La Scuola di Piazza del Popolo prima degli artisti americani: la mostra a Roma

Alla galleria monogramma arte contemporanea, fino al 28 giugno, “La Scuola di piazza del POPolo. Pop o non Pop?”, la mostra che fa per far luce sul ruolo pionieristico del gruppo romano degli anni Sessanta. Per l’occasione, un’installazione luminosa invade via Margutta.

Secondo un equivoco storico, gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo – gruppo che ha caratterizzato la sperimentazione artistica degli anni Sessanta in Italia – vengono considerati un equivalente nostrano di ciò che stava accadendo negli stessi anni oltreoceano con la Pop Art. Si tratta di una tesi che minimizza le intuizioni pionieristiche che molti degli artisti della corrente romana misero in pratica e che una mostra vuole oggi ribaltare. Si tratta di La Scuola di piazza del POPolo. Pop o non Pop?, a cura di Gabriele Simongini: fino al 28 giugno 2021, i lavori di Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Pino Pascali, Mimmo Rotella, Mario Schifano e Cesare Tacchi sono presentati da monogramma arte contemporanea anche in versione “outdoor”.

Scuola di piazza del Popolo, lightbox in via Margutta

Scuola di piazza del Popolo, lightbox in via Margutta

LA SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO E IL RILANCIO DI VIA MARGUTTA

La galleria, che sorge al 102 di via Margutta, un luogo significativo per l’arte (con una storia lunga cinque secoli, costellata da generazioni di artisti, fotografi, stilisti, musicisti, scrittori, registi e attori), viene rilanciata attraverso l’installazione di 12 light box, ciascuna dedicata ad un artista rappresentato nell’esposizione. “Sospesa fra storia e leggenda, la Scuola di piazza del Popolo non fu un gruppo coeso: gran parte dei suoi esponenti erano talmente e fortunatamente indisciplinati ed irregolari da mal tollerare per costituzione mentale l’idea stessa di ‘scuola’, da tutti i punti di vista”, spiega il curatore. “Eppure questa definizione di gruppo funziona a meraviglia, tanto più oggi, nella civiltà dello slogan e del tweet rapido e sintetico”.

Scuola di piazza del Popolo

Scuola di piazza del Popolo

SCUOLA DI PIAZZA DEL POPOLO: LA MOSTRA E UN LIBRO

In occasione della mostra, è stato pubblicato un libro-catalogo edito da Manfredi con interventi del professor Emmanuele Emanuele, i testi di Giovanni Morabito e Giancarlo Carpi, un saggio di Gabriele Simongini, gli scritti (2007) di Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Cesare Tacchi, le biografie degli artisti e le foto delle opere esposte ed alcune foto d’epoca. “Artisti come Schifano, Angeli, Festa, Mambor – che ebbi modo di frequentare personalmente all’epoca – rivoluzionarono indubbiamente il panorama dell’arte visiva, rifiutando la loro presunta filiazione alla Pop Art americana, che guardavano come ad un puro arricchimento culturale, perché preferivano in realtà ispirarsi all’unicità e alla secolarità della monumentale arte italiana, passando per il Futurismo e la Metafisica”, spiega Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. “Furono anche assai influenzati dall’industria del cinema, che in quegli anni d’oro faceva da traino all’economia locale, grazie alle imponenti produzioni girate a Cinecittà e a cui si deve anche la nascita della cosiddetta Dolce Vita romana. Le sperimentazioni e l’innovazione di cui gli artisti di Piazza del Popolo si fecero portatori, senza averne allora reale consapevolezza, hanno rappresentato una svolta culturale non soltanto italiana e segnato indelebilmente un’epoca”.

– Giulia Ronchi

La Scuola di piazza del POPolo. Pop o non Pop?
A cura di Gabriele Simongini
Fino al 28 giugno
monogramma arte contemporanea
via Margutta, 102, Roma
www.monogramma.it

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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