Luca Guadagnino, il regista italiano verso l’Oscar ma ignorato in patria

Il profilo di un regista che con i suoi film ha conquistato il mondo e in particolare gli Usa. Con il suo Call me by your name è riuscito a fare commuovere persino Quentin Tarantino, il film presentato alla Berlinale 2017 e che arriverà nelle nostre sale il 25 gennaio.

Dal Festival di Berlino a quello di Londra, è stato un anno fortunato per il regista Luca Guadagnino (Palermo, 1971) e per il suo Call me by your name, film da lui diretto e che ora mira alle imminenti nomination agli Oscar (che saranno rivelate il prossimo 23 gennaio). Presentato in anteprima mondiale al Sundance e poi a febbraio 2017 alla Berlinale nella sezione Panorama Special, Call me by your name è stato accolto come autentico trionfo tanto dal pubblico quanto dalla critica internazionale. Ora il film e il suo regista guardano oltre, ancora più in alto, ma non accompagnati o “sostenuti”, purtroppo, dall’Italia.

Luca Guadagnino , by Daniel Bergeron.

Luca Guadagnino , by Daniel Bergeron.

PROFILO DI UN REGISTA

Luca Guadagnino è un regista e produttore di origini palermitane. Nel corso della sua formazione, l’Etiopia prima e Roma poi rappresentano due punti cardini. Cinque sono i film di finzione da lui diretti (The Protagonists, Melissa P., Io sono l’amore, A Bigger Splash e Call Me by Your Name), a cui si aggiungono diversi documentari (tra questi Inconscio italiano e Bertolucci on Bertolucci). Come produttore, cerca una linea indipendente e provocatoria, un po’ come il suo cinema. Forse il suo film più maturo ed elegante è Io sono l’amore con Tilda Swinton, Alba Rohrwacher, Marisa Berenson e Pippo Delbono, presentato nel 2009 alla 66. Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

CALL ME BY YOUR NAME

Call me by your name, uscito in America lo scorso 24 novembre, è tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman. Tipico di Luca Guadagnino è scegliere, per i suoi film, storie già conosciute e raccontate, a cui però aggiunge il proprio punto di vista. Call me by your name è una storia d’amore vissuta secondo tutte le sue traiettorie possibili che il regista consiglia alle famiglie, “nonostante” il film parli dell’amore tra un uomo e un ragazzo e mostri una scena di masturbazione. Per alcuni è scandaloso, per altri è solo fine al racconto, per Guadagnino invece è semplice espressione della bellezza della diversità. Ma il film mostra anche altro: l’età dell’adolescenza, i “conflitti” famigliari, i desideri. Un racconto di forte identità e di grande sensibilità oltre che specificità registica. Il cast è così composto: Elio è Timothée Chalamet, Armie Hammer è il coprotagonista Oliver, mentre Michael Stuhlbarg e Amira Casar interpretano i genitori di Elio.

Suspiria di Dario Argento

Suspiria di Dario Argento

SUSPIRIA, UN OMAGGIO MA NON UN REMAKE

Non poca agitazione ha suscitato ormai qualche mese fa la notizia del nuovo progetto a cui sta lavorando Luca Guadagnino: un rifacimento di Suspiria di Dario Argento. Si tratta di una importante produzione Amazon che verrà rilasciata molto probabilmente ad autunno del 2018. Il film segue le orme del cult del 1977: una giovane ragazza americana sogna di diventare una ballerina e decide di frequentare una delle scuole più ambite in Germania, scoprendo nel corso della sua permanenza segreti inquietanti che dovevano rimanere nascosti. La somiglianza con il racconto di Argento ha spinto alcuni ad “accusare” Guadagnino di volere utilizzare una grande storia cinematografica a soli fini commerciali, senza quindi inserire alcun omaggio visivo o un riconoscimento al suo originale. Il regista raggiunto dal The Guardian ha cosi spiegato: “Ogni film che faccio è un passo nei miei sogni da adolescente, e Suspiria è il sogno megalomane adolescenziale più chiaro che abbia mai avuto. Ho visto il poster quando avevo 11 anni e poi ho visto il film quando ne avevo 14, e mi ha colpito duramente. Ho subito iniziato a sognare di crearne una mia versione. Quindi in un certo senso mi fa sorridere quando sento la gente affermare ‘Come osi rifare Suspiria. È la tipica mentalità basata sul commercio’. Ero solo un ragazzo che aveva visto un film che lo ha reso quello che è diventato. È così che mi sto avvicinando: un omaggio all’emozione incredibile e potente che ho provato quando l’ho visto”.

– Margherita Bordino

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

Scopri di più