Miart 2016. Impareggiabile weekend milanese per il contemporaneo

Si comincia questa settimana con la fiera Miart, poi a ruota inizia il Salone del Mobile e – dopo una settimana di pausa – si passa a MIA, la fiera dedicata alla fotografia che l’anno scorso era in contemporanea con Miart. Ma cominciamo dall’inizio.

2016: L’ANNO DELLA PARTENZA DI VINCENZO DE BELLIS
Avevamo definito l’edizione 2014 di Miart “la prova del fuoco”, quella dell’anno successiva “al calor bianco” – era l’anno di Expo – mentre questa del 2016 inaugura con il macigno della recentissima nomina a curatore per le arti visive del direttore Vincenzo de Bellis al Walker Art Center di Minneapolis. Va da sé quindi che per lui è l’ultimo anno in questa veste, e per il futuro si vedrà (con Alessandro Rabottini a raccogliere il testimone, come ipotizziamo da quest’estate?).

GALLERIE E PREMI
Intanto però ci si concentra sulla fiera, che resta orfana (e felice? Gli esempi che dimostrano il contrario sono sparsi in tutto il globo) di tutte quelle collaterali che negli anni hanno contribuito a fare massa critica, da Arte Accessibile Milano a MIA – che l’anno scorso aveva eccezionalmente optato per la coincidenza con Miart e aveva ottenuto un record di visitatori.
Tornando a Miart: quest’anno sfodera un bel parterre composto da 154 gallerie (due in meno rispetto all’anno scorso, ma percentualmente si può dire che nulla cambia), 16 Paesi di provenienza delle gallerie stesse, un centinaio fra curatori coinvolti nelle varie sezioni e personalità invitate ai talk. Nutrito anche il ventaglio di chi si affaccia per la prima volta alla fiera meneghina, con nomi che vanno da Sperone Westwater a Blain Southern, da Lelong a Mai 36, da Anthony Reynolds a Greene Naftali.

miart

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Le sezioni sono quelle che ormai abbiamo imparato a conoscere. Si comincia con le Established, articolate in Masters (opere realizzate entro il XX secolo, dal moderno alla riscoperta di maestri dimenticati), Contemporary (dove il nome dice tutto, almeno in teoria) e First Step (con gli esordienti a Miart in questa sezione: quindi o esordienti assoluti oppure provenienti dalle sezioni cadette, per così dire). Seconda macrosezione, Emergent, con gallerie che a ottobre 2015 (momento dell’iscrizione alla fiera) non avessero compiuto più di cinque anni. Poi c’è THENow, parte più curatoriale dove nel medesimo stand convivono due gallerie, presentando una coppia di artisti in un dialogo fra generazioni diverse (e la cura è firmata da Jarrett Gregory del LACMA di Los Angeles e – guarda un po’ – da Pavel Pyś, che fa/faceva il curatore delle arti visive al Walker Art Center di Minneapolis). E ancora, la sempre più rilevante Object, ovvero la sezione di design, curata da Domitilla Dardi del MAXXI, e infine una novità: si chiama Decades, la segue Alberto Salvadori (direttore del Museo Marino Marini di Firenze) e attraversa la storia galleristica del XX secolo per decenni, appunto. Semplice sulla carta, difficilissima da attuare, visto il rischio gigantesco di fare una tristissima pseudo-mostra-marchetta.
Capitolo premi. Si parte con il Fondo di Acquisizione Fondazione Fiera Milano Giampiero Cantoni, che nel portafoglio ha 100mila euro, il doppio rispetto allo scorso anno. Poi c’è il Premio Emergent, che va al miglior stand della sezione omonima; la settima edizione del Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte, con l’acquisizione di un’opera di un giovane artista che sarà poi donata al MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Milano; e il Premio Herno per il miglior stand

Goshka Macuga – To the Son of Man Who Ate the Scroll – installation view @ Fondazione Prada, Milano 2016

Goshka Macuga – To the Son of Man Who Ate the Scroll – installation view @ Fondazione Prada, Milano 2016

E ORA TUTTI IN CITTÀ
Premessa: le cose da vedere sono tante, tantissime. Sappiate che probabilmente sarete di nuovo qui la settimana seguente, e magari pure per MIA. Quindi non vi abbuffate.
Esaurito il disclaimer, per i completisti c’è sempre la nostra Agendissima. Qui ci limitiamo a cosa proprio non potete mancare. Dalla XXI Esposizione Internazionale che attraversa la città con il design – naturalmente a partire dalla Triennale alla nuova mostra “wow” di HangarBicocca, che punta su di Carsten Höller. E poi ci sono Goshka Macuga e Thomas Demand (ma quest’ultimo in veste di curatore) alla Fondazione Prada, e Miró al Mudec e Boccioni a Palazzo Reale, oltre al sempreverde partenariato fra Miart e Fondazione Trussardi, che quest’anno produce una mostra di Sarah Lucas all’ex Albergo Diurno.
Ma soprattutto – e pensate che si può dire anche questo a Milano, nel 2016 – ci sono una dozzina di nuovi spazi che aprono in questi giorni. Nuove gallerie e artist run space, oggetti non identificati e gallerie pop-up, e poi… ma ve ne parleremo domani con un articolo apposito. Stay tuned.

Marco Enrico Giacomelli

Milano // dall’8 al 10 aprile 2016
inaugurazione su invito: 7 aprile ore 18
Miart
FIERAMILANOCITY
Viale Scarampo – Gate 5, Pad. 3
02 49971
[email protected]
www.miart.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/52391/miart-2016/

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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