Asia Caput Mundi. Tra il 2017 e il 2018 inaugurano il Museo Macan in Indonesia e in Bangladesh il Samdani. Per volere di collezionisti privati

Il futuro dell’arte, o parte di esso, è in Asia. Non lo dicono solamente i risultati di Art Basel Hong Kong che ha dimostrato una partecipazione sempre più attiva del pubblico agli appuntamenti legati all’arte contemporanea superando ogni record con 70000 visitatori e un mercato locale sempre più vivace. Ma anche due musei, che inaugureranno […]

Il futuro dell’arte, o parte di esso, è in Asia. Non lo dicono solamente i risultati di Art Basel Hong Kong che ha dimostrato una partecipazione sempre più attiva del pubblico agli appuntamenti legati all’arte contemporanea superando ogni record con 70000 visitatori e un mercato locale sempre più vivace. Ma anche due musei, che inaugureranno in Indonesia e in Bangladesh tra il 2017 e il 2018. Il primo, soprannominato Museo Macan, acronimo di Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Nusantara (la regione in cui si collocherà) aprirà nel 2017 a Jakarta, nel quartiere di Kebon Jeruk per volontà del collezionista Haryanto Adikoesoemo diventando il primo spazio del genere nel paese. Adikoesoemo, proprietario di una raccolta costruita in 25 anni di oltre 800 pezzi, di cui quasi la metà di artisti indonesiani, imprenditore e proprietario della AKR Corporindo, una catena che cura la logistica e la distribuzione di petrolio e componenti chimici, ha pensato ad uno spazio di 13000 metri quadri, diretto da Thomas J.Berghuis, ex curatore di arte cinese al Museo Guggenheim di New York.

IN BANGLADESH
La seconda notizia viene invece dal Bangladesh. Anche qui a lanciare l’iniziativa sono due collezionisti, Nadia e Rajeeb Samdani, al novantottesimo posto della classifica delle 100 persone più influenti del mondo dell’arte di Art Review, che stanno fondando il primo centro per l’arte contemporanea del paese a Sylhet nel nord est. Lo spazio, che aprirà nel 2018 è il secondo progetto della coppia, già fondatori della fondazione che dal 2011 porta il loro nome e promuove il Dhaka Art Summit, un festival biennale (a febbraio si è tenuta la terza edizione) che presenta opere di quasi 250 artisti del Bangladesh, grazie al coinvolgimento di gallerie ed istituzioni locali.
Anche in questo caso lo spazio ospiterà parte della collezione della coppia in maniera permanente, scegliendo tra gli oltre 500 pezzi di una raccolta che privilegia l’arte moderna e contemporanea del Sud dell’Asia e una programmazione di mostre ed appuntamenti che coinvolgerà artisti, curatori e personaggi del mondo della cultura di tutto il mondo.
Un progetto che sembrerebbe davvero di vecchia data nel cuore dei due collezionisti, stando ad una intervista rilasciata nel 2013 a Silvia Anna Barrilà per la BMW guide, nella quale dichiaravano: “Non esiste un museo d’arte contemporanea in Bangladesh e dal momento che la nostra collezione in fondazione è focalizzata sull’arte del nostro Paese e di tutto il mondo e che per noi è importante contribuire a creare una consapevolezza nel pubblico sull’arte, abbiamo voluto condividere la nostra passione con tutti. Non crediamo che l’arte debba rimanere nelle case private, dove nessuno ha accesso perché è qualcosa che deve essere destinata e apprezzata da tutti”. Direttrice dello spazio sarà la attuale curatrice della Fondazione, Diana Campbell Betancourt, mentre all’artista polacco Pawel Althamer è stato chiesto di creare una scultura site-specific per lo spazio, in collaborazione con il centro per la riabilitazione dalle tossicodipendenze della città.

-Santa Nastro

http://samdani.com.bd/

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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