Birdman. Arriva nelle sale italiane il capolavoro di Iñárritu

Finalmente arriva nelle sale italiane il film che ha ottenuto il maggior numero di nomination della stagione dei premi e che attualmente è il frontrunner per l’Oscar come miglior film dell’anno. È “Birdman”, e alla regia c’è Alejandro González Iñárritu.

Quasi completamente girato nell’area del St. James Theatre tra la 43esima e la 44esima strada a Broadway, è uno di quei rarissimi casi che fa girare la testa e mandare l’adrenalina alle stelle: con Birdman, qualcosa di nuovo, se così si può definire, entra nelle sale cinematografiche. Con la splendida fotografia di Emmanuel Lubezki, la camera ci porta senza soluzione di continuità in un viaggio agli inferi dove una star in decadenza rischia il tutto per tornare alle luci della ribalta.
Riggan Thomson, una volta star del botteghino in costume da uccello, approda a New York per rilanciare la sua carriera nel teatro. Ma il suo alter ego-volatile continua a ossessionarlo. Il cast del film (che ai Sag Awards, i premi conferiti dall’associazione degli attori, ha riscosso il premio come miglior ensemble) lascerebbe senza fiato il più esigente degli spettatori. Guidato da un Micheal Keaton esaltato in tutta la sua fulgida decadenza, si alterna in un carosello di personalità della portata di Edward Norton, Naomi Watts, Andrea Riseborough, Zach Galifianakis ed Emma Stone, per un effetto a dir poco atomico.

Alejandro González Iñárritu risucchia nel pathos lo spettatore dalla prima, folle, geniale scena in cui il protagonista è sospeso nel centro del suo camerino. Dove la chimica tra gli interpreti e l’alchimia tra gli elementi compositivi (la narrazione a orologeria, una colonna sonora tra le più brillanti del decennio, le trovate visive) genera un vortice di colpi di scena impensabili e regala una nuova prospettiva sul genere della metanarrazione, la riflessione sul meccanismo della fama ci arriva direttamente dal punto di vista dell’attore.
Vittima di allucinazioni visive e auditive, incapace di distinguere l’illusione dalla realtà, è astratto dal mondo reale e schiavo del mito di se stesso: si potrebbe scrivere un’enciclopedia intera solo sul volo freudiano all’acme della sceneggiatura. Il doppio finale, che ha lasciato perplesso qualcuno, è ancora più pazzesco: l’uomo prigioniero della sua maschera e quindi del suo volto, vittima di un incidente, cambia i connotati. Sarà forse questa la vera liberazione che lo porterà verso nuove altezze.

Alejandro González Iñárritu – Birdman

Alejandro González Iñárritu – Birdman

Delle tante scene strepitose, almeno una va tassativamente citata e cioè quella in cui l’attore e il critico si confrontano in un vis-à-vis impossibile: una modalità espressiva più allegorica che pertinente alle possibilità della vita reale contemporanea.
Birdman va visto perché è un film importante, rivoluzionario, intrigante; una commedia nera, cupa e ironica, coinvolgente e straziante. I medici e gli psicoanalisti dovrebbero prescriverlo come il vaccino all’epatite a chiunque fa parte del mondo dell’arte. Non è così assurdo scommettere che il tempo lo consacrerà tra le vette assolute dei film più belli della storia del cinema tout court.
Iñárritu, invece, con questa magnifica intuizione si è assicurato la vecchiaia, entrando a pieno titolo nel gotha delle personalità più influenti della cinematografia internazionale. Non sappiamo se vincerà l’Oscar, ma di certo tra le sue virtù non c’è quella dell’ignoranza.

Federica Polidoro

Alejandro González Iñárritu – Birdman
USA – 2014 – 119’ – commedia, drammatico
www.20thfox.it

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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