Lo Strillone: il Museo Egizio e la sala dedicata a Giulio Regeni su La Repubblica. E poi biblioteca Chelliana a Grosseto, all’India non piace Facebook

“L’Egizio ha deciso di dedicare per sempre a Giulio Regeni una delle sue sale più importanti: quella di Deir El Medina, che accoglie le testimonianze delle professioni artigianali e operaie nell’Egitto dal XVI al XI secolo a. C.”. Su La Repubblica Tomaso Montanari commenta positivamente la scelta dell’istituzione torinese: “così i visitatori che leggeranno il […]

L’Egizio ha deciso di dedicare per sempre a Giulio Regeni una delle sue sale più importanti: quella di Deir El Medina, che accoglie le testimonianze delle professioni artigianali e operaie nell’Egitto dal XVI al XI secolo a. C.”. Su La Repubblica Tomaso Montanari commenta positivamente la scelta dell’istituzione torinese: “così i visitatori che leggeranno il nome di Regeni sul muro di quella sala avranno una possibilità in più di vedere il filo che unisce il lavoro nell’Egitto di 3200 anni fa al lavoro nell’Egitto di oggi; di leggere, nei diritti calpestati di quegli esseri umani, i diritti calpestati dei nostri contemporanei. E capiranno anche che esiste un nesso tra il lavoro del Regeni che studiava il movimento operaio egiziano e le vetrine del Museo Egizio”.

Centomila libri sepolti in periferia ora tornano a casa a Grosseto. La Nazione informa che sulla sorte dei “volumi, in parte catalogati anche da Luciano Bianciardi, relegati sulle scaffalature metalliche di un anonimo prefabbricato di cemento armato alla periferia della città, dopo un anno e mezzo qualcosa si muove. Ma per troppi anni il palazzo Mensini, sede storica della biblioteca Chelliana, stava andando in malora, anche se di soldi nel frattempo ne erano stati spesi molti”. All’India non piace Facebook: Il Sole 24 Ore riferisce che “la settimana scorsa l’autority indiana ha deciso che Reliance Communications, l’operatore scelto da Facebook non potrà più offrire ai suoi clienti Free Basics, il servizio di Fb che garantisce l’accesso gratuito in mobilità a una serie di siti Internet per un periodo limitato di tempo. Qualcuno ha commento che gli indiani non si sono bevuti la favoletta filantropa del web per tutti. I più maligni semplicemente che non hanno trovato un accordo conveniente”.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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