Nasce la Biennale di Shenzhen. Nel polo high-tech in Cina 5 artisti italiani

La prima Biennale di Shenzhen per l’arte contemporanea internazionale, nella città nuovo polo high-tech in Cina, invita 5 artisti italiani. Ne abbiamo parlato con le due consulenti curatoriali Ilaria Bignotti e Alice Cazzaniga.

A Shenzhen, città sub-provinciale della Repubblica Popolare Cinese, nata da meno di quarant’anni, dopo la Bi-City Biennale of Urbanism\Architecture – fondata nel 2005 – sta per inaugurare una nuova Biennale, questa volta dedicata alle arti visive. Si tratta della prima edizione della Biennale di Shenzhen, dedicata all’arte contemporanea su larga scala, che si terrà dall’11 maggio al 30 luglio 2018 nelle due sedi dello Shenzhen Bay Park e del Luohu Art Museum: il primo, un parco che si estende per 14 chilometri lungo la costa; il secondo uno spazio artistico non-profit progettato da URBANUS, uno dei più influenti studi di architettura della Cina e co-curatore proprio dell’ultima Biennale di urbanistica e architettura di Shenzhen, insieme al direttore del MAXXI Hou Hanru.

Arthur Duff Adaptation

Arthur Duff Adaptation

IL PROGETTO DELLA BIENNALE

Dopo l’architettura, prosegue così l’impegno della città cinese a diventare piattaforma di comunicazione per le scene creative internazionali e lo fa grazie all’intervento di Tweet Arts Centre – un’organizzazione artistica senza fini di lucro fondata dalla mecenate cinese He Jing – che per incoraggiare ulteriormente lo sviluppo dell’arte contemporanea in città, ha proposto di istituire la Biennale di Shenzhen, che ha ricevuto, così, il sostegno dell’Autorità Governativa di Shenzhen e parzialmente quello dello Shenzhen Cultural Development Funds. Sono 47 gli artisti selezionati dai curatori Gary Xu, Zehui Tang e Janet Fong per partecipare a questa prima edizione – con nomi internazionali come Damien Hirst e Chiharu Shiota – di cui 5 sono residenti e attivi in Italia – Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Alberto Gianfreda, Laura Renna, Francesca Pasquali.

Alberto Gianfreda, Nothing as it seems

Alberto Gianfreda, Nothing as it seems

I PROGETTI

A loro sarà data la possibilità di realizzare cinque opere monumentali, pubbliche, site-specific, con la consulenza curatoriale delle curatrici Ilaria Bignotti e Alice Cazzaniga e della Marignana Arte di Venezia, galleria di riferimento dei primi quattro artisti. “Come spesso accade, i progetti nascono grazie a incontri, dialoghi, confronti su strade comuni. Una traiettoria che ha caratterizzato anche la vicenda di questo straordinario coinvolgimento di ben 5 artisti italiani (Duff nasce a Wiesbaden, è un apolide, ma vive e lavora a Vicenza da tempo) in una Biennale dedicata al tema delle ‘Open Sources’, in una città ad alto tasso tecnologico quale Shenzhen, curata da un team cinese con vocazione internazionale, e destinata a essere un evento cruciale del 2018”, racconta ad Artribune Ilaria Bignotti. “Venezia, da sempre terra di scambi e crocevia di incontri, è stato il luogo fatale di questa vicenda. Qui, Gary Xu Gang, curatore cinese attivo a livello internazionale e con residenza statunitense, grazie al suggerimento di Alice Cazzaniga, che con lui aveva lavorato in Cina, è arrivato in occasione della scorsa Biennale d’arte e ha visitato la Galleria Marignana Arte, nota per la sua ricerca sull’arte delle generazioni attuali e per elaborare progetti espositivi di ricerca”.

Maurizio Donzelli Mirror Sala Zodiaco 2016-17

Maurizio Donzelli Mirror Sala Zodiaco 2016-17

TEMA GUIDA, L’OPEN SOURCE

Da qui l’invito agli artisti italiani a cimentarsi col tema dell’Open Source in una città, Shenzhen, che rappresenta il nuovo polo high-tech cinese a livello globale (ha qui il suo quartier generale Huawei, colosso delle infrastrutture di rete e degli smartphone). “Ciò che accomuna i cinque artisti italiani partecipanti, fattore determinante in fase di selezione nonché motivo di prestigio dell’intero progetto, è infatti proprio la condivisione di una forte sensibilità al tema trattato”, aggiunge Alice Cazzaniga. “Maurizio Donzelli, nel suggestivo gioco di rimandi dei suoi Mirrors, suggerisce uno spazio intimo di approfondimento dello sguardo piuttosto che di una sua dispersione; Alberto Gianfreda, con il suo lavoro scultoreo, indaga il concetto di spazio pubblico quasi un invito ad aprirsi ad esplorarne le variabili incrementali; Laura Renna, nella rappresentazione di un paesaggio spaziale particolare, esprime le potenzialità della tensione dialettica tra mondo immaginario e reale, naturale ed artificiale; Arthur Duff, interessato allo spazio celeste ed alle innovazioni in ambito astrofisico, propone un’installazione che è di per sé un open source; Francesca Pasquali, seguita in particolare da Ilaria Bignotti, si interroga sulle possibilità dei materiali industriali, di riuso come espresse da sculture che fungono da abitanti organici del Parco della Baia di Shenzhen nella quale verranno a posizionarsi”.

– Claudia Giraud

Biennale di Shenzhen
11 maggio – 30 luglio 2018
Shenzhen Bay Park | Luohu Art Museum
http://biennale.a.luhongfu.com/en/

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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