Quali sono secondo voi i 30 musei più importanti del pianeta? Il Corriere della Sera ci fa una collana di volumi, ma ignora Napoli: che protesta ferocemente

Quali sono i 30 musei più importanti del pianeta? Una specie di gioco, chissà quante volte ne avete fatto uno simile. Qualcosa del genere devono aver fatto – magari con piglio un pochino più programmatico – Philippe Daverio e i suoi collaboratori, nel metter mano alla nuova collana di volumi che il Corriere della Sera […]

Quali sono i 30 musei più importanti del pianeta? Una specie di gioco, chissà quante volte ne avete fatto uno simile. Qualcosa del genere devono aver fatto – magari con piglio un pochino più programmatico – Philippe Daverio e i suoi collaboratori, nel metter mano alla nuova collana di volumi che il Corriere della Sera dedica appunto ai trenta spazi espositivi più importanti del globo. Il risultato? Ci sono gli indiscutibili, dal Louvre e il Centre Pompidou di Parigi agli Uffizi, il Prado, la National Gallery e il British Museum di Londra, i Musei Vaticani, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Metropolitan Museum e il MoMA di New York. Poi ci sono altri musei importantissimi, ma sul cui inserimento nella “top 30” si potrebbe anche discutere, ad esempio il Museo Calouste Gulbenkian di Lisbona, il Museo di Belle Arti di Bruxelles, il Musée Marmottan di Parigi, la Galleria Palatina di Firenze.

SCELTA INSPIEGABILE, IRRAZIONALE, DEMENZIALE
Dibattito aperto, toni leggeri: ma qualcuno se la prende seriamente. Una città, un’intera città: ovvero Napoli, indignata del fatto che nessuno dei suoi musei sia inserito nella – relativa, molto relativa – lista. “Capodimonte, la più importante pinacoteca al mondo, solo la sala dei Tiziano e dei Raffaello spiega la cosa, e l’Archeologico Nazionale, che è il più grande museo di reperti archeologici in assoluto del pianeta”, tuona Pasquale Clemente, direttore responsabile del quotidiano partenopeo Il Roma, forse calcando un pochettino, ma giusto un pochino i toni dell’enfasi campanilistica. E non ci va più leggero Sylvain Bellenger, da qualche mese direttore proprio del Museo di Capodimonte, che – sempre sullo stesso quotidiano – tira in ballo nientemeno che il razzismo: “Una scelta inspiegabile, irrazionale. A dirla tutta, persino demenziale. […] C’è un evidente problema di razzismo che deve essere affrontato e risolto al più presto. Il modo in cui Philippe Daverio ha impostato questo lavoro denota una grave prova di ignoranza”. E a dare un tocco di istituzionalità alla “vertenza” – che sarebbe divertente se non fosse così seriosa e veemente – ci si mette anche l’assessore alla Cultura Nino Daniele: “qualcosa di fuori luogo. Il mio augurio è che sia il giornale che Daverio facciano al più presto un passo indietro e pongano rimedio a questa uscita infelice”.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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