L’umanità e il suo destino. Jannis Kounellis a Pesaro

Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro – fino al 16 ottobre 2016. Jannis Kounellis “dipinge lo spazio” della Pescheria adibita vent’anni fa a centro d’arte contemporanea. Una scommessa pubblico-privato che ha restituito alla città e a tutta la regione un punto di riferimento per l’arte.

L’UOMO, LO SPAZIO
Jannis Kounellis (Atene, 1936), “pittore dello spazio”, dipinge gli ambienti dell’ex Pescheria e dell’annessa ex Chiesa del Suffragio – restituita alla sua originale forma dodecagonale da recenti lavori di recupero – con una mostra a cura di Ludovico Pratesi, che regala a Pesaro due nuove installazioni del maestro dell’Arte povera.
Due voci in epico dialogo sul senso della vita e della morte, che, spogliate di qualsiasi riferimento all’attualità, universalizzano il discorso sul destino dell’umano. Con uno spirito tutto greco, Kounellis va oltre i fatti, e arriva alle radici del pensiero attraverso la forma della rappresentazione teatrale.

Jannis Kounellis - Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro 2016 - photo Michele Alberto Sereni

Jannis Kounellis – Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro 2016 – photo Michele Alberto Sereni

DUE NUOVE INSTALLAZIONI
Nei due ambienti del Centro Arti Visive Pescheria trovano spazio altrettante installazioni che, nella volontà dell’artista, costituiscono un unico atto: un binario circolare, forma perfetta e senza scampo, viene percorso da un cavallo vivo che trascina inesorabile dei carrelli con cappotti neri ammassati. È un funerale ripetuto e ripetitivo per un Uomo che non esiste più. Cent’anni sono passati dallo scoppio della Prima guerra mondiale, e in questo periodo è stato capace di produrre solo la distruzione della propria umanità.
Di là, nel Loggiato, un funerale più moderno, di corpi abbandonati informi sotto dei teli bianchi. Sopra sono sospese le altalene dei sacchi neri di carbone, emblema del capitalismo contemporaneo. Materia nera come le nostre mani, mai più innocenti. Un gioco spensierato, innescato dalla gioiosa superficialità di chi ha conquistato l’egoistico benessere e, come un bambino cattivo, vuole negare all’altro di prendere il volo. “Corvi neri”, li ha definiti l’artista, voraci divoratori di cadaveri e annunciatori di cattivi presagi.

UN DESTINO CHE SI RIPETE
Ma lo sferragliare dei carrelli sui binari ci ricorda che non è semplicemente la memoria a entrare in scena quando Jannis Kounellis presenta le sue opere. Con un linguaggio fortemente simbolico e poetico, l’artista recupera alcuni materiali che sono tipici delle sue opere – dal cavallo vivo ai cappotti neri svuotati dell’uomo fino al carbone – e che mettono in contrapposizione l’elemento naturale con il manufatto industriale. Sotto i sudari bianchi indoviniamo ingranaggi meccanici e metallici di una realtà produttiva che è diventata un corpo inerte e silenzioso.
Anche il rumore delle ruote di ferro sulle rotaie indica che il dramma è ambientato in un’Europa industriale, che si racconta uno sviluppo inceppato, destinato a girare, cieco, su se stesso, perché non tiene conto dell’uomo. E così, circolarmente, la storia si ripete, finché l’uomo, dalla storia, scompare.

Annalisa Filonzi

Pesaro // fino al 16 ottobre 2016
Jannis Kounellis
a cura di Ludovico Pratesi
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA
Corso XI settembre 184
0721 387541
[email protected]
www.centroartivisivepescheria.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/55171/jannis-kounellis

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Annalisa Filonzi

Annalisa Filonzi

Laurea in Lettere classiche a Bologna, torno nelle Marche dove mi occupo di comunicazione ed entro in contatto con il mondo dell'arte contemporanea, all'inizio come operatrice didattica e poi come assistente alla cura di numerose mostre per enti pubblici e…

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