La forma del suono. Jacopo Mazzonelli a Trento

Galleria Civica, Trento ‒ fino al 14 gennaio 2018. La mostra personale di Jacopo Mazzonelli è una riflessione sul gesto musicale e sul suono che diviene tridimensionale.

La formazione musicale di Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) ‒ diplomato in pianoforte e musica contemporanea ‒ lo ha da sempre spinto a muoversi in un terreno ibrido tra musica e arti visive. Nella sua ricerca non è quasi mai presente il suono in forma diretta, ma la sua evocazione e la riflessione sui processi legati a esso lo rendono tangibile in forma installativa. La mostra personale To be played at maximum volume alla Galleria Civica di Trento si apre con il lavoro ABCDEFG (vincitore nel 2015 del premio Fondo Privato Acquisizioni per l’arte contemporanea di ArtVerona), una installazione composta da sette pianoforti modificati in modo che possano suonare una sola nota. Durante il vernissage essa è stata il teatro di una performance che ha visto l’esecuzione in anteprima di una partitura del compositore Matteo Franceschini, eseguita dall’artista e dalla pianista Eleonora Wegher.

STRUMENTI IMPRIGIONATI

Le fattezze degli oggetti musicali ritornano in varie opere come Capriccio (2011), Bodies (2016) o nella serie Volume (2017) dove alcuni strumenti a fiato, “imprigionati” dentro a dei solidi in cemento, creano un gioco di parole con il titolo del lavoro che, oltre alla connotazione sonora, esprime una dimensione architettonica e fisica. Lo strumento si trova privato così della sua funzione originaria e diviene un simulacro silenzioso; sembra un oggetto solitario all’interno di uno scenario metafisico che sembra stridere con la caotica società in cui viviamo, dominata da un eccesso di contenuti.

Jacopo Mazzonelli, ABCDEFG, 2015

Jacopo Mazzonelli, ABCDEFG, 2015

IL GESTO MUSICALE

In mostra sono presenti anche delle opere video come Dido’s Lament, dove vediamo nello stesso schermo due sequenze distinte delle mani di Leopold Stokowski mentre dirige il Lamento di Didone di Henry Purcell. Dopo alcuni istanti lo spettatore si rende conto che le due narrazioni si stanno ripetendo, quasi che i movimenti e le traiettorie ammalianti delle mani si stiano inseguendo e parlando nell’eseguire la medesima partitura. In questo lavoro si riflette la particolare attenzione che l’autore riversa nel gesto musicale, inteso come atto simbolico perché capace di delineare i caratteri del suono pur senza produrlo.

Carlo Sala

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Carlo Sala

Carlo Sala

Carlo Sala (Treviso, 1984), critico d'arte, curatore e docente al Master in Photography dell'Università IUAV di Venezia. È membro del comitato curatoriale della Fondazione Francesco Fabbri Onlus per cui si occupa della curatela scientifica del Premio Francesco Fabbri per le…

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