E noi occupiamo la Turbine Hall. Con una turbina vera, da 16 metri. Spettacolare protesta alla Tate Modern, nel mirino ancora una volta la British Petroleum

Chissà che avranno pensato, i londinesi e i tanti turisti, quando hanno visto transitare sopra il Tamigi, via Millennium Bridge, un corteo che trasportava a fatica l’enorme oggetto che vedete nelle foto e nel video, per poi introdurlo nella Turbine Hall della Tate Modern. I più curiosi avranno in seguito scoperto che si trattava di […]

Chissà che avranno pensato, i londinesi e i tanti turisti, quando hanno visto transitare sopra il Tamigi, via Millennium Bridge, un corteo che trasportava a fatica l’enorme oggetto che vedete nelle foto e nel video, per poi introdurlo nella Turbine Hall della Tate Modern. I più curiosi avranno in seguito scoperto che si trattava di una vera “turbine”, ovvero una pala di una turbina eolica dismessa nel Galles, che il gruppo Liberate Tate ha introdotto nel museo come forma di eclatante protesta contro l’eterno nemico British Petroleum.

Da tempo la BP è nell’occhio del ciclone dei gruppi ecologisti, che addebitano alla Tate, come anche alla National Gallery e alla Royal Opera House, l’accettazione delle sponsorizzazioni del gruppo petrolifero, che valgono oltre 1 milione di sterline l’anno. La pala, lunga 16,5 metri per 1,5 tonnellate di peso, è stata montata nella Turbine Hall, e Liberate Tate ha chiesto ufficialmente che entri a far parte della collezione permanente del museo. Il personale di sicurezza della Tate l’ha rimossa dopo poche ore.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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