I separatisti ukraini fanno esplodere una scultura di Pascale Marthine Tayou a Donetsk. “Questa non è arte, chi lo pensa è malato”

Nel 2012, quando si presentò al mondo dell’arte con grandi progetti condivisi con la Galleria Continua, anche noi ne parlammo con interesse ed entusiasmo. Poi però ci toccò aggiornare i lettori del momento delicato attraversato dalla Fondazione Izolyatsia di Donestk, sfrattata dai rivoltosi separatisti ucraini e riparata “in esilio” a Kiev. Ora giungono notizie ancora […]

Nel 2012, quando si presentò al mondo dell’arte con grandi progetti condivisi con la Galleria Continua, anche noi ne parlammo con interesse ed entusiasmo. Poi però ci toccò aggiornare i lettori del momento delicato attraversato dalla Fondazione Izolyatsia di Donestk, sfrattata dai rivoltosi separatisti ucraini e riparata “in esilio” a Kiev. Ora giungono notizie ancora più sconfortanti: perchègli stessi rivoltosi, autoproclamatisi Donetsk People’s Republic, pare abbiano fatto saltare in aria con la dinamite una ciminiera dell’ex fabbrica che ospitava la sede della fondazione. E con essa l’installazione dell’artista camerunense Pascale Marthine Tayou che la sovrastava, un gigantesco stick di rossetto. “Questa non è arte e non può essere arte. Chi lo pensa è una persona malata, che cerca di dimostrare che questa è arte ad altri malati“, ha dichiarato un leader della milizia.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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