100mila franchi di premio, e una mostra che gira tutta Europa. C’è una banca svizzera dietro il Prix Pictet per la fotografia: in anteprima le immagini della mostra a Dublino

È diventato rapidamente uno dei premi più prestigiosi del panorama internazionale, vista la ricca dotazione: 100mila i franchi svizzeri per il vincitore, circa 82mila euro. Istituito dalla banca ginevrina Pictet & Cie nel 2008, il Prix Pictet per la fotografia è dedicato alla sostenibilità ambientale, e si prefigge di far emergere attraverso il lavoro di […]

È diventato rapidamente uno dei premi più prestigiosi del panorama internazionale, vista la ricca dotazione: 100mila i franchi svizzeri per il vincitore, circa 82mila euro. Istituito dalla banca ginevrina Pictet & Cie nel 2008, il Prix Pictet per la fotografia è dedicato alla sostenibilità ambientale, e si prefigge di far emergere attraverso il lavoro di artisti fotografi le sfide ambientali e sociali del nostro tempo. Nell’ultima edizione, la quarta, il tema era Power, e il vincitore – annunciato nel corso dell’ultima Frieze week a Londra – è stato il francese Luc Delahaye, prescelto in una shortlist di tutto rispetto che includeva, tra gli altri, Robert Adams, Joel Sternfeld, Mohamed Bourouissa, Guy Tillim, Jacquelin Hassink.
La relativa mostra è itinerante e in questo momento è contemporaneamente al Museo Huis Marseille di Amsterdam, ad Istanbul Modern e alla Gallery of Photography di Dublino, dove l’abbiamo visitata ad allestimento appena concluso. Tutte di grande impatto e valore, alcune straordinarie, le opere che si possono ammirare in mostra, scelte tra quelle dei dodici finalisti. Dalla serie serie Turning Back di Robert Adams, del 1999, sul disboscamento nel nordovest americano, all’epica della banlieue parigina di Bourouissa. Dalle immagini del post-tsunami in Giappone di Philippe Chancel, a quelle impressionanti del disastro della BP nel golfo del Messico di Daniel Beltrà. Da Twentynine Palms di An-My Le a Arab domains di Jacqueline Hassink, fino ai lavori di Joel Sternfeld, Guy Tillim, Edmund Clark, Carl De Keyzer, a quelli della giovane azera Rena Effendi. E ovviamente Delahaye, presente in mostra con un’immagine mozzafiato, capace di coniugare il respiro del reportage fotografico e quello della pittura storica.
Da segnalare anche la Prix Pictet Commission, assegnata anch’essa a ogni edizione, e che quest’anno vede Simon Norfolk impegnato in Afghanistan per documentare sia la vita delle vittime, sia i lavori di prevenzione dei grandi disastri ambientali. Un’anteprima di questo lavoro sarà presentata ad Arles a luglio durante i Rencontres: nella gallery invece l’anteprima della mostra di Dublino…

– Daniele De Luigi

www.prixpictet.com

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