Accuse di razzismo al Contemporary Art Museum di St. Louis per la mostra di Kelley Walker

L’artista della Georgia, sodale di Wayde Guyton, contestato per le opere in cui ritrae donne e uomini di colore. Finisce in un putiferio al sua prima personale in un museo americano

L’adagio sulla triste storia dei profeti in patria si arricchisce di un nuovo capitolo, scritto in una nazione, gli Stati Uniti, sempre più agitata a causa delle tensioni razziali tra la comunità afroamericana e l’establishment wasp. Protagonista della vicenda è Kelley Walker, l’artista amico della star Wayde Guyton (con cui ha firmato anche lavori a quattro mani), che invece di festeggiare la sua prima personale in un museo a stelle e strisce si trova costretto a difenderla. Non piace al punto da scatenare il boicottaggio a mezzo web la sua “Direct Drive”, inaugurata il 16 settembre al Contemporary Art Museum di St. Louis, Missouri, pochi chilometri da quella Ferguson dove l’uccisione dell’afroamericano Michael Brown da parte della polizia scatenò un anno fa i primi scontri razziali di un’escalation ancora lontana dall’essere risolta. Il motivo? I soggetti delle opere esposte, che spesso ritraggono uomini e donne di colori in pose e atteggiamenti considerati da molti offensivi. In una parola: razzisti.

DENTIFRICIO E CIOCCOLATA
L’immaginario di Walker, nato in Georgia nel 1969, attinge all’iconografia pop più pura: spesso – come nel caso della mostra di St. Louis – i suoi lavori attingono al repertorio di immagini proprio della pubblicità, con modelli e formati da affissioni pubbliche. Ecco così che i visitatori di “Direct Drive” si trovano davanti a gigantesche copertine di magazine con ammiccanti modelle nere schizzate di dentifricio, al cospetto di riproduzioni delle fotografie che ritraggono i membri del “1963 Birmingham Movement”, tra i primi collettivi che alzarono la voce in favore dei diritti dei neri, chiazzati con misture di latte e cioccolato. Con quale messaggio? Il talk che ha fatto seguito all’opening, presenti curatori del museo e artista, non ha fugato i dubbi del pubblico, che pur incalzando Walker ha ricevuto in merito risposte evasive: le cronache locali parlano di un dialogo giocato sulla difensiva, con  toni pare poco concilianti da parte di un artista che avrebbe provato a sviare la polemica, portando il discorso sugli aspetti tecnici del suo lavoro. E non sul loro significato.

SCATTA IL BOICOTTAGGIO
Parte così la levata di scudi, con l’illustratore e attivista dei diritti della comunità nera Damon Davis che chiama al boicottaggio della mostra, almeno fino a quando non arriveranno la rimozione delle opere ritenute offensive e le scuse da parte della direzione del museo. “Kelley gira tutto il mondo con le sue mostre, ma questa città è diversa” ha spiegato. “Per un’istituzione portare qualcosa del genere proprio qui e ora, con attivisti che vengono uccisi o rinchiusi in galera, quando ci svegliamo al mattino con un altro uomo di colore ucciso davanti a una telecamera sotto gli occhi del mondo, è platealmente irresponsabile e offensivo”. La palla passa ora al museo: cederà o tirerà dritto per la propria strada?

– Francesco Sala

16 settembre – 31 dicembre 2016
Kelley Walker – Direct Drive
St. Louis, 3750 Washington Blvd.
camstl.org

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Francesco Sala

Francesco Sala

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