Invito al viaggio. Mendrisio e i suoi tesori

Da sempre custode di un grande fermento creativo, il Distretto più a sud del Canton Ticino è uno scrigno di meraviglie naturali e artistiche, capaci di trasformare un viaggio nel Mendrisiotto e Basso Ceresio in un’esperienza a tutto tondo. Dal patrimonio storico-monumentale a quello conservato presso i numerosi musei, questa terra di confine non smette di riservare sorprese.

Crocevia di artisti per antonomasia, Mendrisio e dintorni rappresentano da secoli un punto di riferimento nel panorama della creatività elvetica e internazionale. Terre natali di personalità attive, nei secoli, sullo sfondo delle discipline più varie – dagli architetti Carlo Fontana, Francesco Borromini, Carlo Maderno e Mario Botta agli scultori Vincenzo Vela e Paolo Bellini fino agli scrittori Alberto Nessi e Francesco Chiesa – il Mendrisiotto e Basso Ceresio continuano a eccellere sul fronte culturale, complice la massiccia presenza di luoghi e istituzioni che primeggiano in tale ambito.

UN PO’ DI STORIA

Dal sud al nord del Distretto, lungo una frastagliata linea immaginaria disegnata tra l’area di frontiera e le rive del Lago di Lugano, i numerosi centri urbani che ne compongono la geografia custodiscono località e monumenti carichi di fascino e memoria. È proprio la storia a brillare sull’altura di Tremona-Castello. Punto di osservazione privilegiato verso il territorio circostante, la collina ha restituito, grazie a una campagna di scavi tuttora in corso, le vestigia di un insediamento abitato per oltre 6mila anni e presumibilmente abbandonato fra il Trecento e il Quattrocento. Protagonista del recente documentario che, grazie alla tecnologia 3D, evoca le fattezze con cui doveva presentarsi il sito oltre settecento anni fa, il Parco archeologico di Tremona-Castello vive per merito del lavoro dei volontari dell’ARAM – Associazione Ricerche Archeologiche del Mendrisiotto e oggi offre al pubblico un percorso illustrato alla scoperta della sua storia.
Uno spostamento verso est consente di raggiungere l’area che si estende da Bruzella a Cabbio e, più in generale, la Valle di Muggio, custode di meraviglie naturali e del Museo etnografico dell’omonima valle, il cui epicentro coincide con la Casa Cantoni a Cabbio, ma il cui “patrimonio” trova spazio all’esterno, tra il verde delle colline e storiche costruzioni rurali, riportate all’antico splendore. Una di queste è il Mulino di Bruzella, situato nel fondovalle modellato dal fiume Breggia, un’antica macina resa nuovamente funzionante nel 1996 e oggi aperta anche a visite didattiche ed eventi incentrati sulla sua preziosa attività. Puntando la bussola a nord, la meta successiva coincide con il Battistero di Riva San Vitale, un edificio a pianta ottagonale costruito su fondamenta di origine romana. Ritenuto uno dei più antichi luoghi dedicati al culto cristiano, il battistero conserva i pavimenti a mosaico e una serie di affreschi risalenti al 1100.

