Straperetana 2021. In Abruzzo 24 artisti italiani riflettono sull’inquietudine

Ultimi giorni per prendere parte, in Abruzzo, alla maratona dell’arte per eccellenza. E stavolta il titolo di Straperetana si ispira all’ultimo album degli Strokes.

Festeggia la quinta edizione nel 2021 Straperetana, il fortunato format ideato da Paola Capata e Delfo Durante a Pereto, la “porta dell’Abruzzo” e curato anche in questa occasione da Saverio Verini, fin dall’inizio alla guida della manifestazione. Se il nome richiama l’idea di maratona, quest’anno si scarpina di meno, concentrando l’intervento degli artisti nelle belle sedi di Palazzo Maccafani e Palazzo Iannucci.

GLI INTERVENTI OPEN AIR

Non mancano ovviamente, qua e là, le opere pensate per lo spazio esterno diffuse nel borgo, che si vanno ad aggiungere alla stratificazione ormai quasi geologica degli interventi, tutti segnalati, delle scorse edizioni (da Calixto Ramírez a Fondazione Malutta, da Raffaele Fiorella a Mattia Pajè e così via). Di nuovo ci sono la fontana impossibile di Giovanni Termini, le mappe dorate e le pepite d’oro sparse nel borgo da Floating Beauty, le affissioni – finestre ricavate sul borgo – di Giacomo Alberico. Insieme a loro altri 21 artisti (sono 24 in tutto) seguono il tema chiave che il curatore ha scelto sotto il titolo The New Abnormal, tratto dall’ultimo album degli Strokes. In questa “edizione della pandemia”, a fare da spirito guida è il saggio del 2016 di Mark Fisher The Weird and the Eeri. Ed ecco che dunque gli artisti affrontano le categorie di strano e inquietante, e i processi di metamorfosi.

Giulia Poppi, Carol Rama, installation view at Straperetana 2021. Photo Giorgio Benni

Giulia Poppi, Carol Rama, installation view at Straperetana 2021. Photo Giorgio Benni

PALAZZO MACCAFANI

Attraente e allo stesso tempo respingente è la pittura di Francesca Banchelli, con le tinte livide e acide che ci lusingano e allo stesso tempo ci interrogano sul senso della pittura, soprattutto quando poi si ripresenta poco più in là in “negativo”. I merletti high tech di Giulia Poppi mandano sprazzi di luce, mentre nella stessa sala Carol Rama chiede allo spettatore di confrontarsi con diversi piani di lettura. Di mutazione, consunzione e vitalità parla Gabriele Silli, nella sua grande installazione, ai limiti del mostruoso, temi che coinvolgono anche (così come la dimensione olfattiva) Luca Francesconi, seppur con fare giocoso, nel mezzanino, e Oscar Giaconia nella cisterna. Qui l’artista, noto per la sua pittura oscura e al contempo luminescente, stupisce con una grande e ben riuscita installazione, forse un ritratto dello studio dell’artista, forse l’antro di un alchimista. Prezioso cadeaux nel cortile l’intervento di Enzo Cucchi, una sculturina in bronzo, una presenza misteriosa delle foreste o forse un piccolo doccione gotico pronto ad animarsi?

PALAZZO IANNUCCI

Il percorso prosegue (breve passeggiata per raggiungerlo) a Palazzo Iannucci dove si trova, come di consueto, un gruppo di artisti abruzzesi selezionati dal pittore Matteo Fato, anche quest’anno al fianco di Verini nella costruzione del progetto, garante del genius loci. A introdurre la visita la Madonna di Andrea Di Cesare, nascosta nel buio e nel grottino che la accoglie (ma solo i più fedeli potranno vederla!). Al pianoterra si trovano invece l’installazione sonora che trae energia nella forza della natura e delle api di Daniele Di Girolamo e il Tripode anfibio (quasi un mostro marino, quasi un liuto) di Paride Petrei.
Il senso dell’assenza emerge evidente nelle gabbiette senza vita di Edoardo Manzoni. Al piano superiore reprise di Alberico e la strana storia dei gemelli di Grosseto narrata da Moira Ricci. Si prosegue con la bella sala della pittura che inanella le opere di Luca De Angelis, Andrea Respino (da segnalare), Giuliano Sale, proseguendo in fondo con il Picnic ad Hanging Rock di Giulia Mangoni. Gran finale con la combo tra la pittura romboidale di Giuditta Branconi che fa da contraltare al Biotope di Claudia Losi, con il video Rays di Francesca Grilli ‒ e i bambini che prendono il potere sugli adulti ‒ per concludere con il Pinocchio di Andrea Salvino. Molti degli interventi descritti sono site specific.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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