Via Crucis dei nuovi eroi. Medici e infermieri portano la Croce. Foto di Giovanni De Angelis

Per la prima volta in quasi sessant’anni, il rito pasquale del Venerdì Santo non si è svolto al Colosseo, chiuso per la pandemia, ma in una piazza San Pietro completamente vuota. Ecco gli scatti di un testimone d’eccezione

Questo virus ci sta cambiando profondamente. Sono stato in rispettosa quarantena per ventotto giorni e non avevo alcuna voglia di fotografare quello che stava accadendo fuori. Ieri ho cambiato idea, ho sentito che dovevo andare e vedere con i miei occhi quell’evento straordinario”. Sono parole di Giovanni De Angelis, fotografo originario di Napoli, tra i più quotati per il suo stile inconfondibile, che cattura la realtà in un bianco e nero profondo e misterioso. Come lo sono gli scatti realizzati in occasione della Via Crucis del Venerdì Santo che, per la prima volta in quasi sessant’anni, non si è svolta al Colosseo, chiuso per la pandemia, ma in una piazza San Pietro completamente vuota, sotto lo sguardo vigile di Papa Francesco, raccolto nel silenzio come durante la scenografica preghiera del 27 marzo 2020. Per oltre un secolo, fino all’Unità d’Italia, il Colosseo è stato, infatti, la meta del rito cattolico che commemora il percorso doloroso di Gesù Cristo verso la crocifissione sul monte Golgota. 

LA STORIA

Poi, si è persa la tradizione per diverso tempo, fino a ritornare costante a partire dal 1965 sotto il papato di Paolo VI, con la prima diretta televisiva della Rai in eurovisione, poi in mondovisione dal 1977. Il primo a introdurre le meditazioni su ognuna delle 14 stazioni della Via Crucis non solo a religiosi, ma anche a personalità della cultura e a laici, è stato Giovanni Paolo II. Ieri sera, Papa Francesco ha chiesto, invece, i testi delle meditazioni e delle preghiere al cappellano del carcere di Padova che le ha fatte redigere, tra gli altri, a un condannato all’ergastolo per omicidio, ai genitori di una ragazza assassinata, a un ragazzo arrestato per spaccio, a un sacerdote finito ingiustamente sotto processo che, con il racconto delle loro esperienze e dei sentimenti di pentimento, hanno dato un accento fortemente umano al rituale sacro, calandolo nella drammatica realtà attuale. A portare la croce in una Piazza San Pietro deserta, oltre a ex detenuti, anche medici e infermieri impegnati nella lotta al coronavirus: “santi della porta accanto”, come li ha definiti Papa Bergoglio. 

LE PAROLE DI GIOVANNI DE ANGELIS

Superati i controlli di polizia eravamo un esiguo gruppo di fotografi e giornalisti che si tenevano a distanza gli uni dagli altri”, racconta ad Artribune De Angelis, testimone di questo evento dalla portata storica. “Il silenzio era assordante, potevo ascoltare prima il crepitìo del fuoco delle fiaccole collocate in terra e poi il verso stridulo dei gabbiani che volteggiavano custodi dello spazio. Non c’erano i fedeli. Le parole di quegli uomini e donne testimoni di atroci esperienze, erano taglienti e vederli muoversi lungo il percorso imbracciando la croce, era davvero emozionante. Il Papa era lì, in cima al “ventaglio”, di fronte al crocifisso miracoloso di San Marcello, dove era collocata la dodicesima stazione. Leggeva le preghiere tra una stazione e l’altra e quando il crocifisso ha ultimato il percorso tracciato in terra ed è giunto a sè, lo ha volto in alto in segno di forza e protezione. È stato un momento unico e spero irripetibile per sempre”. Ecco le immagini della serata offerte generosamente ad Artribune dal fotografo Giovanni De Angelis…

-Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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