ANDAR PER MUSEI

Anche sul piano museale e istituzionale – sempre lungo una direttrice sud-nord – la mappa delle destinazioni risulta fitta. Si comincia dal m.a.x. museo di Chiasso, inaugurato nel 2005 per volere della Fondazione Max Huber-Kono ed entrato a far parte, cinque anni più tardi, degli organismi pubblici del Comune. Votato alla grafica, alla fotografia, al design e alla comunicazione visiva in genere, il museo elvetico nasce dal progetto degli architetti Pia Durisch e Aldo Nolli, ideatori di linee pulite e ambienti luminosi, ospiti non soltanto della collezione permanente, ma anche di mostre temporanee prestigiose. Gli appuntamenti della stagione espositiva primaverile ed estiva accendono i riflettori su Johann Joachim Winckelmann, in occasione dei trecento anni dalla sua nascita, e – dal 20 maggio – sui cent’anni de La Rinascente e la “sua” grafica.
A Mendrisio è d’obbligo una tappa al Museo d’Arte, istituito nel 1982 negli ambienti di un antico convento e depositario di una collezione pittorica, scultorea e grafica che annovera maestri locali e grandi nomi della scena internazionale come Severini, Parmeggiani e Gilardi. Da sempre attento, sul fronte delle esposizioni temporanee, a dare rilievo ai protagonisti del secolo scorso e del tempo presente, il museo ha appena inaugurato Metamorfosi, collettiva che racconta la scultura contemporanea, con nomi che vanno da Jean Arp ad Ai Weiwei.
Il grande interesse della Svizzera – e dei suoi abitanti – nei confronti dell’arte si riflette nella storia della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, a Rancate, intitolata alla creatività degli artisti presenti sul territorio ticinese dal Seicento all’Ottocento. La maggior parte dei capolavori che compongono la raccolta fu donata allo Stato del Canton Ticino dal collezionista cui è intitolato il museo, con una predilezione verso la pittura e i disegni di Antonio Rinaldi, nato a Tremona. In parallelo alla collezione permanente, la Pinacoteca organizza a cadenza semestrale delle mostre temporanee dedicate agli artisti ticinesi e lombardi attivi tra il Seicento e il Novecento. Fino al 20 agosto l’appuntamento è con la ceramista Raffaella Columberg, alla quale il museo dedica una retrospettiva a dieci anni dalla morte.

Il Mulino di Bruzella

Il Mulino di Bruzella

FORMAZIONE E PAESAGGIO

Senza spostarsi da Mendrisio, un’altra eccellenza in ambito culturale è rappresentata dall’Accademia di architettura, afferente all’Università della Svizzera italiana e rinomata per i suoi corsi di respiro internazionale – complice un corpo docente altrettanto composito.
Tornando alle eccellenze museali, a poca distanza da Mendrisio, a Ligornetto, sorge il Museo Vincenzo Vela, ideato dall’omonimo artista ticinese e divenuto pubblico in seguito alla donazione alla Svizzera (da segnarsi in agenda la mostra di Lawrence Carroll che apre al pubblico il 14 maggio). Sempre a Ligornetto, a cavallo tra architettura e arte, trova spazio il Museo Casa Pessina, il cui nome fa riferimento allo scultore Antonio Paul Pessina. La sua famiglia donò la casa natale dell’artista, che fu sottoposta a restauro e destinata ad attività culturali nel 2003.
Cambio di registro e di atmosfera al Museo dei fossili del Monte San Giorgio a Meride – aperto nel 2012 – la ristrutturazione e l’ampliamento del quale portano la firma di Mario Botta. La sede museale custodisce una raccolta di fossili vegetali e animali provenienti dai giacimenti del Monte San Giorgio, incluso nel Patrimonio Unesco, puntando ancora una volta lo sguardo sulla ricchezza trasversale del Distretto elvetico.
Anche sul fronte delle gallerie d’arte, la regione dimostra una vitalità non scontata. Nonostante le dimensioni esigue, il territorio ospita parecchie sedi espositive, perlopiù concentrate fra Mendrisio e Chiasso, senza dimenticare la Galleria Fondazione Rolla di Bruzella – ex scuola d’infanzia convertita in sede ospite di mostre fotografiche tratte dalla collezione privata di Rosella e Philip Rolla.

GLI ITINERARI

Per una visione organica e guidata del Mendrisiotto e del Basso Ceresio esiste la possibilità di seguire una lista di itinerari culturali ad hoc, strutturati per aree di interesse e suggeriti dall’Ente del Turismo elvetico. Caratterizzati da lunghezze differenti e da utili isole didattiche, questi percorsi richiamano l’attenzione su località di richiamo paesaggistico e culturale. Oltre a Mendrisio, gli itinerari si dipanano attraverso la Val Mara – che prende il nome dall’omonimo torrente e si estende dal Lago di Lugano fino alle cime del Monte Generoso e del Sighignola –, l’area di confine del Basso Mendrisiotto – che include, fra gli altri centri urbani, Stabio, Chiasso e Vacallo – i territori limitrofi al Monte San Giorgio – compresi Riva San Vitale Rancate, Ligornetto e Tremona – e la Valle di Muggio. Un affascinante colpo d’occhio su un territorio multiforme, nato dall’incontro fra storia, natura e passione per l’arte.

