITÀ ITALIANA

Il Bel Paese è presente nelle classifiche dell’Osservatorio, ma a differenze degli altri paesi europei che entrano in classifica con le loro capitali, l’Italia non ha Roma ai primi posti ma Milano, Firenze e Bologna che precedono per vivacità culturale la Città Eterna, che non si piazza quindi nelle parti alte delle classifiche. Per la categoria vivacità culturale, su 21 città Roma si piazza al dodicesimo posto, Milano al terzo; per economia creativa, la capitale italiana continua a mantenersi a metà classifica, ma è al terzultimo posto per contesto favorevole. Un risultato, questo, che ha fatto riflettere alcuni esponenti della politica, come il consigliere della Regione Lazio Gian Paolo Manzella: “La situazione del Lazio che emerge dal rapporto ci dice del lavoro che ancora c’è da fare. Roma, ad esempio, è l’unica capitale europea che nella classifica viene dopo 3 città dello stesso Paese. Perché Roma torni a essere una grande capitale in questo settore, le piste di lavoro indicate da questo rapporto sono chiare: bisogna puntare con sempre maggior coraggio sulle industrie creative, creare un sistema di governance efficiente e capace di sviluppare questo comparto, definire strumenti di intervento per aiutare le imprese a nascere e crescere, puntare sulla formazione”.

– Desirée Maida

Cultural and Creative Cities Monitor

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

Scopri di più