Luxus al Padiglione Venezia della Biennale. Promuovere la città con una mostra trash. Perché?

Si chiama Padiglione Venezia, si trova nella parte dei Giardini oltre il canale. Un grande spazio alle spalle del Padiglione del Brasile. Con l'obiettivo di valorizzare la città ma un risultato non dei migliori. Giudicate voi.

I padiglioni di alta qualità come quello tedesco, quello coreano, quello inglese ad esempio. I padiglioni che ci provano. I padiglioni dei piccoli paesi che hanno questa come loro occasione principale per emergere a livello internazionale sul palcoscenico dell’arte. Questo sono i Giardini della Biennale. In mezzo a tutto ciò però c’è una presenza surreale, amorfa, profondamente fuori luogo. Si chiama Padiglione Venezia, si trova nella parte dei Giardini oltre il canale. Un grande spazio alle spalle del Padiglione del Brasile. Tradizionalmente lo spazio è dedicato agli enti locali, alle eccellenze del Veneto. “La bellezza sensuale di Venezia si rivive attraverso rimandi simbolici e percezioni sensoriali”, recita il comunicato stampa della mostra di quest’anno riportando le parole del curatore Stefano Zecchi, “in cui si intrecciano colori, profumi, giochi di luce. La sua tradizione culturale si incontra con l’Oriente, costante riferimento del glorioso sviluppo della storia della città, con citazioni che rievocano il passato e si ritrovano nella bellezza delle opere artigiane della contemporaneità“.

FINE NOBILE, RESA TRASH

In realtà il fine nobile di valorizzare le eccellenze locali e la loro produzione di alto livello (Luxus, il titolo della mostra) viene reso in maniera imbarazzantemente trash, eccessiva, sempliciotta, plateale. Con un linguaggio pesantemente fuori contesto rispetto all’ambito del più importante e sofisticato evento d’arte contemporanea al mondo. Il passaggio tra gli altri padiglioni (a pochi passi c’è il bel lavoro fatto dalla Grecia, per dire) a questo delirio di lampadari, di vetrinette, di espositori da gioielleria, di allestimenti da negozio di design per russi è abbastanza straniante.
Giustissimo trovare, nell’ambito del percorso della Biennale, un modo e una maniera per promuovere una regione incredibile come il Veneto e una città (il Padiglione Venezia è quest’anno gestito dal Comune) unica come Venezia. Ma è davvero questo è il modo di farlo? Così si rischia di ottenere esattamente l’effetto contrario.

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Redazione

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