Moda, arte e artigianato contemporaneo. Torna A.I. l’evento scouting di AltaRoma

Si parte da Goethe, nume tutelare d'ogni grand tour che si rispetti, per arrivare alla creatività contemporanea. Arte, sartoria elitaria, materiali esclusivi, pezzi unici, tecniche artigianali: ecco il mosaico composto da A.I. nella Ex Dogana

A Roma, Goethe diceva d’essere nato per la seconda volta e che se Parigi era stata una scuola, la Città Eterna – e solo quella – avrebbe potuto essere la sua Università.
Nel bicentenario dalla pubblicazione del celeberrimo “Viaggio in Italia“, A.I. (Artisanal Intelligence) compie il suo personale Grand Tour, unendo – nella cornice della fashion week capitolina – alla sua vocazione per lo scouting, la consueta riscoperta della città da un punto di vista creativo, che abbraccia la moda, la sartorialità, l’arte e l’artigianato contemporaneo, andando a disegnare – nuovamente – i profili di una concezione di lusso, legata ad una esclusività che non è solo retaggio di pochi noti brand, ma s’insinua al concetto di rarità.

A.I., Altaroma 2016, Haetts

A.I., Altaroma 2016, Haetts

LA RICERCA DELLA BELLEZZA
La location – che è anche quella di Altaroma – è lo spazio recuperato dell’Ex Dogana a San Lorenzo: era un’altra via d’accesso alla città, un po’ come quella che attraversò Goethe, quando varcando la porta del Popolo sentì che Roma era sua. E se per lo scrittore tedesco era una corrispondenza d’amorosi sensi, una visione romantica che permeava il paesaggio, qui, negli spazi ampi e spogli, è la bellezza è essere ricercata e percettibile nelle tante creazioni in mostra.
La particolarità dell’evento, tessuto come una tela da Clara Tosi Pamphili e Alessio de’ Navasques, è nel suo riuscire a presentare nuovi talenti in quadro eterogeneo, in cui poter accostare produzioni diverse, sensibilità contrastanti e pezzi storici.
Quest’anno per la prima volta A.I. produce l’opera di un’artista: è l’inglese naturalizzata Ophelia Finke – talento promettente che ha a che fare con il fashionbiz, avendo alle spalle una collaborazione con McQ di Alexander McQueen – autrice di un’installazione accrochage sul tema del viaggio.

A.I., Altaroma 2016, Gergei Erdei

A.I., Altaroma 2016, Gergei Erdei

I NUOVI TALENTI
C’è il debutto di una figlia d’arte come Maria Sole Ferragamo e alcune notevoli scoperte, come  le scarpe raffinatissime di Manfredi Conti Manara. Theodora Bak presenta una nuova collezione di cappe, Boglarka Bagos si lascia ispirare per i suoi pattern dai pavimenti cosmateschi, segno distintivo di molte chiese romane. Alla riscoperta di una tecnica paziente e preziosa come quella del micromosaico, s’affianca – similmente – il pregio e la tradizione della lavorazione del cachemire, nelle creazioni di Cesare Gatti. Ci sono i cappelli ludici di Haetts e i tessuti invecchiati per un dandy contemporaneo di Gergei Erdei.

UN TRIBUTO, PER IL CINEMA ITALIANO
Non manca, neanche in questa edizione, il tributo alla grande produzione delle sartorie per il cinema: il capo cult è un abito di scena indossato da Ingrid Bergman in Europa 51, di Roberto Rossellini, affiancato da un cappotto dell’attrice. Entrambi i capi erano stati disegnati da Fernanda Gattinoni, che proprio nell’anno d’uscita di quel film, lanciava il suo brand negli Stati Uniti.

– Maria Cristina Bastante

www.artisanalintelligence.it

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