“Voglio che tutti possano visitare il Corridoio Vasariano”. Critiche al direttore degli Uffizi Schmidt: “ne vuol fare un’autostrada”. E lui si difende così

“Alla fine della profonda modifica, il Corridoio Vasariano a tutto somiglierà tranne che a un’autostrada”. Dopo il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, che – nell’Italia che timbra il cartellino in mutande – si è dovuto difendere dall’accusa di lavorare troppo, tocca a un altro “superdirettore” nominato con la selezione franceschiniana – Eike D. […]

Alla fine della profonda modifica, il Corridoio Vasariano a tutto somiglierà tranne che a un’autostrada”. Dopo il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, che – nell’Italia che timbra il cartellino in mutande – si è dovuto difendere dall’accusa di lavorare troppo, tocca a un altro “superdirettore” nominato con la selezione franceschiniana – Eike D. Schmidt, alla guida delle Gallerie degli Uffizi – prendere carta e penna per discolparsi di un’accusa altrettanto patetica. Già, perché nel Paese intorpidito da decenni di immobilismo e mortifero torpore, chiunque si azzardi a provare a cambiare qualcosa viene subito additato – nel nostro caso – a violentatore del patrimonio e a mercificatore delle arti.

OGGI LA VISITA COSTA 45 EURO
Cosa è successo? Che allo stato attuale il Corridoio Vasariano – lo straordinario percorso sopraelevato che a Firenze collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando per la Galleria degli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio – è visitabile solo “tramite tour operators e compagnie di viaggio, a prezzi che vanno dai 45 euro in su a persona”, riassume Schmidt. Una situazione insostenibile, che sostanzialmente impedisce a chiunque di conoscere questa opera unica al mondo: visto anche che gli accessi sono contingentati, e anche volendo accettare queste condizioni i tempi di attesa sono lunghissimi. Lui vuole cambiare le cose, favorendo la visita sia nei tempi che nel costo dei biglietti. Apriti cielo. Immadiatamente sono partite le bordate mediatiche, che mettono nel mirino chi vorrebbe fare del Corridoio Vasariano “un’autostrada”. Ragioni ridicole, che arrivano a dire che poi ci sarebbero problemi per tanti visitatori che lasciano borse e ombrelli al guardaroba degli Uffizi e poi dovrebbero tornare da Palazzo Pitti a riprenderseli.

“RIPORTERÒ GLI AUTORITRATTI DENTRO GLI UFFIZI”
A coloro che sono preoccupati del traffico delle persone o del calpestio sul pavimento, che è identico a quello delle Gallerie, rispondo che possono tranquillizzarsi: nel lasso di tempo necessario a percorrere il Corridoio, lungo circa un chilometro, l’impatto dovuto al peso delle persone non sarà mai concentrato in un solo punto come invece accade, per esempio, nella Sala di Botticelli della Galleria degli Uffizi, dove i gruppi si affollano e stazionano a lungo”, chiarisce il direttore. “Quanto al timore di spostare dalla sua collocazione una collezione specifica come quella degli autoritratti, vorrei sottolineare che si tratta di una scelta moderna. La collezione iniziata dal cardinal Leopoldo dei Medici fu storicamente esposta all’interno degli Uffizi, nella famosa ‘Sala dei pittori’ (oggi sala numero 35, dedicata a Michelangelo); dopo lo smantellamento ottocentesco, solo nel 1973 Luciano Berti la allestì nel Corridoio Vasariano. Quella attuale, dunque, non è una sede storica. Gli Uffizi invece sì”.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

Scopri di più