Luisa Casati, la performer della malia

Palazzo Fortuny, Venezia - fino all’8 marzo 2015. La “Divina Marchesa” fa ritorno alla sua città di adozione, ospite dell’amico Mariano Fortuny. Va in mostra una delle più memorabili icone femminili d’inizio Novecento, unione ideale di arte, moda e vita privata. Con tutta la naturalezza dell’eccezionalità.

A quasi un secolo di distanza, Luisa Casati (Milano, 1881 – Londra, 1957) torna a calcare le scene veneziane, dando l’impressione di non averle mai abbandonate. Giovane erede di una delle più facoltose dinastie austro-lombarde e sposa di Camillo Casati Stampa, la marchesa cavalca il primo decennio del secolo scorso in un turbinio di apparizioni ufficiali che la consacrano eccentrica icona di stile e appassionata sostenitrice delle pulsioni artistiche del suo tempo. Già amica di Marinetti e di Alberto Martini, e assidua frequentatrice dell’atelier lagunare di Mariano Fortuny, Luisa Casati non esita a scegliere Venezia, nel 1910, come luogo ideale per mettere in scena la propria trasformazione in opera d’arte vivente, abbattendo i confini tra realtà e travestimento.
Resa “divina” dallo sguardo del vate D’Annunzio, suo affascinato amante, la marchesa trasforma l’intera città in un palcoscenico e Palazzo Venier dei Leoni, affittato per oltre un decennio, nella propria strabiliante dimora. È il tempo dei balli mascherati in piazza San Marco, delle passeggiate con gli amati levrieri tinti di blu, degli strati di biacca sul viso, degli occhi bistrati di nero e dei capelli coraggiosamente vermiglio. Ma è anche il tempo della convivialità creativa: Fortuny, Boldini, Bakst, Djagilev, Nijinski accompagnano la trasfigurazione della Casati in un personaggio costantemente mutevole, quasi magico, celebrandolo attraverso la propria arte.

Giacomo Balla, Linee di forza di paesaggio maiolicato, 1917-18 - Fondazione Biagiotti Cigna © Giacomo Balla by SIAE 2014

Giacomo Balla, Linee di forza di paesaggio maiolicato, 1917-18 – Fondazione Biagiotti Cigna © Giacomo Balla by SIAE 2014

È l’identità multiforme della marchesa a essere messa in mostra a Palazzo Fortuny, grazie all’attenta curatela di Gioia Mori e Fabio Benzi, da un’idea di Daniela Ferretti e in coproduzione tra Fondazione Musei Civici di Venezia e 24 Ore Cultura. Restituendo della Casati l’immagine di una performer ante litteram, di “un’anticipatrice di linguaggi”, secondo Mori, capace di cambiare pelle come uno dei serpenti di cui si ornava, l’esposizione segue le labirintiche metamorfosi della marchesa attraverso il dedalo architettonico del palazzo, rifiutando qualsiasi direttrice cronologico-tematica, ma lasciando parlare le opere, ispirate dalla sua potente femminilità.
I ritratti dominano l’allestimento, scavalcando i limiti della tecnica. Ai pastelli su carta di Alberto Martini, che raffigurano la Casati con pugnali ed elmi realmente presenti nella collezione Fortuny, si alterna l’olio rosso fuoco delle tele di Ignacio Zuloaga, di Romaine Brooks e di Jean de Gaigneron, usato per connotare la vistosa chioma. Le ipnotiche stampe di Man Ray, con lo sguardo magnetico della marchesa moltiplicato e sovrapposto, affiancano il bronzo “vivo” di Paolo Troubetzkoy e le geometrie in movimento di Balla e Boccioni.
L’intera mostra è pervasa da un senso di malia che accentua la fascinazione prodotta dal palazzo, palcoscenico naturalmente adatto a una nuova, fantasmagorica epifania della marchesa.

La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli, Palazzo Fortuny, Venezia

La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli, Palazzo Fortuny, Venezia

La Casati occhieggia da ogni angolo, con un travestimento sempre diverso e spiazzante. Ora femme fatale, ora tetra maliarda, ora geniale precorritrice delle mode e infine donna in carne e ossa che non può opporsi al tempo, la marchesa seduce anche la contemporaneità, lasciando tracce di sé sui modelli di Galliano e di Lagerfeld per Dior e Chanel, sui gioielli di Alberto Zorzi o sui plexiglas acetati di T. J. Wilcox. Lo spettacolo è al culmine e l’ultima maschera indossata dalla Casati è quella dell’arte, piena e vitale. Realizzando il desiderio di ogni performer.

Arianna Testino

Venezia // fino all’8 marzo 2015
La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli
a cura di Fabio Benzi e Gioia Mori
Catalogo 24 Ore Cultura
PALAZZO FORTUNY
Camo San Beneto
041 5200995
[email protected]
http://fortuny.visitmuve.it
www.mostracasati.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/37237/la-divina-marchesa/

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

Scopri di più