L’arte contemporanea invade Mosca. Una Biennale di giovani artisti diffusa in tre sedi

Esplorare dubbi e contraddizioni della contemporaneità, in un percorso che si snoda tra due musei e un ex spazio industriale. Parte a Mosca la Biennale dedicata ai giovani artisti. Quattro gli italiani invitati

Scenari apocalittici, visioni utopiche e incertezze teoretiche: questi i temi affrontati dalla quinta edizione della Biennale Internazionale di Mosca per la giovane arte; i 114 artisti selezionati – provenienti dalla Spagna, Uruguay, Brasile, Italia, Austria passando per Indonesia e Ucraina – proporranno progetti per lo più site specific, suddivisi in tre sedi: la Trekhgornaya Manufaktura, il Museo di Arte Moderna di Mosca e il Centro nazionale per le Arti Contemporanee.
Rispettivamente nei tre spazi espositivi: Deep inside curata da Nadim Samman, Hyperconnetted curata da João Laia e Time of Reasonable Doubts, curata da Valeria Mancinelli e Silvia Franceschini compongono gli assi principali di una biennale che si presenta mostrando tre diverse lenti di ingrandimento.

Biennale Internazionale di Mosca per la giovane arte - La sede espositiva Centro Nazionale per le Arti Contemporanee - Christian Fogarolli Installation view

Biennale Internazionale di Mosca per la giovane arte – La sede espositiva Centro Nazionale per le Arti Contemporanee – Christian Fogarolli Installation view

TRE PERCORSI PER RACCONTARE LA CONTEMPORANEITÀ
Samman propone una nuova generazione di artisti che esplorai paesaggi contemporanei, scendendo dalla superficie all’interiorità dei concetti, dei principi, delle norme di regolamentazione della società. La promessa è quella di presentare uno scenario che tracci e rimodelli il presente a partire dai meccanismi che lo governano, attraverso progetti e interventi che descrivano i codici espressivi e le loro mutazioni.
Laia, invece, al Museo di Arte Moderna di Mosca, allestisce un percorso che indaga le pratiche dell’arte come una cartina al tornasole nei confronti dei momenti di cambiamento, che si stanno avvicendando sempre più velocemente anche a causa di un’iperconnettività che sta modificando il nostro rapporto tra soggetto e oggetto, tra collettività e individualità.

ODE AL DUBBIO
Franceschini  e Mancinelli creano un percorso che ruota attorno al logos e alla nozione di dubbio. Incertezza e opacità dei protocolli che governano il presente vengono posti sotto scrutinio da analisi artistiche e risoluzioni teoretiche, utilizzando i meccanismi dell’incertezza come un sistema di conoscenza, a disposizione di chiunque.
I nomi dei partecipanti vanno dall’artista di origini turche Ozan Atalan, all’ucraina Stacy Belevicheva, alla cilena Matilde Benmayor, al tedesco Julius von Bismarck, al duo kazako-russo Vladislav Brut / Alisa Beketova, a Addie Wagenknecht, a Martin Volman a Iuliana Golub, Veronika Geiger, Beny Wagner, Katharina Gruzei, ma anche Marguerite Humeau e Graham Kelly. Tra questa lista di emergenti non sempre noti all’Europa, sono stati selezionati solamente quattro italiani: Lupo Borgonuovo, Pamela Breda, Karin Ferrari e Christian Fogarolli.

– Ginevra Bria

www.youngart.ru

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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