I Promessi Sposi “cancellati” di Emilio Isgrò al Castello Gamba in Valle d’Aosta

Con uno dei protagonisti del Concettualismo italiano, la Valle D’Aosta inaugura la sua stagione espositiva primaverile

Emilio Isgrò (Barcellona di Sicilia, 1937) è il grande protagonista del primo appuntamento della programmazione del Castello Gamba – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Regione, nella località di Châtillon, affidata a una curatela d’eccezione: si tratta di Casa Testori, un’associazione che nasce a Novate Milanese, in quella che fu la dimora dello scrittore, pittore e critico d’arte Giovanni Testori, mantenendone attivo l’archivio e promuovendo progetti di arte emergente. Nel castello valdostano – un centro culturale che è fiore all’occhiello della regione – viene presentata, invece, la rassegna Détails, una serie di esposizioni temporanee che avranno come punto di partenza un’opera inclusa nella collezione permanente. Un modo per valorizzare il proprio patrimonio, aprendosi allo stesso tempo a un panorama artistico più vasto. Ecco svelata la prima mostra della stagione primaverile.

Emilio Isgrò, Io l'innominato, 2016 50x36cm, tecnica mista su libro in box di legno, tela e plexiglass

Emilio Isgrò, Io l’innominato, 2016 50x36cm, tecnica mista su libro in box di legno, tela e plexiglass

EMILIO ISGRÒ AL CASTELLO GAMBA

L’opera di partenza, conservata all’interno della collezione museale, è Quel che è scritto, di Emilio Isgrò, datata 1991: un lavoro particolarmente criptico, in cui un ideogramma cinese e la scritta “Dio non sa leggere” sono impressi su una pala d’altare a fondo bianco. La mostra Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi “cancellati” giunge, quindi, con l’intento di proporre un focus su questo autore, tra i più importanti del concettualismo italiano, avvicinando il pubblico alla sua pratica artistica. Le opere, datate 2016, consistono in un intervento su 35 diversi passi del romanzo manzoniano e dimostrano la piena maturità della ricerca dell’artista. Isgrò, conosciuto per le sue “cancellature” dal tratto nero, questa volta interviene con segni anche bianchi, talvolta totalmente coprenti, oppure con un velo di colore semitrasparente, quasi a sottolinearle piuttosto che a eliminare. La cancellatura si rivela essere un atto di dedizione nei confronti di questo testo letterario tanto amato dall’artista. “Cancellandola”, spiega lo stesso Isgrò, “mi sono accorto di come la scrittura manzoniana sia quanto di più potente e sorgivo abbia offerto la nostra letteratura dopo Dante. Giacché in Manzoni anche la cultura si fa natura”. Un tentativo di ridurre il testo al minimo, a volte lasciando solo le virgole, come respiri necessari all’interno di un ritmo narrativo in cui avviene qualcosa di cruciale. “In questo modo i tempi dell’arte assumono i tempi della letteratura, mentre quelli letterari assumono i tempi dell’arte”, aggiunge Davide Dall’Ombra, direttore di Casa Testori e curatore della mostra, mentre ci soffermiamo su ogni opera, osservando con lentezza quelle linee testuali che hanno irreversibilmente mutato il proprio linguaggio.

IL CASTELLO GAMBA E LA SUA COLLEZIONE

Uno dei punti di forza della Valle d’Aosta è quello di essere coesa sulla valorizzazione del proprio patrimonio artistico, tramite una gestione che si svolge interamente sul piano pubblico. “La Regione è proprietaria della quasi totalità dei beni culturali. Abbiamo differenziato l’offerta per territorio e per contenuto facendo nascere qui nel Castello Gamba quello che è il tempio dell’arte contemporanea italiana”, ci spiega Laurent Viérin, Assessore del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali, “negli anni abbiamo recuperato questo luogo facendolo diventare parte stabile di collezioni regionali ma anche di mostre temporanee che oggi si sviluppano tramite una nuova sinergia e una collaborazione che presentiamo. Questo avviene, tra l’altro, nel momento in cui stiamo lavorando per entrare, da qui all’estate, all’interno del circuito Torino Musei”. Oggi, la collezione è composta da oltre 150 opere, divisa in sezioni cronologiche e tematiche. Oltre a una serie di paesaggi e vedute valdostane datati tra ottocento e novecento (tra cui spicca un William Turner), la collezione comprende delle chicche, come i dipinti di Renato Guttuso e Mario Schifano, le sculture di Mario Ceroli, Arnaldo Pomodoro, Giacomo Manzù e un enorme Ercole di quasi tre metri, una scultura bronzea realizzata da Arturo Martini. Il percorso giunge anche alle sperimentazioni artistiche degli ultimi decenni del Novecento, con opere di autori quali Chiara Dynys, Mirella Bentivoglio e Gianfranco Baruchello.

– Giulia Ronchi

Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi “cancellati”
a cura di Casa Testori
fino al 16 giugno 2019
Castello Gamba – Località Crêt-de-Breil
11024 Châtillon, Valle d’Aosta
tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
+39 0166 563252
www.castellogamba.vda.it

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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