L’opera completa di Letizia Battaglia. A Palermo

ZAC–Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo – fino all’8 maggio 2016. Il capoluogo siciliano omaggia la sua grande fotografa con un’inedita mostra antologica, in attesa che Letizia Battaglia prenda le redini del tanto atteso Centro d’Arte Internazionale di Fotografia. Un omaggio alla relazione fra l’artista e la sua terra: una storia d’amore come molte, fatta di fughe e ritorni, rabbia e morboso attaccamento.

UNA FOTOGRAFA A PALERMO
“Sempre mi è sembrato un uomo per terra morto una scena finta, una scena che non poteva essere vera”. Non ci si abitua mai a certe visioni, non ci si abitua mai soprattutto se sei l’unica fotoreporter donna di una città in cui è in corso una vera e propria guerra civile. Cadono sotto la furia scatenata dei Corleonesi i capifamiglia mafiosi e cadono i loro oppositori, poco importa che essi appartengano alla legge, alla politica o alla comunicazione, un susseguirsi di corpi uccisi senza alcuna pietà. Immagini ormai iconiche raccontano qualcosa che è storia, un Parnaso dannato i cui fantasmi purtroppo resistono.
Entrando ai Cantieri Culturali della Zisa le vediamo lì, una spirale emotiva senza vie d’uscita, rincorrersi sospese in un allestimento che fa fare i conti con tutti i “sacramenti” della sicilianità. Un album ininterrotto, da cui si delinea con chiarezza un’artista dal carattere volitivo e testardo, ancor prima che un’abilissima fotografa: sembra quasi di vederla, Letizia Battaglia (Palermo, 1935), farsi largo tra i colleghi per accertarsi che anche il più spietato dei boss la riconosca mentre lo ritrae in manette, perché questo è eticamente corretto.

IMMORTALARE IL NON DETTO
Straordinaria la capacità di conservare e descrivere il non detto, le espressioni di disperazione o gioia, gli scorci audaci, tutto ciò che sfugge ai canoni della descrizione storica: nella sostanza, l’approccio intimo che solo una donna può avere.
Letizia Battaglia fotografa democraticamente: armi nelle mani di creature cresciute troppo in fretta, disinibite nudità, la miseria nei quartieri difficili, l’inconsapevole eleganza delle bambine della Cala, i cortei funebri, il dignitoso contegno di coloro che sopravvivono alla morte dei propri cari e, tra i sedimenti di una storia tanto dolorosa, stride e fa riflettere una nobiltà noncurante e leggermente grottesca.

Letizia Battaglia – Anthologia - installation view at ZAC, Palermo 2016 - photo Olimpia Cavriani

Letizia Battaglia – Anthologia – installation view at ZAC, Palermo 2016 – photo Olimpia Cavriani

STRAZIO E BELLEZZA
Poi inaspettatamente ecco Sciascia e Guttuso chiacchierare sorridenti e spensierati ed è quasi impossibile non avere un sussulto di commozione, difficile non provare un dolcissimo sollievo nel constatare come in mezzo a tanto strazio ci sia stata anche tanta bellezza.
Una sontuosa retrospettiva, spontaneo esito di sincere amicizie: quella che lega Letizia Battaglia a Paolo Falcone, uno dei curatori più capaci e radicati nel capoluogo siciliano, e che la unisce al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, costante sostenitore della sua straordinaria carriera, stime reciproche che si sono radunate per ricordare, ancora una volta, l’indimenticabile.

Giulia Amodeo

Palermo // fino all’8 maggio 2016
Letizia Battaglia – Anthologia
a cura di Paolo Falcone
ZAC – ZONA ARTI CONTEMPORANEE
Via Paolo Gili 4
091 8431605
[email protected]
www.letiziabattaglia.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/51915/letizia-battaglia-anthologia/

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Giulia Amodeo

Giulia Amodeo

Giulia Amodeo è nata a Palermo nel 1981. Nel 2004 consegue la laurea in Arte Moderna presso il Dams di Palermo con una tesi sulla lettura pittorica dei drammi shakespeariani pubblicata l’anno successivo. Dal 2006 al 2009 dirige la galleria…

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