FOCUS MUSEO VELA

È intitolato allo scultore Vincenzo Vela (1820-1891), che a Ligornetto è nato e morto dopo una vita trascorsa in Italia, fra Milano, Roma e Torino, il museo nei pressi di Mendrisio e di cui è “quartiere” dal 2013. Un museo la cui fondazione risale al 1898, grazie al lascito testamentario del figlio Spartaco (1854-1895), anch’egli artista, ma dedicatosi a pittura e ceramica, il cui nome echeggia il capolavoro del padre, quello Spartaco (1847) ora installato nel Palazzo Civico di Lugano e che rimanda ai moti risorgimentali di quegli anni.
L’edificio, una villa signorile circondata da uno splendido parco che combina il giardino formale italiano con quello paesaggistico inglese, ha goduto nel 2001 del riammodernamento firmato da Mario Botta. Quest’ultimo ha raccontato ad Artribune come “questo progetto di ristrutturazione comportasse la necessità di misurarsi con il tema della trasformazione della casa di un artista – la villa era infatti la dimora di Vincenzo Vela – in un museo tematico e monografico”. Una rifunzionalizzazione, insomma: “Si doveva passare da una dimensione domestica – caratterizzata dalla presenza di un atelier, ma anche le stanze legate all’abitare quotidiano – a un edificio a carattere pubblico”. Un intervento che probabilmente è stato in parte agevolato dall’impianto dell’edificio stesso: “La struttura esistente possiede un carattere fortemente neoclassico”, conferma l’architetto, “con una notevole presenza geometrica”.
Altri interventi sono stati effettuati nel 2014 e finalmente nel luglio del 2015 è avvenuta la riapertura. Ed è una tappa immancabile per chi arriva dall’Italia: siamo infatti a 500 metri dal confine, ai piedi del Monte San Giorgio, e si tratta di una delle più importanti case d’artista dell’Ottocento europeo. Al suo interno si trova naturalmente e in primis una monumentale gipsoteca, la quale custodisce la più grande raccolta di sculture di Vincenzo Vela e del fratello di quest’ultimo, Lorenzo (1812-1897), per trent’anni docente di Ornato all’Accademia di Brera a Milano e autore di conturbanti sculture animalier. “Abbiamo curato anche l’allestimento della gipsoteca”, ricorda l’architetto Mario Botta, “disegnando tutte le nuove basi per le sculture sulla base delle diverse esigenze espositive: lo sforzo è stato indirizzato a concedere una dimensione più evocativa alle opere”.
L’offerta non si limita tuttavia alle opere dei tre artisti della famiglia Vela: al museo è conservata infatti una notevole quadreria ottocentesca di pittura lombarda e piemontese, oltre a centinaia di disegni autografi e a una delle più antiche collezioni fotografiche private svizzere. Infine, come dicevamo, un cenno lo merita anche il parco del museo: per il suo agrumeto e perché in più di un’occasione ha ospitato rassegne d’arte contemporanea.

Arianna Testino e Valentina Silvestrini

www.centroculturalechiasso.ch/m-a-x-museo/
www1.mendrisio.ch/museo/
www4.ti.ch/decs/dcsu/ac/pinacoteca-zuest/home/
http://museo.mendrisio.ch/it/museo/casa-pessina.html
www.montesangiorgio.org/Territorio/I-musei-del-Patrimonio/Museo-dei-Fossili-di-Meride.html
www.museo-vela.ch

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #33 – Speciale Ticino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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