L’Odissea omerica. Mai così contemporanea

Milano si sta concentrando sulla rilettura dell’Odissea e del suo eroe, con spettacoli, incontri e mostre incentrate su Ulisse, sul suo viaggio e sulla sua ricerca. In un momento storico come questo, il vagare incessantemente senza meta, tra i flutti del mare, la figura di Odisseo, alla ricerca della propria patria, non è mai stata così attuale.

In prima linea, fra i tributi al poema omerico, c’è Odissey, lo spettacolo teatrale di Bob Wilson, frutto di una collaborazione fra il Teatro Nazionale di Grecia e il Piccolo Teatro di Milano. Un capolavoro del teatro contemporaneo messo in scena dal regista texano, considerato dal New York Timesuna figura svettante nel mondo del teatro sperimentale”, a partire dal testo del poeta inglese Simon Armitage, redatto nel 2004 per la BBC.
24 scene per i 24 libri omerici si susseguono rapidamente e in maniera incalzante per sviluppare la storia dell’astuto Odisseo e dei suoi compagni durante il viaggio di ritorno verso Itaca, indimenticabile patria, dopo la vittoria a Troia. Centrale è l’atto del racconto; la maggior parte degli episodi narrati sono un flashback che la regina dei Feaci, Arete, narra alla figlia Nausicaa nella sua stanza. Il racconto del racconto, come scatole cinesi che continuano ad aprirsi per svelare sequenze e collegamenti temporali sempre diversi, nuove scenografie, costumi e luci, e per regalare immagini fiabesche.
Maestro del teatro americano d’avanguardia degli Anni Settanta, Wilson è un appassionato di arti visive e di architettura, passione che gli ha permesso di gestire, oltre al progetto e alla regia, le scenografie e le luci dello spettacolo. Ogni scena richiama un quadro, un’immagine conosciuta; a partire dalle ancelle che giocano a palla con Nausicaa, nella terra dei Feaci, che ricorda un noto Picasso, ai costumi delle sirene che sembrano alludere alla Vestizione della Sposa di Max Ernst. Un’apparente semplicità che rivela però uno spettacolo molto complesso e una sofisticatezza non da poco; luci, costumi, effetti sonori e l’incredibile musica di Theodoris Ekonomou, calibrata su ogni singola sequenza, sono pennellate che determinano la perfezione del risultato.

Stefano de Luigi - iDyssey - veduta della mostra presso la Fondazione Stelline, Milano 2013 - photo Caterina Failla

Stefano de Luigi – iDyssey – veduta della mostra presso la Fondazione Stelline, Milano 2013 – photo Caterina Failla

In scena, la presenza di Odisseo, astuto e scaltro ma anche umano e debole ai richiami di maghe e sirene, viene quasi offuscata dalle figure femminili, protagoniste delle sue avventure; Calipso, Circe e Penelope, auliche e regali,vengono impersonificate tutte da Maria Nafpliotou che, con la sua voce calda e avvolgente, e a volte autoritaria, fa risuonare il greco moderno del testo come una dolce melodia. Ma anche scene di incredibile ironia e leggerezza costellano lo spettacolo: le mimiche facciali dei compagni di Ulisse, della serva Euriclea, delle ancelle e della stessa Nausicaa mentre ascolta la storia raccontata dalla madre, tra stupore e dolore, donano un velo di allegria alla triste storia di Ulisse.
Un tributo alla figura del leggendario eroe arriva anche dal progetto iDyssey di Stefano de Luigi, esposto al Palazzo delle Stelline fino 26 maggio. Con una serie di 90 scatti fotografici e alcuni filmati realizzati esclusivamente con l’ausilio di due iPhone, de Luigi ripercorre il viaggio e le tappe compiute da Ulisse. Prestandosi a numerose letture diverse, in un continuo rimando a passato e presente, de Luigi rilegge il Mediterraneo come terreno di continue peregrinazioni, non fiabesche ed eroiche come quelle di Odisseo, ma dettate dalla disperata ricerca di nuove possibili patrie. Un viaggio tra resti archeologici immutati e una realtà in continuo movimento di contorno, che mette in luce tratti documentaristici e altri più letterari.

Caterina Failla

Milano // fino al 26 maggio 2013
Stefano de Luigi – iDyssey
a cura di Laura Serani
FONDAZIONE STELLINE
Corso Magenta 61
02 45462111
[email protected]
www.stelline.it

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Caterina Failla

Caterina Failla

Caterina Failla (Milano 1989). Diplomata al Liceo Classico, nel 2011 consegue la Laurea Triennale in Scienze del’Architettura presso il Politecnico di Milano con la tesi “L’arte pubblica, esperimenti artistici nella città contemporanea”. Sta concludendo i suoi studi nella Laurea Magistrale…

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