Anche la Sardegna omaggia David Bowie. A un anno dalla morte e a 40 dalla ballad Wild Is the Wind

Una selezione di artisti internazionali, dal percorso ibridato con i linguaggi del rock, del Jazz e del blues più sperimentali e le avanguardie artistiche più trasgressive. Da Anton Corbijn a Matteo Basilè

Like the leaf clings to the tree / Oh, my darling, cling to me / For we’re like creatures of the wind, and wild is the wind / Wild is the wind”, recitava David Bowie nella splendida ballata Wild Is the Wind, tratta dall’album Station to Station del gennaio 1976. Ora, a quasi un anno dalla scomparsa del Duca Bianco e a quarant’anni esatti da quella pubblicazione, la mostra – dal titolo omonimo Wild Is the Wind – che si inaugura il 23 dicembre presso la Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano vuole rendere omaggio al suo genio artistico e polimorfo, alla sua concezione ibrida e contaminativa delle arti e, insieme, al mondo del rock che tanto ha segnato e caratterizzato la cultura e gli stili di vita della seconda metà del secolo scorso. E lo fa coinvolgendo una selezione di artisti internazionali contemporanei, il cui percorso ha spesso oscillato e si è spesso ibridato con i linguaggi del rock, del Jazz e del blues più sperimentali e le avanguardie artistiche più trasgressive.

DIBATTITI, CONCERTI E PROIEZIONI
Tra loro, solo per citarne alcuni, in bilico tra iperboli concettuali e visioni ultrapop, Robert Gligorov, Anton Corbijn, Nicola di Caprio, Roberto Pugliese, Matteo Basilè e Coniglio Viola relazionati, con un salto cronologico che pare un’eternità, con alcuni padri nobili della Beat Generation, Allen Ginsberg e Robert Frank per tutti. Una mostra di artisti e di luoghi, di oggetti e di eventi, documentati – questi ultimi – da reportage e filmati che hanno fatto la storia della fotografia e del cinema, quali la serie di dieci foto di Bill Owens dell’Altamont Free Concert tenutosi in California il 6 dicembre 1969, quattro mesi dopo il festival di Woodstock e organizzato dai Rolling Stones a conclusione del loro tour americano. Promossa dal Comune di Oristano in collaborazione col Festival Dromos, col contributo di diverse gallerie (Pack, Milano e Studio la Città, Verona) e di numerosi collezionisti privati (Antonio Manca, Giampaolo Abbondio, Valentina Casolari, Virginio Maccarone, Demetrio Paparoni, Paola Vagabonda e Famiglia Salis), la mostra rimarrà aperta fino al 5 marzo con dibattiti, concerti e proiezioni di lungometraggi legati al rapporto tra musica e cinema a cura del Cineforum Lost in Translation.

23 dicembre 2016 – 5 marzo 2017
Wild Is The Wind. L’immagine della musica
Oristano
Pinacoteca comunale “Carlo Contini”
www.comune.or.it

 

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Redazione

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